Capitolo 92

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Con la sua calligrafia aggraziata, Frigga siglava svariati documenti in parte importanti che spadroneggiavano sul pregiato di legno che adornava uno dei gazebi esterni che si affacciava sui giardini profumati e fioriti, separato da essi con delicati tendaggi dal tenue colore rosato e colonne di marmo dorato a fare da sostegni.

Mancavano pochi giorni al ritorno di Odino ad Asgard, meno di cinque senza dubbio, e le cose cui pensare erano molte. A cominciare dal rassettamento dei suoi appartamenti personali che erano andati avanti per tutta la mattina per rimuovere le lenzuola o le tende e spolverare i mobili che li riempivano.

Un lavoro estenuante dover badare a ogni preciso dettaglio, per questo era solita sedersi all'aperto per ricevere tranquillità e siglare documenti o scartoffie inutili per conto di Thor. Una cosa di cui era certa, era che non sarebbe tornato a mani vuote dopo un tempo così prolungato trascorso a Svartalfheim sebbene non sapesse niente della trattativa con Alyon. Non parlava con suo marito dall'ultima litigata che avevano avuto, prima di partire per Alfheim con Lise, e non si erano lasciati proprio nei migliori dei modi. La sua ossessione per Lise poteva sfociare in qualcosa di molto più grave e ora che ad Asgard c'era anche Sigyn, non poteva adagiarsi sugli allori.

Niente sfuggiva all'occhio scrutatore di Odino, avrebbe smascherato il suo sortilegio nel giro di un battito di ciglio se avesse posato lo sguardo su di lei. Non poteva scordare il modo crudele con cui l'aveva fatta arrestare, con le catene ai polsi per gettarla due giorni nei sotterranei come una qualunque criminale, tutto per colpa sua.

Se fosse rimasta nascosta nei propri alloggi, con Sigyn a guardia invece di voler impugnare una spada per combattere, forse non sarebbe stata ferita e quella ragazza incolpata di non aver saputo rispettare l'ordine impartitole. L'amore che Padre Tutto nutriva nei suoi confronti molto spesso era eccessivo, poteva comprendere quale fosse la ragione di tutto quell'attaccamento nei suoi confronti ma accusare Sigyn di essere un'inetta, quando fu lei stessa a disobbedire agli ordini di suo marito, era gravissimo.

Prese un profondo respiro, posando la piuma d'oca sul tavolo per volgere lo sguardo ai giardini che la circondavano, brulicanti di dame o lord che passeggiavano e chiacchieravano tranquilli con il rumore delle fontane di pietra a sovrastare tutto. La giornata era bellissima, il cielo della tarda mattinata era di un azzurro brillante e fu curiosa di sapere che cosa stava facendo Lise. Forse una domanda stupida conoscendo quella bambina, era possibile che fosse già andata in giro a cavalcare.

Prese il calice d'oro che spiccava sul tavolo e bevve un sorso di vino elfico che la regina le aveva donato, trovando delizioso il sapore fresco dell'uva. Prelevò uno spicchio di arancia dal vassoio contenente piccoli pezzi di frutta fresca e appena tagliata, gustando il sapore appena aspro del frutto.

«Vostra Maestà.»

Si volse verso una delle sue dame di compagnia «Sì?»

«Lady Sigourney chiede udienza da voi.»

Sorrise e si pulì le dita in un tovagliolo di leggero cotone che spiccava di fianco al vassoio «Falla avvicinare».

Non dovette attendere molto, Sigyn entrò nel gazebo salendo i brevi gradini, seguendo la ragazza che si fece da parte per reggere la tenda di raso e farla passare.

Le sorrise calorosamente, alzandosi dal divanetto «Benvenuta.»

«Maestà.»

S'inchinò e Frigga scosse la testa, avvicinandosi a lei «Non servono queste cerimonie, anzi, la tua visita é più che gradita».

«Grazie Maestà.»

Ricambiò il suo sorriso e la prese per un braccio, affiancandola «Vieni, passeggia con me».

Swan Ice- L'Anello del NibelungoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora