Capitolo 59

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Il retro della sontuosa carrozza era stato caricato con vari bauli dalle dimensioni più varie dai servitori che s'indaffaravano per legarli con spesse corde. Le guardie Vanir salivano in sella ai loro cavalli, armati di lunghe lance dalle punte argentate, con loro c'era anche Skurge l'Esecutore, con la sua brillante armatura. Stallieri e attendenti tenevano fermi gli animali mentre Skadi e Freya si apprestavano a scendere i gradini di marmo seguite dalle loro ancelle.

Sorrise loro, attendendole accanto alla carrozza e tese le braccia alla prima per salutarla con un caloroso abbraccio «Fai buon viaggio».

«Grazie per la vostra ospitalità, è stata una settimana molto bella. Mi rincresce soltanto che mio marito non abbia accettato la vostra proposta, la sua rabbia non ci permette di poterci trattenere oltre.»

Si allontanò per guardarla negli occhi, scorse il suo rammarico nelle iridi violacee e sorrise «Sappiamo come sono fatti i nostri mariti e non possiamo fare altro che convivere con loro e le decisioni che essi prendono, per quanto spesso esse siano crudeli. La sua rabbia è comprensibile, ora è di Vanaheim che devi occuparti».

Annuì lei.

Spostò poi la sua attenzione sulla giovane Freya, i cui occhi viola come quelli di sua madre erano lucidi. La abbracciò a sua volta «Mi mancherai cara».

«Non mi sono divertita così tanto in vita mia, è stato piacevole essere qui con voi, Maestà» Si voltò verso il palazzo, alzò la testa deliziosamente acconciata verso le torri più alte «Mi piacerebbe poter salutare quella bambina»

Frigga, sorrise. Volse a sua volta lo sguardo verso le torri più alte. Il sole del primo pomeriggio colpiva le numerose vetrate e l'oro della costruzione con i suoi raggi, la luce riflessa sulla superficie lucida creava dei giochi di luce capaci di accecare chiunque. Le stanze di Loki non davano su quella parte di facciata ma il pensiero correva lo stesso a Lise «Lo farò io».

Lei annuì «Grazie».

Le lasciò un'ultima carezza sulla guancia prima di allontanarsi per permettere a madre e figlia di poter salire in carrozza, entrambe aiutate da un valletto. Le ancelle delle due salirono sulla seconda carrozza, da sole.

Gli eleganti sportelli furono chiusi, lo scocco di frusta sul dorso dei cavalli cominciò a farli avanzare e le carrozze cominciarono a muoversi per allontanarsi, i soldati facevano loro da scorta con un trotto leggero, tenendo ben alte le lance. I pesanti portoni che separavano il cortile dal ponte, si aprirono, le carrozze cominciarono a proseguire su di esso lentamente. Il tintinnare degli zoccoli e il legno delle ruote che giravano si faceva sempre più distante così come il corteo, che divenne sempre più piccolo e lontano, una macchia luccicante.

Sparirono nell'osservatorio e il prolungamento del ponte si rivolse verso il cosmo libero, perdendosi oltre la linea dell'orizzonte. Capì che avevano definitivamente abbandonato Asgard quando il ponte si chiuse.

La corte radunata cominciò a sparpagliarsi e Frigga prese un profondo respiro, si lisciò le pieghe del lungo abito che indossava e si voltò per rientrare all'interno del palazzo reale. La piccola scorta di dame le fu dietro, seguendola lungo i molti corridoi che portavano alla sala del trono deserta e troppo ampia, ognuna delle quali portava tra le mani un vassoio. I grandi vessilli erano stati rimossi dalle pareti, i soldati che di solito sorvegliavano la sala e l'alto scranno non erano presenti, probabilmente si attendeva il cambio.

Raggiunse la sala del concilio e bussò tre volte.

«Avanti.»

Al permesso di Thor, aprì la porta. Lo trovò seduto alla scrivania, chino su registri e pergamene. Entrò solo lei, incrociò il suo sguardo che finalmente si alzò dal registro e le sorrise «Madre».

Swan Ice- L'Anello del NibelungoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora