Capitolo 159 parte 2

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La fortezza era un insieme di diverse costruzioni poste su più livelli d'altezza che si ergevano lungo le montagne e sulle molte sporgenze, immense strutture circolari erano costruite sulle parti superiori delle alture, delle quali si vedevano solo le alte mura di marmo bianco e oro. Diversi palazzi dalle torri squadrate ornate di merlature alternate a costruzioni circolari dal rivestimento superiore a forma di cupola rivestita d'oro, si ergevano verso l'alto, attorno alla quale svolazzavano quelli che a una prima occhiata potevano sembrare uccelli ma che, in realtà, erano cavalli alati come si poteva riconoscere dai molti nitriti che si perdevano nel vento.

Le strutture erano di pietra bianca e così anche la cinta muraria che circondava l'intera Folkvangar, il palazzo principale era raggiungibile da una rampa di scale mediante ponte di pietra eretto su pilastri che sporgevano dall'acqua, abbellito da un arco e con due statue ai lati, raffiguranti due guerriere in armatura con grandi ali spiegate e con le mani poggiate sui pomi delle lunghe spade rivolte verso il basso. Uno splendore fatto d'oro e di marmo, di pietra e di verde incontaminato che non aveva perso il suo prestigio nonostante l'ordine fosse caduto in disgrazia.

Era una meraviglia per gli occhi, un gioiello di magnificenza che brillava al sole ormai alto nel cielo.

La navetta atterrò dolcemente sulle acque, procedette con una lenta navigazione fino al ponte di pietra accanto al quale si fermò. Le ali della nave furono abbassate ed essa fu legata al ponte, così che la corrente non la trascinasse lontano da lì.

La ragazza scavalcò il bordo per prima, aiutando la regina a fare altrettanto e lei fu l'ultima. Alzò il viso sulle strutture della fortezza, osservò ogni cosa senza fiato, in estasi, ammirando soprattutto le due statue dorate alte probabilmente trenta metri, sulla superficie d'oro si riflettevano i raggi del sole.

«Venite.»

Rivolse lo sguardo alla ragazza, la seguì affiancando Frigga nel percorso lungo il ponte di pietra, superando l'arco per cominciare così la lunga salita dei gradini, oro e marmo bianco che si univano in un perfetto connubio che mescolava insieme i due materiali per realizzare magnifici decori e intrecci sulle scale. Salendo i gradini, notò i molti vessilli che sventolavano lungo le balconate o le mura, arazzi dallo sfondo azzurro con un simbolo dorato ricamato sopra, lo stemma delle Valchirie.

Il palazzo centrale si faceva più vicino, più grande con la sua cupola dorata che si ergeva timida e fiera nel mezzo di torri imponenti di diverse dimensioni o altre strutture cilindriche poste nelle altre parti della vasta conca in cui si trovavano. Anche i portoni si facevano più vicini, erano grandi e sagomati per sembrare la punta di una lancia, in oro con intarsi e con lo stesso simbolo impresso al centro dei battenti, in rilievo. Le colonne erano di marmo bianco con intrecci dorati impressi fino ai capitelli e lungo le trabeazioni.

Cominciò a notare le prime figure che si sporgevano dai ponti sospesi e dalle numerose terrazze, erano donne, incuriosito forse dai visitatori inaspettati e tutte o quasi indossavano armature o abiti comuni di preziosa foggia con lunghi mantelli ornamentali.

Arrivarono alle porte, lì si fermarono.

La ragazza batté diverse volte il pugno sui battenti ed essi si aprirono lentamente, mostrando loro un vasto cortile circolare con una lunga passerella di marmo posta al centro di erba e alberi, dove si trovavano a passeggiare molte donne che si fermarono a guardarle, accigliate, curiose, alcune sospettose anche. I loro sguardi la trapassavano come spade, si sentiva a disagio «Non sembrano amichevoli».

«Le Valchirie diffidano dei visitatori» Spiegò la ragazza «Brunhilde soprattutto, potrebbe non apprezzare la vostra visita. Dovrete essere convincenti e dirette, non le piacciono o giri di parole o le adulazioni e prova rancore per i reali».

Swan Ice- L'Anello del NibelungoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora