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Jungkook's pov

Un leggero frastuono mi sveglia di colpo da una dormita senza sogni e ritrovandomi un attimo scombussolato dal tutto ci metto un po' a realizzare dove mi trovi. Mi guardo attorno: di y/n non c'è traccia e la cosa mi spinge ad alzarmi bruscamente dal morbido letto. Apro la porta dopo aver guardato in bagno e trovo un salotto perfettamente pulito e sistemato, sembra non fosse successo niente quella notte.. guardo l'orologio. Sgrano gli occhi e deglutisco faticosamente, y/n si è seriamente messa a pulire alle cinque del mattino? Mi giro attorno e trovo la cucina e i bagni nelle stesse condizioni della sala, un pensiero mi sorge spontaneo. Merda, y/n è sicuramente nella mia camera. Un brusco rumore proveniente dalla famigerata stanza mi conferma la tremenda supposizione e non riesco a non fremere. Corro verso di questa: perchè, perchè è dovuta entrare, santoddio. Trovo la porta aperta e y/n a terra, seduta sopra le ginocchia e a contatto con le coperte del mio letto. nonostante la veda da dietro noto dall'angolazione della testa che ha sicuramente gli occhi diretti alle lenzuola, cazzo. La frustrazione si impianta nelle mie tempie e la frenesia dovuta alla rabbia contro tanta inutile curiosità si fa strada in me, portandomi ad afferrarla per le spalle con una forza che non avevo intenzione di imprimerle. La giro di colpo in modo che possa guardarmi negli occhi e intanto la mia bocca parla senza che la testa sia ben connessa "che cazzo ci fai nella mia stanza?! chi diavolo ti ha detto di entrare?!" urlo non pienamente cosciente di ciò che sto dicendo. Ancora una volta, mi son fatto trascinare dai sentimenti. Flashback come torture attraversano la mia testa già dolorante dalla sbronza ed immagini di quella giornata giocano con le mie emozioni e manipolano il mio carattere nonostante provi con tutto me stesso a tenerle a bada. E poi, una volta che le mie pupille hanno messo a fuoco il soggetto davanti a me, mi accorgo di una cosa: rimango fottutamente spiazzato nel vedere la faccia che mi sta mostrando. È terrorizzata. I suoi lucidi, rossi occhi spalancati e le sopracciglia corrugate fanno intendere uno sguardo talmente spaventato da farmi venire la pelle d'oca. Ha le labbra leggermente schiuse, ma definitivamente rivolte verso il basso. È raccapricciante. Non la faccia che mi sta mostrando, ma come l'ho ridotta. Le ho messo cosí tanta paura?
Le mie mani lasciano il suo corpo istintivamente, come se avessi toccato a mani nude l'ardore una fiamma. Lo sconvolto mi porta a realizzare che diavolo le abbia fatto e le lacrime iniziano a scorrermi lungo le guance arrossate. Y/n non mi tranquillizza come fa sempre, bensí fa un paio di passi indietro, mantenendo la stessa espressione facciale e la cosa mi fa impazzire. "y/n..." sussurro"ti prego perd-".. "tu picchiavi lisa?" mi chiede di colpo con voce secca. ma che diavolo? "no, no che non picchiavo lisa, come ti viene in mente una cosa simile". Non mi permetterei mai di alzare le mani senza motivo, a prescindere. Lei fa un altro passo indietro "e allora cos'è tutto quel sangue" chiede con voce spezzata indicando a mani tremanti le lenzuola "praticavi sadomaso?".

Y/n's pov

A questa domanda non riesce a rispondere. Resta fisso a guardarmi "oh mio dio.." esce involontariamente dalle mie labbra, che copro col palmo della mia mano. In questo momento ammetto di essere spaventata da lui e non poco. "t-ti piaceva farla soffrire fisicamente?" chiedo, non aspettandomi alcuna risposta. "Era lei che mi obbligava" risponde invece stupendomi. Che mai vorrebbe dire "che diamine stai dicendo" incrocio le braccia ancora tremanti dallo spavento di prima. Lui si siede lentamente sulla poltroncina alla sua sinistra "lei mi obbligava a farle certe cose" dice con un filo di voce fissando il vuoto, prima di alzare lo sguardo verso di me "voleva che rimanessero impressi i segni" si ferma dal magone "di me, quando.."..mi copro le orecchie con le mani. Anche se so cosa sta per dire non voglio, non voglio ascoltare. Ammetto che ci credo, non sono stupida. La cosa si ricollega direttamente a ciò che Jungkook mi aveva detto sulla riva, al fatto che lei lo minacciava di accusarlo di violenza fisica se non fosse rimasto con lei. Era tutta una sua morbosa tattica e ci credo, credo nella sua macabra inverosimilità. Sono solo..davvero, davvero sconvolta. Quanto pesante ci andava perché convinto le piacesse? Quanta forza metterebbe nel picchiare la carne di una ragazza? Dal modo in cui mi ha stretto poco fa, direi che non si contiene proprio. Riesco ancora a sentire le sue dita premere sopra le mie spalle e scommetterei il suo patrimonio che i segni dei suoi polpastrelli sono ben impressi. Ho bisogno di prendere aria, devo smaltire l'ansia, mi sto sentendo soffocare, tanto da sembrare di avere un mancamento. nel notare l'espressione esasperata e poco lucida che gli rivolgo, Jungkook corre verso di me e mi prende prima che le mie gambe cedano di nuovo. "Jungkook.." sussurro come se volessi chiamarlo "che succede? ti senti male?" mi regge forte ma delicato nel tocco. Decido freneticamente di mettere da parte l'accaduto con lui e mi concentro sulla vera priorità, sul problema più serio, deve assolutamente saperlo "l'uomo l-l'uomo c-che.." cazzo, non riesco a dirlo "chi? quale uomo?" chiede lui con il massimo della serietà "quello c-che" aish. Respiro profondamente, mi sembra di star avendo un attacco di panico. "quello che aveva t-tentato di.." lui sembra aver capito "eh, cos'ha fatto? dovrebbe essere in prigione da quello che so". Giro il viso verso di lui "no, non è più in prigione. L'ho visto" scoppio a piangere. "l'hai visto?! dove?" deglutisco e inspiro forte dal naso, l'ansia prende il sopravvento "cazzo, mi uccideranno" mi prendo disperatamente il viso tra le mani "mi uccideranno Jungkook". Lui si piazza velocemente davanti a me "piccola" mi chiama, ma non riesco a non farmi prendere dal terrore. La sua faccia mi rimbomba in tutti gli angoli della mente. Come faccio a nascondermi dalla mia stessa mente? Scappare dal terrore impresso nella mia testa, rifugiarmi in un posto che neanche io stessa sia in grado di concepire, solo per poter fuggire dal tormento dentro di me. "piccola" ripete lui, accarezzando i miei capelli, il mio viso "vieni, sediamoci" mi accompagna dov'era lui prima e mi fa coricare "andrá tutto bene, nessuno ti puó uccidere, scherzi? ci sono io con te, ci sono i ragazzi, lo staff, tutti ti proteggeremo". Resta piegato davanti alle mie ginocchia e mi guarda non staccando il contatto dalla mia pelle "non ti succederá niente" ribadisce e intanto ospedali neozelandesi ed aste di legno sbattute sul mio polpaccio si uniscono agli altri tormenti nella mia testa. La alzo al soffitto e lascio che le lacrime scorrano come un rubinetto aperto, altro non riesco a fare. Vorrei dargli ragione, dirgli che gli credo, ma non ci riesco proprio: la mia pelle ricorda nitidamente la lama del coltello che Woonu passó sul mio viso e più ci penso più ho confermato che non rinuncerebbe a mezzi termini pur di farmi sparire. Ma perchè diavolo mi sta facendo questo? Non potete dirmi che é solo una questione di orgoglio, dannato, stupido orgoglio. Non puó essere, è inconcepibile.
Un'altra immagine mi passa poi velocemente davanti.
Alzo di scatto gli occhi al ragazzo che ho davanti, ricambia mostrandomi un viso confuso "mia madre" dico. Lui sembra continui a non capire, così mi spiego meglio "il giorno della finale ero passata a casa mia"..lui annuisce "si, eravamo con te, ricordo" faccio no con la testa "no,no prima, ero andata prima di partecipare" lo guardo "c'era Woonu con lei quando ero entrata". Jungkook si irrigidisce,ma non proferisce parola "si è offerto di pagare le spese mediche di mio padre, ma sembrava avesse qualcosa di davvero sospetto". Mi alzo di scatto "dobbiamo assolutamente chiamarla" e corro in camera degli ospiti per prendere il cellulare, Jungkook mi segue senza esitazione. Prendo in mano il telefono, ma il vuoto totale mi colpisce non appena mi compare il blocco schermo e quei dannati numeri da digitare. Rimango immobile per secondi eterni nel cercare di ricordare il codice, ma proprio non mi passa per la testa. Sono qui che sto per avere un altro attacco, quando il calore delle mani di Jungkook avvolge le mie e digita per me quelle famigerate cifre, sbloccandolo. Mi ero completamente scordata di averlo inserito davanti a lui, si vede che si ricordava ancora. Lo guardo e lui mi accenna un sorriso, per poi lasciare che telefoni a mia madre. Squilla una volta, nessuna risposta. Squilla la seconda volta, nessuna risposta. Continuo a chiamare e ad ogni secondo che passa la tensione diventa sempre più intensa. Dopo cinque minuti buoni e una ventina di chiamate perse, finalmente risponde. "mamma?" la chiamo "tesoro! é successo qualcosa?" guardo Jungkook che mi consiglia di non parlare per ora della cosa, per ora "n-no, volevo sapere come stavi" mi limito quindi a dire "alle cinque e mezza del mattino?" ridacchia dall'altra parte "mi hai fatta preoccupare, pensavo fosse successo qualcosa". Ha la voce impastata dal sonno e io ho i sensi di colpa che circolano come veleno "stiamo bene amore, tuo padre-" la interrompo senza pensare "devi assolutamente togliere il signor Woonu come garante per papá, mamma, ci penseremo noi a pagare. devi togliere ogni contatto che hai con quell'uomo, poi ti spiegheremo meglio, ma ti supplico fai come dico" parlo in fretta e furia. "ti avrei proprio chiamato oggi pomeriggio a riguardo" fisso il vuoto "l'ospedale dove è ricoverato ci ha avvisati della sua 'miracolosa' guarigione" dice e finalmente mi sento volare, miracolosa guarigione? "s-stai dicendo che papà é guarito dalla sua malattia?" guardo Jungkook, che peró non sta sorridendo "non completamente, ma i suoi valori stanno tornando stabili e sta dando segni di pronto miglioramento, verrà ricoverato per gli ultimi tre mesi, poi verrà portato in un centro privato dove monitoreranno le sue condizioni e se rimarranno come ora lo dimetteranno". I miei occhi si riempiono di lacrime dal sollievo "posso passare domani da te con Jungkook?" chiedo d'un tratto. Dall'altra parte una risata calorosa "ma certo! Domani siamo un po' impegnate che tua sorella ha un concerto di flauti con l'orchestra, ma il giorno dopo siete i benvenuti! Andiamo a trovare tuo padre nel pomeriggio?" propone ed io accetto entusiasta. Questa notizia è stata davvero il raggio di luce nel buio più totale.
"sará sicuramente felice di vedervi" aggiunge. La mano di kook si posa sulla mia guancia e il suo pollice mi asciuga le lacrime mentre saluto mia madre e chiudo la telefonata.
Lascio che la mia testa si appoggi sul suo palmo e chiudo gli occhi, inspirando lentamente e provando a calmarmi.
"In mattinata avviseró i ragazzi su tutta la questione" dice a bassa voce "e chiederó a Namjoon di contattare il pd" annuisco. "Ora, piccola, devi dormire o crollerai sul pavimento". Vorrei dirgli che manca la sua stanza da pulire, ma sinceramente non voglio metterci piede. Come se mi avesse letto nel pensiero mi dice "faró chiamare un'addetta alle pulizie, ci penseranno loro, non preoccuparti". "okay" sospiro e mi dirigo svogliata verso la mia borsa per prendere un pigiama. "tieni questa" sento dire ancor prima di aprire la zip. Mi giro e trovo Jungkook con in mano la sua felpa "metti questa per ora,più tardi faró sistemare i vestiti". Mi limito ad annuire e mi cambio davanti ai suoi occhi, non mi interessa nemmeno rimanere nuda sotto i suoi occhi. Tolgo quindi scarpe e vestiti più stanca che mai. "merda" lo sento dire poi. Jungkook si avvicina e ignorando completamente il fatto che le mie parti intime siano ben esposte, tiene gli occhi fissi suo lividi che nota sulle mie spalle, che vi avevo detto? il segno è rimasto.
Passa la mano lentamente "t-ti fa tanto male?" chiede con voce spezzata. Faccio no con la testa "non scusarti" lo interrompo ancor prima che iniziasse a parlare "ti perdono, ma devi spiegarmi tutto per filo e per segno più avanti" lui annuisce "non to merito" sbuffa e mi avvolge tra le sue braccia, io ancora completamente nuda.
È questo il Jungkook che voglio.
Quello che so non mi farebbe mai del male.
Quello che riesce a controllare i suoi sentimenti, e tenere a bada le emozioni.
Lascio che il mio corpo pregusti l'atmosfera che il suo profumo e il suo calore creano e mi abbandono a lui.

[ "ecco a lei i documenti della famiglia *tuo cognome*" dice il segretario entrando nella stanza. "lasciali sulla scrivania, come procede il piano?".."bene, signore". "ti sei proprio fissato , eh?" dice il terzo uomo nella stanza, la sua vecchia e ben scandita risata arieggia nel lusso dell'ufficio. "pensi di farcela? Sta diventando molto famosa e apprezzata" aggiunge prendendo un sorso di caffè per smaltire il sonno. Il viso di Woonu, che dapprima era diretto alla vista della città pronta ad accogliere la luce dell'alba dalla vetrata, si posa sul vecchio. "non preoccuparti, presto sparirà" lo rassicura, posando il bicchiere di tisana che reggeva in mano sulla superficie del tavolo. "non me ne frega niente di quella..y/n" si alza dalla poltrona l'altro " l'importante è che Lisa riesca a sostituirla" dice avvicinandosi a Woonu "altrimenti, sa cosa succederà". "Aish, questo bastardo" pensó quello di fronte a lui. Lo guarda negli occhi e gli sorride, un sorriso falso, che puzza di menzogna.
"Non si preoccupi, signor Jeon, lo prenda come già fatto".]

𝐏𝐄𝐑𝐂𝐇𝐄' 𝐂𝐈 𝐒𝐈𝐀𝐌𝐎 𝐈𝐍𝐂𝐎𝐍𝐓𝐑𝐀𝐓𝐈✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora