Capitolo 34

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L'incantesimo d'invisibilità che aveva lanciato su se stesso dava i suoi frutti. Il gruppo di elfi imbecilli stava facendo quello che lui si era aspettato, cercarlo per tutte le stanze di quegli appartamenti bui. Un banalissimo incantesimo di oscurità che aveva risucchiato tutta la luce dalle lampade, gli sarebbe bastato eseguire la magia inversa per farle tornare a funzionare e illuminare tutto ma pensava che così fosse più divertente. Non si stupiva che Sif non se ne fosse accorta, le avevano gettato addosso un incantesimo del sonno per farla crollare a terra come un sacco di patate.

I suoi piccoli giochetti, favoriti dal buio e dall'incantesimo che lo rendeva celato alla vista degli elfi, avevano fatto dividere il gruppo per ogni stanza presente e ne seguì uno verso la stanza da letto. L'imbecille non lo sentiva, si guardava attorno armato di una spada. Lo afferrò per il collo e gli tagliò la gola così velocemente da impedirgli di urlare e aprì un portale sotto i suoi piedi per scaraventarcelo dentro, così da farlo finire sulle arene.

Lo richiuse con uno sfarfallio verdastro e corse verso il corridoio per tornare nella sala principale e si nascose contro la parete.

L'altro si aggirava per tutto l'ambiente con in mano un grosso blaster. Aspettò che gli desse le spalle e, invece di colpirlo, eseguì un movimento della mano che aprì un altro portale sotto i suoi piedi, facendolo cadere nelle acque del mare, dove la corrente diventava più forte, per lasciare che fosse essa stessa a ucciderlo.

Se Thor o un qualunque altro Asgardiano, magari uno dei tre beoti in persona, fosse stato lì, lo avrebbero indubbiamente deriso dandogli del codardo perché sceglieva i trucchi di magia e le tattiche a distanza per affrontare gli Elfi. Non era onorevole battere qualcuno che non poteva neanche vederlo, ma Loki se ne infischiò, la sua tranquilla serata era stata rovinata dalla loro presenza. Al come avessero fatto a mettere piede lì, ci avrebbe pensato dopo, adesso aveva un solo obiettivo: trovare gli altri tre elfi.

Si arrischiò a uscire dal suo nascondiglio e cominciò a cercare la loro presenza nella prima stanza che incontrò. Il salotto. Era buio, non una presenza al suo interno. Sapeva che poteva essere una trappola, gli Elfi Oscuri erano specializzati nella magia delle ombre, a padroneggiare l'oscurità e a mimetizzarsi in essa.

Eseguì un piccolo incantesimo per rivelare la presenza nascosta di qualche elfo e distruggerne la protezione magica che lo rendeva invisibile e non trovò niente. Quella stanza era sicura. Camminando con la schiena contro la parete, stando attento a non urtare mobili vari, guardando sempre a destra o a sinistra, Loki si avvicinò alla biblioteca. Si sporse lentamente verso l'interno e sobbalzò, tirandosi subito indietro quando si vide davanti ad un elfo. Trattenne il respiro, restando immobile, schiacciato contro muro per evitare che lo sentisse. Per fortuna non era uno che si faceva prendere facilmente dal panico. Aspettò che gli fosse sufficientemente lontano per afferrargli il collo con un braccio e lo trascinò dentro la stanza. Le sue mani gli artigliarono il tessuto della manica, tirandolo per liberarsi ma lui non lo fece, rafforzò la presa attorno al suo collo e poi glielo spezzò con la mano. Accompagnò il cadavere nella caduta a peso morto e lo fece sparire con la magia.

Partì un colpo che lo colpì dritto alla schiena e l'onda d'urto lo mandò a sbattere contro gli scaffali di legno, che si distrussero per cadergli addosso. Loki si ritrovò stordito, perse il controllo sull'incantesimo, che sentì scivolare via come se fosse acqua, e si ritrovò un elfo che gli veniva addosso. Nonostante la testa gli facesse male, fu veloce e con la magia, sollevò da terra le travi di legno e gliele scaraventò addosso, mandandolo a sbattere contro la parete opposta, trascinandosi dietro il tavolo. Comandò la magia affinché spezzasse le travi per tramutarle in spuntoni di legno e le fece conficcare nel corpo dell'avversario, che morì impalato contro il muro.

Un altro elfo giunse e cominciò a sparargli con il blaster.

Loki evocò uno scudo per proteggersi, finendo per indietreggiare mentre l'altro avanzava. Si ritrovò con le spalle contro la vetrata, che spalancò con una mano per uscire nel balcone.

Swan Ice- L'Anello del NibelungoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora