I giorni che separavano Asgard dall'arrivo dei Vanir erano passati velocemente e Lise ne aveva sentito la frenesia sulle proprie spalle e l'aveva sperimentata con i propri occhi. La servitù guidata da un'instancabile Frigga, aveva trasformato il palazzo reale, già abbastanza appariscente di suo, in un rigurgito di fiori e stendardi che sventolavano dai mille balconi presenti lungo le torri. Ogni pavimentazione, i mille affreschi alle pareti e ogni sala presente era stata tirata a lucido più del normale e su quel marmo ci si poteva addirittura specchiare per quanto brillava.
Inoltre, aveva sentito che quei giorni coincidevano con i festeggiamenti di una particolare festività, il Solstizio d'estate. Aveva chiesto a Frigga che cosa fosse, in pratica celebravano il picco dell'estate e avevano unito i due eventi essendo che avvenivano nello stesso giorno. In pratica, il torneo che si sarebbe svolto l'indomani, non era solo in onore della famiglia reale in visita, ma anche di quella festa e secondo la regina. Tutta Asgard si stava preparando a celebrarla, diceva che ogni anno la città si decorava con fiori e decori colorati.
Thor non si era fatto vedere mai, chiuso continuamente nel suo studio o nella Sala del Concilio, che non aveva ancora capito dove si trovasse, a fare conti oppure occupato a sistemare ogni cosa per i giochi e le giostre. Aveva curato nel minimo dettaglio, la disposizione dei palchi, delle arene affollate da guerrieri e cavalieri che si addestravano ancora per prendere parte ai tornei della giornata. Erano stati sistemati gli stendardi recanti i simboli araldici delle varie case nobili, nonché delle famiglie reali stesse. Aveva tentato di andare da lui più di una volta, anche per chiedergli come stava, ma la risposta era sempre che non aveva tempo e lo vedeva correre a destra e manca seguito da soldati, oppure da uomini con in mano grossi registri dall'origine e dal contenuto a lei sconosciuto.
Non che poi lei avesse di che cosa lamentarsi a fatto di noia, poiché tra i mille impegni di Frigga, c'era anche quello di farle confezionare un vestito per l'imminente ricevimento. Aveva trascorso i primi tre giorni seguenti alla notizia, a scappare dalle grinfie delle ancelle o da Frigga stessa rifiutandosi di mettersi addosso un vestito dalla dubbia utilità che l'avrebbe resa solo una bambolina impacchettata.
Il resto della settimana, era stata costretta a trascorrerlo per ore intere in piedi su uno sgabello nella sartoria di corte per prendere misure, sopportare gli spilli dei tessuti che le sarte le mettevano addosso mentre cucivano e i discorsi inutili delle nobili e delle dame di corte sull'abito che avrebbero indossato, sui gioielli che avrebbero acquistato e soprattutto quanto interesse il vestito più scollato o quello più decorato avrebbe suscitato su Thor e Loki. Se ne avesse avuta l'occasione, si sarebbe strappata i capelli con le mani pur di non starle a sentire, desiderio che si realizzava solo quando Frigga faceva il suo ingresso nella vasta sala piena di telai in continuo movimento, nastri colorati, aghi, fili d'interminabili spagnolette e altri strumenti sparsi sul tavolo, abiti in preparazione per la consegna o instancabili sarte che volavano come i razzi da una parte all'altra con scrigni di perle, pietre preziose e altri imbelletti vari da cucire sui tessuti sparsi ovunque. Aveva incrociato per alcuni giorni anche Sif, mentre si faceva preparare un abito rosso e argentato.
Aveva fatto finta di non vederla, non gliel'aveva ancora perdonato il trattamento dell'ultima volta e lei non sembrava neanche disposta ad avvicinarsi a lei, la guardava sempre con quell'aria di sospetto mista a ostilità che gliela faceva sembrare ancora più antipatica. Le avrebbe rovinato il vestito nuovo se avesse potuto, solo per darle una lezione.
L'unica persona, all'interno della famiglia che, incredibilmente, non si era curata di niente, era stato Loki. Si era rifiutato di aiutare suo fratello o di contribuire in qualunque altro modo a preparare quell'accoglienza pomposa per i Vanir, preferendo di più starsene dietro la scrivania a scrivere scartoffie dalla dubbia comprensione e addestrarla con il tiro con l'arco. L'unico momento di distrazione che le era concesso in quei giorni frenetici e noiosi. Per fortuna era veloce a imparare. L'addestramento avveniva mattina e pomeriggio, nelle brevi ore di sosta che riusciva a ritagliarsi da una prova d'abito e l'altra, e in una settimana era riuscita a migliorare tantissimo. Aveva cominciato ad acquistare maggiore praticità con l'arco, non colpiva ancora il bersaglio al centro ma riusciva già a calcolare bene la distanza e a moderare la forza con cui scoccava quelle frecce con sempre maggiore abilità ed era diventata anche più veloce nella preparazione dell'arma.
STAI LEGGENDO
Swan Ice- L'Anello del Nibelungo
FanficTre anni dopo la Battaglia di New York, tutto procede tranquillamente, questo fin quando Ailìs Swan, una ragazzina di dodici anni, non entra in possesso di un antico e pericoloso oggetto che spinge Thor a dover mettere da parte le divergenze con Lok...