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Jungkook's pov

Guardo con perplessa curiosità il viso dell'investigatore Sun, mentre ci saluta senza mezzi termini e se ne va frettolosamente, rispondendo con foga alla misteriosa telefonata. Proviamo a dirgli qualcosa, di cercare di capire cosa diavolo stia succedendo, ma lui se ne va, così, tutto d'un tratto. Lancio un'occhiata verso gli altri, in cerca di qualsiasi tipo di consolazione, ma sembra ne abbiano più bisogno loro che io stesso. Chi non sa cosa dire, chi si prende il viso e che fa risuonare nella stanza intera il suo sospiro, siamo tutti tremendamente, terribilmente sconvolti.

La sera è ormai scesa da parecchio. Le enormi vetrate del salotto ci mostrano strade colme di auto, il tutto accompagnato dalla splendida vista e dal silenzio tranquillo, illuminato dalle luci dei fanali. Mi affaccio e guardo davanti a me. Ho ancora un forte mal di testa, e la nausea mi pervade. Seppur mi stia sostenendo, lascio andare il mio corpo. Lascio che siano solo le gambe stanche a sorreggerlo, ormai chinato a novanta gradi e sostenuto dalle braccia appoggiate al bordo della finestra. "Jungkook, dai. Vieni a mangiare" sento dirmi da una voce sicura, ma nello stesso stremante. Mi volto, notando che Namjoon sta sistemando qualcosa da mettere sotto i denti, sul tavolo in silenzio. Nonostante sia chiaro e limpido come la rugiada alle prime ore del mattino, sta trattenendo tutto se stesso per non crollare, per mantenersi forte. E so anche il perchè: vuole che anche in situazioni come queste riusciamo a considerarlo qualcuno su cui appoggiarci, un punto fisso di sostentamento. I miei piedi si muovono da soli, facendomi arrivare dietro di lui. La sua schiena si scontra delicatamente con il mio petto, le mie braccia lo avvolgono e lo stringono quasi fosse l'unica cosa da fare. Appoggio la fronte sulla sua nuca e chiudo gli occhi. Mi sento così debole, così in colpa per lui. Il rimorso, il sentimento di peso su di una persona mi sta mangiando vivo, ora come non mai. I miei pensieri vengono distratti da un singhiozzo semi silenzioso. Dopo neanche mezzo minuto Namjoon è scoppiato a piangere. Alzo gli occhi, la sua nuca si è chinata e le sue spalle tremano. "Perfavore J-jungkook, non farlo. Non-io-" lo abbraccio con tutta la forza che possiedo in corpo. Lascio che le mie mani scivolino sul suo petto quasi fossero uno scudo. Voglio proteggerlo con tutto me stesso, voglio fargli capire che io, come gli altri, ci siamo sempre per lui. "è tutto okay" borbotto, provando a consolarlo. Fisso il bianco freddo della luna per mantenermi composto, senza lasciare che le lacrime escano dai miei occhi estremamente lucidi. L'astro sbiadisce, senza immerso in un grande oceano, e nuota dentro questo. "Va tutto bene, amico mio." deglutisco "non succede nulla se ti lasci andare per una volta. Non devi rimanere sempre sorridente e..e.." le lacrime mi spezzano la voce. Lui si gira e i brividi mi scorrono in corpo. Non credo di averlo mai visto così. Tira in su con il naso, prima di ricambiare il gesto. "E' per lei. Quanto sta sopportando da quando...insomma, è con noi". Un lungo sospiro esce dalle sue labbra, il quale mi risuona in testa come se ci trovassimo in una lunga, lunga galleria senza fine. "Non è colpa di nessuno, se non di quello stronzo, okay? Non devi prenderti le responsabilità, hai capito?" scaccio con il pollice le lacrime dai suoi occhi. E anche in questa situazione, riesce a sorridermi. E' incredibile. "ti voglio bene Jungkook, vi voglio bene ragazzi" dice, probabilmente riferendosi agli altri che ci hanno raggiunti. Distolgo gli occhi di colpo e mi distacco "a-anche io". "ora mangiamo".

[...]

Y/n's pov

"Trovami y/n, non perdere la speranza piccola mia. Non perdere la speranza". Continua a ripetermi. La mia bocca schiusa prova a pronunciare il suo nome. Perchè mi sembra così lontano? Eppure è..è così vicino.. Appoggio una mano sulla sua guancia. Non riesco a percepire le solite rughe attorno alle labbra, l'età ormai avanzata che si mostra ai miei occhi. Il suo sorriso si spegne sempre di più, senza smettere di ripetere il mio nome. Il suo volto inizia a trasformarsi improvvisamente. Gli occhi, inettati di sangue, assumono colorazioni violacee e gialle, in netto contrasto con le sfumature di verde apparse sulle sue guance. "papà? che ti succede?" lo guardo iniziando a preoccuparmi. "Trovami y/n". La sua voce si è fatta più mostruosa, estremamente roca e disturbante. Tremendi flashback mi scorrono davanti, facendomi sentire in soggezione, spaventata. Una rapida carrellata di volti distrutti dalla decomposizione mi attraversa. Ogni singolo, dannato volto, si tramuta in quello di mio padre. "Trovami..trovami! E' tutta colpa tua, se sono morto!" Sento il respiro appesantirsi, mi prendo i capelli tra le mani. No, no, non è colpa mia, non lo è, no. "se non fosse stato per te, sarei ancora vivo" La sua espressione cambia, si avvicina ancora di più, costringendomi a chiudere gli occhi. La cosa però non cambia il fatto che lo stia ancora vedendo chiaro davanti a me. Provo ad isolarmi in un angolo, allontanarmi il più possibile. Ma le sue urla mi spezzano i timpani, mi ghiacciano il sangue "guardami! non nasconderti! Guarda come mi hai ucciso". "no! no!" urlo con tutta me stessa "vuoi che sparisca? non vuoi provare più paura? Anche a costo di perdermi per sempre?" mi prendo il viso tra le mani. "non dire così papà, no, non voglio" sussurro. "dillo ancora y/n, tutto dipende da questo, lo capisci? urlalo! urlalo più forte! ALTRIMENTI MI PERDERAI PER SEMPRE!!"

𝐏𝐄𝐑𝐂𝐇𝐄' 𝐂𝐈 𝐒𝐈𝐀𝐌𝐎 𝐈𝐍𝐂𝐎𝐍𝐓𝐑𝐀𝐓𝐈✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora