Capitolo 157

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I tecnici battevano le dita sui display virtuali, i dati scorrevano lungo le schermate mentre diversi bit generavano impulsi al super computer posto oltre il grande schermo di vetro che separava a metà la stanza. Osservava sugli schermi le varie immagini che si alternavano, ascoltava il silenzio che proveniva dai microfoni collegati mentre le telecamere e i sensori erano attivi e riprendevano lo spazio libero e sconfinato davanti ai suoi occhi. Osservava quegli uomini e quelle donne che si spostavano da una punta all'altra della stanza, monitorando e facendo controlli di diagnostica in ogni sistema presente.

Uno di loro si voltò, sorrise «I sistemi di comunicazione e i satelliti sono finalmente attivi e potenziati. Abbiamo di nuovo accesso alle fonti di comunicazione e ai segnali trasmissivi, siamo operativi al cento percento».

«Bene» Finalmente una buona notizia dopo giorni trascorsi a brancolare nell'attesa di poter riavere un contatto con l'esterno e con gli altri regni, era una fortuna che il virus fosse stato debellato senza complicazioni e intoppi, di certo Sigy sarebbe stata contenta di sapere che potevano organizzare in breve tempo degli incontri con ogni alleato non appena avesse avuto sufficienti uomini operativi da reintegrare nell'esercito e le centocinquanta navi che Floki gli aveva garantito. Tuttavia, non aveva ancora finito con quei satelliti «Possiamo avere accesso al mainframe dei sistemi e vedere le ultime riprese fatte dai satelliti prima che avvenisse la loro esplosione?»

«Certo.»

Le dita dell'operatore batterono dei tasti virtuali sulla consolle e si accesero ben due schermi che mostravano delle riprese nitide. Si vedevano le comparse di molte astronavi di forme e colori differenti che uscivano dall'iperspazio e si schieravano l'una accanto all'altra, armate ed equipaggiate.

Comparvero anche navi Nibelunghe insieme con astronavi Jotun insieme a diversi caccia sferici mandati lì da Sigfrid.

Uscirono dall'iperspazio due navi molto grandi, con un grosso nucleo posto al centro. Si accigliò nel vederle «Questi sono cannoni al plasma».

«Così sembra.»

Osservò i cannoni caricare e poi un colpo fu scagliato e la registrazione s'interruppe.

Accadde anche per il secondo.

Anche gli altri due schermi smisero di trasmettere e le registrazioni finirono lì, con il cronometro che segnava l'ufficiale fine di ogni forma di attività da parte dei sensori e dei satelliti. La ricostruzione era semplice da poter fare, Skurge iniettava il virus per tagliare le forme di comunicazione e far abbassare gli scudi che proteggevano i satelliti e poi, circa qualche ora dopo, due cannoni al plasma li facevano saltare in aria distruggendo la barriera protettiva che avvolgeva Asaheim.

Un piano ben congeniato, doveva ammetterlo «Adesso questi satelliti sono stati ben protetti, giusto?»

«Sì. Abbiamo fortificato i sistemi e aggiunto un antivirus programmato per rendere i nuovi satelliti inattaccabili in futuro, con un sistema di autodifesa integrato e abbiamo aggiunto delle armi. I nuovi satelliti saranno muniti di barriera e anche di cannoni laser, armati e pronti».

«E gli scudi planetari?»

«Staccati dai satelliti. Abbiamo deciso di lanciare in orbita delle piccole sfere invisibili ai radar, munite di pannelli deflettori e piazzate in punti strategici, munite anche loro di barriere individuali. Asaheim è sicura adesso.»

Annuì, tirando almeno un sospiro. Era una fortuna che almeno il reparto tecnico avesse impiegato questi giorni di lutto per sperimentare nuovi sistemi e satelliti per la difesa del pianeta, forse si rivelavano più utili loro che tutti gli altri che aspettavano con le mani legate di avere notizie dalle Case della Guarigione e dai cantieri costruiti in città, nel palazzo e alla baia. Floki aveva assicurato che nessuno degli operai avrebbe smesso di lavorare ai cantieri navali nonostante il lutto cittadino, molti di quei volti li aveva visti durante i riti funebri la sera dei roghi, nei loro sguardi c'era il dolore e l'odio per quanto fatto dai Nibelunghi, era certo che il desiderio di procedere con i lavori fosse più dovuto alla necessità di sfogare il dolore per le loro perdite e il desiderio di vendetta piuttosto che per il regolare bisogno di soddisfare le richieste della Corona.

Swan Ice- L'Anello del NibelungoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora