Il lucente sole di New York illuminava la città con una luce abbagliante che si rifletteva sulle finestre delle case di fronte e sulle altissime vetrate dei grattacieli che sorgevano verso il cielo limpido, tipico dell'estate. Gli elicotteri sorvolavano l'immensa metropoli mentre le macchine sfilavano in fila sotto la strada, suonando clacson assordanti e Sigy osservava quello scenario visto e rivisto migliaia di volte con distacco, dalla vetrata della piccola stanza da letto di sua figlia, stretta in una coperta che strofinava fino al pavimento.
Aveva passato due notti in bianco a piangere ed entrare nella cameretta di Lise era stato un colpo durissimo. Metterci piede le aveva fatto salire un intenso senso di angoscia che la accompagnava da quando Thor l'aveva portata ad Asgard e che si era incrementato dopo che era andato a trovarla. Sospirò e si allontanò dalla vetrata per dirigersi verso l'entrata della porta e accese la luce del lampadario per guardare le cose superflue che aveva lasciato.
I libri di scuola e i vocabolari riempivano la scrivania ordinata e privata del computer portatile. Le mensole di legno erano piene dei suoi pupazzetti e delle sue bambole, inutilizzate da anni ma ben tenute. Il letto era intatto, perché erano due notti che nessuno ci dormiva.
Guardare quella stanza, per lei, era un duro colpo. Non si era mai sentita così sola come adesso e aveva passato le ore a sfogliare le vecchie foto di quando Lise era bambina fino a quelle più recenti, perché neanche la televisione o la musica dello stereo riuscivano a farla rilassare.
Quando passava davanti a uno specchio, evitava di guardarsi per non vedere il suo aspetto cadaverico. Occhi gonfi e neri, volto pallido, capelli scomposti e spettinati. Non aveva voglia di uscire né di chiedere che le ferie fossero ritirate per andare a lavoro, non si sentiva in forze e avrebbe anche dovuto lavorare sull'attacco a Central Park. I notiziari internazionali avevano divulgato la notizia, c'era chi già accusa i Vendicatori e chi si era scagliato contro Thor, lo S.H.I.E.L.D. aveva cercato di lavorare per evitare il panico generale, avrebbe dovuto esserci lei ma preferì che fossero altri a sbrigarsela.
Con un sospiro, si avvicinò al letto. Sul comodino di fianco, spiccava una recente foto di Lise. La prese in mano e la guardò, per passarci sopra la mano come se potesse accarezzare tramite il vetro gelido le sue guance morbide, i suoi capelli di seta. Le parole di Thor erano sempre lì, nella sua mente e bruciavano dentro il suo cuore già fin troppo martoriato dal dolore.
Una goccia cadde sul vetro e poi un'altra.
Strinse la foto al petto e si lasciò cadere sul morbido materasso e sprofondò il viso sul cuscino che profumava ancora del balsamo alla camomilla che Lise si passava tra i capelli. Avrebbe desiderato che fosse lì con lei, voleva raggiungere Asgard, starle accanto e sussurrarle che andava tutto bene e che non era sola. Aveva bisogno che le fosse vicina. Era tutto quello che le restava di quell'amore maledetto, tutto ciò che le era stato lasciato, che lui le aveva lasciato, e non poteva perderla.
Il campanello di casa suonò con tale insistenza da farlo quasi impazzire e Sigy spalancò gli occhi, sobbalzando sul letto. Chi poteva essere?
Si alzò dal letto, posando la fotografia sulle coperte, asciugandosi velocemente gli occhi, e uscì dalla stanza. Quel maledetto campanello continuava a suonare senza sosta e rischiò di cadere più volte dalle scale mentre si affrettava a scendere i gradini «Ho capito, un attimo!»
Corse subito ad aprire la porta di casa, trovandosi davanti a niente meno che un insolito Nick Fury con un cappello con visiera sulla testa, abiti più formali come pantaloncini di cotone e una maglietta a maniche corte. Lo trovava alquanto insolito e non poteva che squadrarlo dalla testa ai piedi «Nick, sei...»
«Un semplice vecchietto che si sta facendo una passeggiata, lo so!» Entrò in casa senza darle neanche il tempo di permetterglielo, guardandosi attorno come se fosse la prima volta che ci metteva piede.
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Swan Ice- L'Anello del Nibelungo
FanficTre anni dopo la Battaglia di New York, tutto procede tranquillamente, questo fin quando Ailìs Swan, una ragazzina di dodici anni, non entra in possesso di un antico e pericoloso oggetto che spinge Thor a dover mettere da parte le divergenze con Lok...