Capitolo 130

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Il colpo energetico scagliato dalla lancia, colpì il bersaglio di legno fino a mandarlo in frantumi sotto gli sguardi attoniti dei generali presenti e dei suoi guerrieri, che si compiacquero del colpo ben riuscito tanto quanto lui nell'osservare con soddisfazione la magnifica arma che Eitri aveva fatto fabbricare. Se la girò tra le mani come un gioiello da dover ammirare e degno di essere considerato tale, la punta di metallo quasi brillava contro i raggi del sole «Magnifica, esattamente come avevi promesso».

«Avevate dubbi?»

Guardò Eitri, il nano era forse più soddisfatto di lui e fu a lui che consegnò la lancia appena usata, che andò depositata insieme alle prime duemila che l'esercito aveva già ricevuto, raggruppate in appositi angoli della vasta armeria. Le sue esperte mani presero uno scudo di forma circolare dalle mani di un altro nano che porgeva tale meraviglia posta all'interno di un fodero protettivo e glielo porse.

Prese l'arma, l'impugnatura era sufficientemente grande ed ergonomica, utile per i movimenti. Il metallo di cui esso era rivestito brillava con riflessi argentati e lo stemma della casa di Odino splendeva, inciso elegantemente sulla parte frontale dello scudo: l'Yggdrasil con ben nove gemme colorate in maniera differente, ognuna disposta nel punto esatto cui sorgono i reami che compongono la struttura del cosmo «È molto leggero».

«Altezza.»

Alzò lo sguardo dallo scudo per rivolgerlo verso Eitri e i suoi riflessi attivi lo guidarono ad alzare quello scudo poco prima che un colpo di blaster lo centrasse. Udì il suono acuto del plasma e il rimbalzo sullo scudo che accompagnarono l'urlo dei generali presenti. Fu con il cuore in gola che schiuse un occhio e abbassò l'arma di difesa per guardare il nano, con l'arma fumante tra le mani e un sorriso divertito sul volto.

Lo stesso fumo si alzava dalla superficie frontale dello scudo che Thor osservò, spalancando gli occhi per il miracolo di trovarsi a osservare l'oggetto miracolosamente intatto e privo di graffi o bruciature. Lo stesso stupore era palese anche sui volti dei guerrieri e dei soldati presenti, che si guardavano tra loro.

«Leggero e resistente» Disse Eitri, che posò il blaster sul tavolo per avvicinarsi e prendere lo scudo della sua mano, sollevandolo perché tutti potessero osservare la superficie riflessa e incisa, intatta «Il metallo di cui sono fatti questi scudi è molto spesso e rinforzato, le gemme che qui potete osservare e che sembrano essere un ornamento decorativo di pochissimo conto, in realtà solo dei generatori di scudo. Si attivano automaticamente quando essi sono colpiti e come avete visto, la barriera impedisce che lo scudo s'infranga o si distrugga. Gli stessi accorgimenti sono stati riportati anche sulle armature».

Ne furono tutti sorpresi e Thor lo fu a sua volta, il lavoro svolto era soddisfacente, forse più di quanto avesse mai immaginato. Con simili armi e tali protezioni, le perdite sarebbero state sicuramente minime per Asgard «Vi ringrazio mio signore».

«Lo considero un piacere. E adesso, passiamo alle cose più serie» Schioccò le dita e un nano si avvicinò porgendo a Eitri un cilindro di cuoio da cui tirò fuori una pergamena che srotolò sul tavolo, dinanzi a tutti i presenti. Era l'immagine di un Drakkar «Il progetto che ci avete chiesto. Considero i Drakkar una delle mie opere più riuscite ed è un piacere sapere che avete intenzione di ristrutturarle, il progetto dovrebbe essere così alla fine dei lavori di riparazione».

Lo schema presentava almeno dieci cannoni su ogni fiancata più altri dieci nella parte inferiore dello scafo, una parte questa che mancava nelle navi. La prua era sempre la stessa ma era stato aggiunto un secondo cannone nella bocca dentata del drago e c'era un'altra novità, una pietra dalla forma romboidale posta sulla cima dell'albero maestro che indicò con il dito «Che cosa sarebbe questo?»

Swan Ice- L'Anello del NibelungoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora