Capitolo 75

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I giardini reali erano meravigliosi, fontane di pietre, statue e siepi verdeggianti e fiorite facevano da padrone, ammirate dagli Elfi che passeggiavano e dalla stessa Frigga, che ammirava dall'alto della sua balconata il magnifico spettacolo che si parava di fronte al suo sguardo luminoso. Guardandosi attorno, si stupiva di quanto Caras Paraviel non fosse mutato di un giorno, sebbene nel corso degli anni si fosse ingrandito, poiché il suo ricordo di quel luogo incantato risaliva ai suoi primi tempi come regina.

Ricordava bene la prima volta che si recò lì, era appena sposata a Odino ed era una ragazza curiosa che non conosceva niente del mondo al di fuori di Fensalir, non aveva mai viaggiato e ciò che conosceva dei reami su cui si era ritrovata a governare lo aveva appreso dai libri che suo padre le procurava quando tornava dai suoi viaggi dalla capitale.

Era rimasta affascinata da Alfheim e dal suo magnifico castello, dalla città di Lorien e dalle sue costruzioni, dal bosco e dai laghi azzurri, il desiderio di vivere lì l'aveva sfiorata molte volte, strappandola alla realtà di essere regina di Asgard e che il suo posto era nel suo di palazzo e lì avrebbe vissuto fino alla fine dei suoi giorni come consorte del re e avrebbe dato alla luce i figli che avrebbero concepito insieme, sebbene non fosse stato proprio così, almeno per quanto riguardava Loki.

Prese un profondo respiro, inalando l'aria pulita e profumata a pieni polmoni, mentre lo sguardo si spostava da un punto all'altro, anche sugli elfi che passeggiavano per i molti ponti sottostanti e per i giardini, parlando tra loro, eleganti ed eterei come creature esotiche provenienti dai racconti più antichi, ben diversi dagli Elfi Oscuri di Svartalfheim.

Era stata anche lì e il perenne buio del cielo, l'aria satura, i deserti rocciosi e la tetra fortezza le gettavano angoscia addosso e risucchiavano ogni fibra di felicità. Era un ambiente inospitale e oscuro come loro, e riteneva una grande fortuna che Odino avesse deciso di recarsi lì da solo.

Dei profondi colpi alla porta la destarono dai suoi pensieri e si voltò verso l'interno, facendo cenno a una delle ancelle di aprire il battente e Fandral fece la sua comparsa sulla soglia, battendo i talloni ed eseguendo un saluto militare.

«Vostra Maestà, sono ai vostri ordini.»

Frigga, rientrò nella stanza, rivolgendosi alle ancelle «Uscite, per favore. Recatevi da Lady Lise e assicuratevi che tutto proceda bene».

Le ragazze svanirono all'istante, chiudendosi la porta alle spalle.

Lei si avvicinò a Fandral, che attendeva ordini da parte sua, e non poteva mascherare la sua preoccupazione «I turni di guardia sono stati già organizzati, suppongo».

«Sì Maestà.»

Annuì e si accomodò sulla poltrona, composta «Vorrei esserne informata».

«Certamente. Abbiamo disposto soldati a ogni parte di corridoio che comprenda le vostre stanze personali e quelle di Lise Swan. La vostra scorta privata sarà guidata da Theoric, io sarò a guardia della bambina come Thor ha stabilito.»

In parte fu rassicurata, se era Fandral il guardiano di Lise era già qualcosa. Lei sapeva difendersi bene ma per quanto anche Lise, e non lo metteva in discussione, fosse in grado di cavarsela, era pur sempre una bambina e andava sorvegliata.

Tuttavia, non bastava «Quanti soldati saranno di guardia alle nostre porte nei turni notturni?»

«Dieci saranno a guardia di entrambi i corridoi.»

«Dieci?» Strabuzzò gli occhi, soprattutto quando lui annuì. Dieci soldati per due corridoi, significavano cinque guardie alle rispettive porte e non erano per niente sufficienti. Alfheim, per quanto ben protetta, e Caras Paraviel, per quanto traboccante di soldati ben addestrati, non era comunque un luogo sicuro con ciò che Lise portava al dito e questo la portò a scuotere la testa, con disapprovazione.

Swan Ice- L'Anello del NibelungoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora