Y/n's povtiro su con il naso, non nascondendo la confusione "che ci fai qui?" chiedo a Jungkook, che deglutisce pesantemente, ma non toglie gli occhi da me neanche per un secondo. Giro il viso verso Seo-Joon, per poi tornare a lui. Mi mostra un'espressione seria, fissa, non mi risponde. Temendo che rincominci a lamentarsi, finendo per litigare davanti all'altro e peggiorare la situazione, decido istintivamente di allontanarmi da entrambi, correndo via. Non sento i passi di qualcuno che mi rincorre. Forse ne sono grata, forse, sotto sotto..no. Dopo essere scesa dall'ascensore esco dall'edificio asciugandomi con l'avambraccio il viso. L'aria della primavera in arrivo me lo arrossisce, umido dalle lacrime e il vento sulla ferita mi fa provare un po' di bruciore e sollievo nello stesso momento. Tutto quello che ho detto poco fa mi ritorna in mente e le lacrime rincominciano a scivolarmi lungo le guance. Sono una stupida, sono una completa, totale, stupida. Abbasso gli occhi al cemento e sospiro più volte, cercando di calmarmi e di non esagerare. Chiudo le palpebre, schiudo leggermente la bocca ed inspiro, per poi espirare lentamente. Il mal di testa mi sta massacrando, le gambe mi stanno cedendo.
D'un tratto sento tirarmi la spalla con forza, una forza tale da farmi voltare involontariamente. L'improvviso calore di Jungkook mi avvolge dalla testa ai piedi e il suo ansimare distrae i miei pensieri confusionari e impazziti. Il grande palmo della sua mano è appoggiato quasi su tutto il mio capo, mentre con l'altra mi cinge in vita. Nella posizione in cui ci ritroviamo non riesco neanche a respingerlo, così mi limito a mantenere il mio corpo immobile. Il mento appoggiato sulla sua spalla, il profumo di colonia e di shampoo mi inebria le narici. Lo odio, lo odio così tanto. Non riesco a smettere di singhiozzare, cosa che mi porta a socchiudere gli occhi quasi completamente. "sono venuto a riprenderti, scema" dice poi, senza alcun senso logico. "huh?" mugolo alzando gli occhi al cielo "mi hai chiesto cosa ci facessi qui. Ecco cosa ci faccio qui. Ti riprendo". Si separa leggermente da me, reggendomi comunque allo stesso modo, spostandosi giusto per vederci in faccia. "sono venuto per riprenderti, amore mio" aggiunge spostando le mani dal mio corpo alla mia mandibola, lasciando che le sue dita si sdraino totalmente sulla mia guancia. Credo che da quando ci conosciamo, questa sia la prima volta che dice la cosa giusta al momento giusto. Guardo il suo sorriso timido ma sincero, lo sguardo perso nei miei occhi, il labbro inferiore che si morde delicatamente: emozioni scombussolate mi travolgono. Mille domande disorientano la mia mente. Vorrei poter controbattere, ma tutto questo casino non ha fatto che offuscare ancor di più la testa. All'apice della sopportazione, crollo in preda alla sbornia e affido completamente il mio corpo a Jungkook.
[...] Il nero si schiude leggermente e, seppur ancora annebbiata, la vista inizia a girovagare per la stanza. Cerco di capire dove mi trovi, ma non riesco a riconoscere a chi appartengano le pareti in mattonella bianca, le grandi finestre coperte da altrettante bianche tende. Richiudo gli occhi un paio di volte, decidendo poi di alzarmi faticosamente sul morbido materasso. Ho la gola secca, gli occhi in fiamme. "sono venuto per riprenderti, amore mio" è l'ultima cosa che ricordo quasi chiaramente. Spalanco le palpebre, è stato tutto un sogno? Mi guardo attorno: scatoloni marrone chiaro, vestiti gettati alla rinfusa di qua e di là, tutte cose che mi fanno realizzare di trovarmi nel mio appartamento. Lo sento così poco mio che non l'ho nemmeno riconosciuto. Nella testa sono ancora ferma a pareti dal color metallo e dal profumo di Jungkook che pervade ogni stanza. Dopo un lungo, pigro sospiro cerco di alzarmi, rimanendo però seduta sul materasso, non ho forze. Mi prendo il viso tra le mani e rimango in quella posizione per qualche minuto buono, accarezzandomi le guance accaldate. Un improvviso ricordo di labbra carnose a due centimetri da me compare in testa, provocando quell'arrossamento che cerco con finta foga di scacciare via. "sei sveglia". Alzo il viso. Jungkook mi viene incontro, sedendosi sul bordo del letto e porgendomi un bicchiere di acqua. Lo prendo e faccio per bere, quando mi interrompe "bevilo con queste" mi mostra un paio di pillole tenute sul palmo, che prendo e butto giù. Dopo aver appoggiato il bicchiere sul comodino ritorno con gli occhi su di lui, che rimane fermo, sguardo fisso su di me. Deglutisco e distolgo gli occhi, non riesco più a reggere il confronto diretto, non sono psicologicamente pronta. Un piccolo tonfo mi fa voltare il viso, Jungkook si è sdraiato sul materasso e guarda il soffitto, reggendosi la testa con una mano. Non so nè che dire nè che fare, così mi limito a stare ferma e zitta. "non mettere la chiave sotto lo zerbino, sai quanto è pericolosa questa città" aggiunge poi. Ignoro il rimprovero e mi alzo dal letto, indifferente alla situazione. Non direi di essere a disagio, piuttosto mi sento parecchio confusa. Arrivo in salotto e noto dalle vetrate che la sera è ormai arrivata. Deduco quindi di aver passato la giornata a dormire. Il viso di Seo-Joon mi ritorna in testa, cosa che mi porta a correre verso l'ingresso, per andare da lui e scusarmi con tutta me stessa. Sono più che certa che ora mi odi come non mai, e non lo biasimo neppure. Raggiungo la sua porta e suono il campanello. Una volta, poi due, poi tre: nessuna risposta. Che mi stia ignorando perchè non vuole più saperne di me? Mi sento così in colpa, santoddio. "E' uscito con una ragazza" sento dirmi da dietro. Mi giro e vedo Jungkook appoggiato al bordo del bancone, poco lontano da me. Ammetto di provare un po' di sollievo, anche se i sensi di colpa non vogliono sapere di andarsene. "come lo sai?" gli chiedo, raggiungendolo. "Mi ha avvisato di avere un appuntamento dopo avermi aiutato a portarti dentro" si limita, andando a sedersi sul divano. Annuisco lentamente, quando il mio nome viene chiamato. Jungkook mi chiede di raggiungerlo, così faccio un po' titubante. "siediti" mi dice. Deglutisco, ma faccio come vuole. Mi siedo di fianco a lui, qualche centimetro che ci distanzia. "appoggia la gamba sulla mia coscia" ordina, lasciandomi esterrefatta. "huh?" lo guardo male. Con la testa mi indica il ginocchio. La ferita si è quasi seccata, ma brucia ancora e c'è qualche parte scoperta all'aria. "non c'è bisogno, posso fare da sola". rispondo distogliendo gli occhi da lui. In tutta risposta la sua calda mano mi prende il polpaccio delicatamente e lo appoggia dove vuole che sia, i brividi mi pervadono. Faccio per ritrarmi, ma stringe delicatamente la presa "andiamo, sai che non mi permetterei mai..". Non so se sia stato per il tono stranamente malinconico della sua voce o per l'effetto che il suo tocco fa alla mia pelle , ma smetto di muovermi e lascio che mi medichi. Appoggia il dito intriso di crema sul punto che fa male, con una delicatezza tale da farlo sembrare solo uno sfioramento leggero. Un sospiro di sollievo mi esce dalle labbra non appena il fresco della medicina si posa sul mio ginocchio infuocato. Jungkook, reggendomi il polpaccio da sotto in modo da non farmi male, fa piegare la mia gamba di novanta gradi. Ora la ferita fronteggia il suo viso. Lo guardo stranita, ma capisco il gesto non appena il suo soffio si posa sulla mia carne per asciugare il tutto. Mi mordo istintivamente il labbro inferiore non appena il conforto mi fa stare meglio e non tolgo lo sguardo da lui per neanche un secondo, analizzando attentamente il modo in cui posa il cerotto e accarezza la zona intorno una volta finito. Lo ringrazio, ma esce uno strano borbottio che mi fa arrossire. Lui mi regala un lieve sorriso e riappoggia la gamba a terra facendo cura di non ferirmi o colpirmi. Torna poi seduto a schiena rilassata sui cuscinetti e lascia cadere il viso sul tessuto. Aspetta un attimo..
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𝐏𝐄𝐑𝐂𝐇𝐄' 𝐂𝐈 𝐒𝐈𝐀𝐌𝐎 𝐈𝐍𝐂𝐎𝐍𝐓𝐑𝐀𝐓𝐈✔️
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