Capitolo 33

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Poteva un sogno trasformarsi in un incubo in un battibaleno come quello?

Lise non se lo era mai chiesta perché di solito i suoi sogni non si avveravano mai, ma in quei giorni, chiusa a chiave nella stanza dei suoi appartamenti, sì ed era arrivata alla conclusione che era possibile eccome e il suo sogno di vedere la città di Asgard e tutto quello che Thor le aveva promesso, si era ridotto in frantumi e le poteva immaginare soltanto dalle vetrate sigillate del suo studio privato. Pure questo, Odino, aveva fatto, aveva affidato l'incarico alle ancelle di bloccare tutte le imposte, come se avesse paura che potesse scappare da qualche balcone.

Purtroppo neanche i suoi passatempi preferiti riuscivano a sollevarle l'umore e adesso, seduta alla scrivania del suo studio a fissare il monitor del portatile, si rendeva conto che neanche più stare al computer riusciva a farle passare la noia e non vedeva come potesse essere il contrario, internet non era di certo a sua disposizione poiché si trovava su un altro pianeta e riteneva impossibile che avessero il Wi-Fi nel palazzo.

Avrebbe dovuto rispondere alla lettera di sua madre che giaceva già da troppo tempo sulla scrivania, ma dubitava che sarebbe riuscita a spedirgliela, Thor mancava da molti giorni e non aveva idea di quando sarebbe tornato. Era ormai una settimana che stava chiusa lì, aveva tenuto sotto controllo l'osservatorio per mattine intere, a volte alzandosi anche la notte perché di dormire, non se ne parlava proprio a causa dell'insonnia.

Altra cosa noiosa era Lady Sif.

Da quel poco che aveva capito dalla sua spiegazione abbastanza seccata, era che Odino l'aveva messa a farle da guardia. Non poteva fare niente senza che lei alzasse lo sguardo per controllarla, come se avesse paura che potesse fare qualcosa di sbagliato da un momento all'altro. Era peggio di un cane da caccia quella donna.

Comunque fosse, sospirò pesantemente e decise di dedicarsi a fare qualcosa di più interessante, se così poteva definirlo. Completare uno dei disegni che aveva cominciato.

Sollevò da terra la carpetta di plastica e tirò fuori il suo album da disegno e i colori, sparpagliando tutto sul tavolo, e cominciò a sfogliare fino a quando non trovò ciò che le serviva: il disegno di un drago.

Per prendere la giusta ispirazione, scorse sulla lista delle canzoni al computer il genere di musica che riteneva adatta e la fece partire. Una delle molte musiche amatoriali che giravano su internet a tema medievale, che cominciò a risuonare nella stanza chiusa mediante le piccole casse stereo. C'era una cosa positiva nell'avere una stanza così grande, separata da tutte le altre: poteva mettere la musica a tutto volume anche a notte fonda e nessuno l'avrebbe ascoltata.

Prese i colori che le servivano e cominciò il suo lavoro.

Lavoro che rischiò di essere interrotto prima di iniziare poiché si udirono dei tocchi alla porta. Poteva essere solo una persona che andava a disturbarla e roteò gli occhi al cielo, sforzandosi di non rispondere in maniera sgarbata «Avanti!»

La porta si aprì ed entrò Sif. La guerriera si guardava attorno come se cercasse qualcosa di sospetto sul quale Lise non volle neanche farsi delle domande «Che cosa succede? Da dove viene questa musica?»

Lise chiuse gli occhi, prendendo un profondo e intenso respiro, e voltò lo schermo del portatile verso di lei e non alzò lo sguardo, concentrata a colorare com'era «Da questo!»

La porta si chiuse ma dalla coda degli occhi vide che lei non era andata via, anzi, era entrata. Seguiva i suoi movimenti di sbieco, ascoltando i suoi passi sul pavimento di marmo, osservandola mentre si aggirava per lo studio come se cercasse qualcosa tra gli scaffali pieni dei suoi libri personali e dei suoi fumetti, che sua madre le aveva fatto recapitare, guardava soprattutto fuori dalla vetrata, sempre che fosse riuscita a vedere qualcosa essendo ormai sera, le venti e trenta per l'esattezza.

Swan Ice- L'Anello del NibelungoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora