Capitolo 35

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Un altro giorno ancora era passato a Niflheim e Thor osservava il cielo sempre cupo che ricopriva ogni cosa, la landa ghiacciata su cui sorgeva la città in ricostruzione e l'accampamento per i soldati Asgardiani. Sospirò con malinconia. Dei Nove Regni, quello di Hel era quello che odiava di più. Gelo e oscurità facevano da padrone e Thor si trovava sempre, ogni mattina da quando si svegliava nei suoi gelidi alloggi, troppo ampi per il debole fuoco del camino, a cercare uno spiraglio di sole tra le nuvole nere o comunque un minimo raggio di luce che potesse riscaldare l'aria.

Per usare un gergo tipico di Lise, quel posto era una depressione. Loki ci avrebbe passato le ore a guardare il deserto ghiacciato e quell'oscurità perenne che non si trovava neanche nei periodi freddi in Norvegia.

Tirò un lungo sorso d'idromele, guardando per l'ennesima volta la piccola pergamena che Sif gli aveva spedito da Asgard, cui spiegava le ragioni riguardo alla punizione che Odino aveva inferto a Lise diversi giorni fa. Aveva piegato le labbra in un sorriso divertito sebbene non molto lieto, lo sapeva, conoscendola, che nella sua assenza sarebbe successo qualcosa, anche se trovava più consono come scenario una qualche brutta discussione con Loki.

Invece, una fuga segreta dal palazzo. Del resto, non poteva certo pensare che sarebbe bastata una sua promessa per fermare la sua curiosità, Lise non era fatta per restare chiusa dentro quattro muri e la dimostrazione era quella. Si chiedeva che cosa stava passando nell'essere costretta a una punizione che non sentiva di meritare, probabilmente sentiva la sua mancanza. Decise che le avrebbe spedito un messaggio.

«Dubito che il panorama sia di vostro gradimento, Altezza.»

La voce di Hel, alle sue spalle, lo riscosse. Si voltò a guardare la regina. Era seduta al tavolo di pietra circolare, mangiava della carne fatta alla brace. Il profilo che si mostrava ai suoi occhi, era quello umano ma poteva intravedere la mano scheletrica appoggiata dalla parte opposta del piatto, i lunghi capelli neri scendevano lungo la schiena, lisci come una cascata.

«Sì, ho notato. Non sono abituato a non vedere il sole per così tanto tempo. Asgard è luminosa» sorrise e si avvicinò al tavolo e prese posto dinanzi a lei, la sua intera figura le si presentò davanti agli occhi e gli fu difficile non terrorizzarsi nel vedere la parte scheletrica del suo volto mentre masticava.

Abbassò lo sguardo sia perché era scortese guardare qualcuno mentre mangiava sia perché non voleva disgustarsi. Poggiò il pezzo di pergamena sul tavolo e prese in mano forchetta e coltello per tagliare la sua parte di carne.

Hel non era mai stata così. Ci fu un tempo, cui la sua bellezza era rinomata per tutti i Nove Regni. Una bellissima regina che incantava chiunque la guardasse, molti uomini, dei ed elfi si contendevano il suo amore, finché non finì per incantare l'uomo sbagliato. Freyr della casa di Vanaheim. Freya, la sorella gemella, sosteneva che se la fosse meritata la maledizione che le scagliò addosso. Ufficialmente, la principessa di Vanaheim si era indignata perché aveva sorpreso suo fratello e Hel a letto insieme. Ufficiosamente, Freya si sentiva in competizione con lei in fatto di bellezza e si vendicò deturpandole metà del viso e del corpo. Uno spregio che ancora adesso si chiedeva come Hel avesse preso, probabilmente non bene poiché aveva sentito orribili storie su una guerra che voleva scatenare contro Vanaheim. Non se ne fece niente perché Odino intervenne e mise i due regni a tacere, comunque l'interrogativo restava ancora e gli dispiaceva per lei, la metà del volto sano mostrava una bellezza che poteva rivaleggiare persino contro quella di Frigga. 

«Sono buone notizie?»

Thor fu riscosso dai suoi pensieri e alzò il viso sulla regina, mentre prendeva un calice di vino per bere, e si sforzò d'ignorare la mano scheletrica che stringeva l'oggetto limitandosi solo ad annuire frettolosamente «È solo un semplice messaggio da parte di un'amica».

Swan Ice- L'Anello del NibelungoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora