Capitolo 164

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Guardare Loki e Sigyn insieme, per quanto fosse poco rispettoso spiarli, era un piacere per gli occhi ed era soprattutto piacevole sentir suo figlio rivolgersi a Lise come sua figlia, una notevole differenza rispetto a prima, quando per lui altro non era, che una ragazzina straniera proveniente da un pianeta retrogrado, deciso a ignorare il suo sangue e la sua identità. Qualcosa finalmente era cambiato in meglio, era proprio ciò che si era aspettata accadesse quando aveva preso la decisione di lasciare Lise nei suoi appartamenti anziché rispettare le volontà di Thor e portarla altrove, una volta di più i suoi piani avevano trovato un fondamento.

Era salita per parlare con Sigyn, a quel punto non aveva alcun senso restare lì e disturbarli. Si allontanò da quel muro e tornò indietro, sollevando la veste per scendere i gradini e tornare nella grande sala affollata da poche persone. Non c'era di che meravigliarsi, Asgard aveva subìto un duro colpo che ben presto avrebbe vendicato non appena fossero partiti per Niflungar e come Sigyn era disposta a salire a bordo di una nave anche di nascosto ai suoi figli per raggiungere quel pianeta. Salutò con sorrisi e poche parole i pochi nobili che incrociavano il suo sguardo, conversò per poco con alcuni di essi e avanzò lungo la sala per avvicinarsi a Thor, che conversava con i tre guerrieri accanto una colonna, probabilmente stavano preparando alcuni dettagli del piano a giudicare da come sussurravano e da ciò che si dicevano.

Parlavano dei Drakkar e degli equipaggi che dovevano radunare alla baia, chi doveva eseguire tali ordini e raccogliere i mille uomini accampati nel bosco, lontano dagli sguardi di Padre Tutto.

«Miei signori.»

Il suo richiamo portò la conversazione a interrompersi e i guerrieri s'inchinarono mentre Thor si voltò a guardarla con un sorriso «Madre».

Lo ricambiò.

Suo figlio guardò nuovamente i suoi guerrieri «Ci vediamo dopo».

I tre guerrieri acconsentirono e si congedarono con un inchino per sparire nella sala.

Lei e suo figlio si guardarono, Thor le porse il braccio e accettò, allontanandosi con lui da quella colonna per passeggiare insieme lungo la sala e uscire su una delle balconate. Il venticello fresco sfiorava la sua pelle e i suoi capelli parzialmente acconciati, il profumo dei fiori che abbellivano la ringhiera colpiva le sue narici e lo inalò a pieni polmoni «Stavi organizzando gli ultimi dettagli del piano?»

«Sì. Stiamo organizzando il raduno degli equipaggi e degli uomini raccolti dai vari villaggi vicini, sono accampati nel bosco. Grazie alla tua magia, nessun corvo è riuscito a vederli e se tutto va come stabilito, lasceremo Asaheim senza alcun intoppo.»

«Una buona notizia.»

Annuì.

«I messaggi sono già partiti per gli altri reami?»

«Questa mattina all'alba e ho mandato Astrid a Folkvangar, le valchirie maggiori dovranno recarsi alla baia, partiranno con noi e caricheremo i loro cavalli a bordo dei Drakkar disponibili, credo che dovrebbero bastare cinquanta navi. È ciò che abbiamo a disposizione e dobbiamo farcelo bastare se vogliamo partire.»

«Bene» I Drakk erano un numero inferiore a quello stabilito all'inizio, ma era comunque qualcosa, l'importante era che non partivano sprovvisti di navi e con il resto delle armate provenienti dagli altri regni, il problema non si poneva comunque, avrebbero smistato il resto delle loro armate anche sulle altre se fosse stato necessario. Ora, era necessario doverlo informare della sua decisione riguardo alla sua partenza «Thor, credo che sia giusto informarti che io intendo seguirvi a Niflungar non appena sarà l'ora di partire».

Non lo guardò negli occhi ma intravide che lui lo fece.

«Sono consapevole che sia rischioso per me ma come regina, ho il diritto di seguirvi e di combattere se necessario. Ti prego di non ribattere su questa mia decisione a riguardo e di non parlare una volta in più di Malekith e dell'attacco ad Asgard di quel giorno» Fu severa ma inevitabile che si rivolgesse a Thor in tale modo, da quando ne aveva ormai recente memoria l'argomento preferito di entrambi i fratelli da tirare fuori in occasioni come quella, era l'attacco degli Elfi Oscuri appartenenti a Malekith e alla sua fazione. Comprendeva bene di aver rischiato molto quel giorno per proteggere Jane Foster e che se non fosse per il tempestivo intervento di Fenrir guidato da Loki, probabilmente l'avrebbero uccisa e a tutti piaceva ricordarglielo, forse era un tentativo di farla desistere da certi propositi ma era blando e inutile per quando comprensibile, soprattutto perché proveniva dai suoi figli.

Swan Ice- L'Anello del NibelungoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora