Capitolo 91 parte 2

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Bussò con energia ben tre volte prima di poter entrare, trovandosi all'interno di un sontuoso ambiente molto elegante, con poltrone e divani in oro e velluto rosso, un grande camino di pietra e marmo, pareti affrescate con scene di battaglie e scudi ornamentali.

Si diresse verso il corridoio di fronte, lungo e privo di finestre. Dava su due sbocchi diversi, se ben ricordava il primo a sinistra, portava all'armeria, mentre il secondo allo studio e la porta di quest'ultimo spiccava in fondo alla parete.

Si diresse lì, verso il battente di legno e intarsi. I decori erano degli intrecci scavati nel legno stesso e c'erano due bellissime colonne di marmo ai lati della porta, dai capitelli riccamente abbelliti.

Bussò due volte e sentì la voce di Thor invitare a entrare.

Abbassò la maniglia e aprì il battente quel tanto che bastava per farsi vedere e sorrise «Buon giorno».

«Sigy, buon giorno.»

Si alzò dalla poltrona e lei entrò all'interno della stanza, ammirando le preziose librerie di legno elfico che abbellivano le pareti, la scrivania e stupendosi per la quantità di volumi e carte che la riempivano fino a sommergere il viso del Tonante.

Thor alzò dalla poltrona per chiudere la porta dello studio e poi le si rivolse ma la prima cosa che fece, fu di corrugare la fronte «Che cos'hai? Sembri scossa. Hai pianto?»

«Pianto? Perché?» Provò un certo turbamento, non si era guardata allo specchio quando era uscita dalle stanze di Loki e non voleva che Thor facesse domande.

Lui scrollò le spalle «Hai gli occhi arrossati. È successo qualcosa? C'entra Loki?»

Ecco, come aveva pensato. Si limitò a sorridere e scuotere la testa, perché non voleva tornare sull'argomento «No, tranquillo. Comunque, sono venuta per parlarti di una cosa alquanto urgente che non può aspettare».

«Certo, accomodati.»

Al suo consenso, lo superò per avvicinarsi alla scrivania ingombra di carte e libri e adagiò lì il computer per sedersi alla poltrona mentre Thor faceva lo stesso, dalla parte opposta. Quando anche lui fu comodo, cominciò «Ieri ti ho detto che sulla Terra é scoppiato un piccolo disastro».

«L'hai più paragonato a una specie d'inferno.»

«Lo so, perché purtroppo è così. Abbiamo un grosso problema che ti riguarda da vicino. Il Governo vuole farti fuori dal Programma Avengers.»

La botta non fu niente meno di quello che aveva temuto, Thor era rimasto spiazzato, allibito. Il suo volto sbiancò di colpo e si drizzò con la schiena «Cosa? Ma come?»

«La situazione non è semplice. Sostengono che tu non sia una risorsa per il pianeta ma una minaccia e vogliono che tu non metta più piede sulla Terra. Adesso la situazione è in una fase di stallo, Fury e gli Avengers si stanno occupando di tenere a bada i senatori e di convincere il presidente a non estrometterti ma c'è in corso un processo ai tuoi danni.»

«Un processo? E da quando sono diventato un criminale?»

«Thor...»

Non poté ribattere, perché lui si alzò di colpo dalla sedia e sbatté le mani sul tavolo «Io sono Thor, Figlio di Odino e Dio del Tuono, ho la Terra sotto la mia tutela e nessuno può permettersi di mettere in discussione ciò. Non possono cacciarmi in questo modo!»

«Tecnicamente sì, hai applicato la firma su un documento per far parte dei Vendicatori e loro possono decidere di farti fuori quando e come vogliono.»

«Bene! Che me lo dicano in faccia, allora! Se pensano di farmi fuori o di cacciarmi dalla Terra, hanno sbagliato i loro calcoli!»

«Ed è qui che ti sbagli Thor! I loro calcoli sono più che precisi, invece» Alla sua risposta, Thor fu costretto a doversi placare e la guardò basito. Per fortuna che Sigy aveva previsto questa reazione, e che aveva portato il computer, che aprì per accenderlo «Mentre il computer si avvia, dimmi un po': Che cosa sai dell'Hydra?»

Swan Ice- L'Anello del NibelungoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora