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External pov

Y/n avanza il più lentamente possibile verso il vetro, intenta a scovare cosa si stanno dicendo Jun e Marcos con così tanta serietà. Le mani tremanti e le gambe (flaccide) non la stanno aiutando peró. Ad ogni tallone appoggiato sul cemento riesce a percepire nel suo corpo leggeri brividi. Motivo che supera di gran lunga l'avere due perfetti criminali davanti agli occhi: l'inevitabile somiglianza tra Jun e l'investigatore. Se di faccia possono sembrare le persone più simili, se non identiche tra loro,di spirito e carattere non sono che l'uno il completo opposto dell'altro. Lei schiude leggermente le labbra, come se stesse cercando di capire il labiale dei due imitando i movimenti delle loro bocche e arriva al marciapiede opposto. Posando due mani sul muro spoglio e privo di finestre, allunga il collo verso destra per guardarli da più vicino, stando attenta a non farsi vedere. I secondi passano, ma lei continua a non decifrare le fantomatiche parole che stanno pronunciando con così tanto animo e ardore. Non sa che i due stanno semplicemente discutendo su quale tipo di noodles sia il più appagante e su quanto per loro faccia ribrezzo la cucina neozelandese. Nella testa ha solo piani diabolici in fase di programmazione, metodi per tenere imprigionato il padre da qualche parte. Per di più il modo in cui agitano le mani nella discussione, come sbattono i pugni sul tavolo e si scontrano negli sguardi, non fa che spaventare ancora di più la protagonista, che si ritrova ad indietreggiare. Tuttavia, tutto prende una piega diversa nel momento in cui i loro occhi si posano su di lei. I due non si ricordano di chi sia nè del perchè li stia scrutando in quel modo. Fatto sta che sembrando alquanto sospetto il suo trovarsi dietro un muro a spiarli, dopo una rapida occhiata a vicenda si alzano frettolosamente con l'intento di capire cosa stia succedendo e cosa voglia da loro "non dirmi che è una delle troie che ti sei fatto ieri notte" sbotta Marcos fissandola a Jun, il quale dopo averla scrutata per bene accenna ad un no con la testa "se me ne fossi fatta una così me la ricorderei, fidati" aggiunge accompagnato da un disgustoso e perverso sorriso. In quel momento, nell'esatto istante in cui le loro natiche si alzarono pesantemente dalla sedia, uno straziante fremito la attraversa quasi fosse stata colpita da una scarica elettrica e si decide a scappare via. Insospettiti dalla cosa i due incominciano ad inseguirla e ció non fece che ghiacciare le vene della ragazza tremendamente spaventata. "Yah!" urlano provando a raggiungerla. "cazzo, cazzo. Merda, cazzo" farnetica lei correndo il più veloce possibile. Guardando a destra e a sinistra scova una strada che se presa potrebbe aiutarla a seminarli. La imbocca con foga e dopo qualche metro gira la testa, ma purtroppo se li ritrova imperterriti a raggiungerla. Non ha osato neanche chiedersi cosa volessero da lei, essendosi convinta che loro sappiano chi sia e che cosa - o meglio chi - stia cercando.
Fortunatamente il centro è pieno di stradine e vicoli, così y/n si decide a voltare un angolo dopo l'altro in preda alla fuga. Non bada nemmeno a dove la stiano portando, vuole solo riuscire a sfuggire dalle grinfie dei due. Il cuore le sta scoppiando nei timpani e la fatica la sta travolgendo con sopravvento. Non ce la fa più, sarà una decina di minuti che sta correndo con la terra che sente sgretolarsi sotto i suoi piedi dall'ansia. L'idea di fermarsi peró non viene che paragonata alle sabbie mobili. Se si ferma, è finita. Risucchiata da quel giro di criminali che avrebbe segnato la sua vita e quella di suo padre. Gira nuovamente la testa per analizzare la strada dietro di se un centinaio di metri dopo e si accerta che non ci sia più nessuno, quando..
"lasciatemi in pace!" si divincola da una presa, prima di bloccarsi con il batticuore che pulsa in tutto il suo corpo. Davanti a sè Sun a guardarla sconvolto. la stringe forte per le spalle da quando gli è corsa addosso e per poco non rischiava di cadere per terra, cosa che lo ha costretto ad indietreggiare un paio di passi prima di ritrovare l'equilibrio "y/n? che succede!? da chi stavi scappando?"chiede provando a calmarla con delle carezze fuggiasche sul capo. Lei non gli risponde, ma lo stringe forte dopo essersi guardata alle spalle un paio di volte. Lascia che un lungo sospiro esca dalle sue labbra e per poco non scoppia a piangere sulla sua spalla. "L-Li ho visti Sun. Ho visto tuo fratello. E con lui c'era un uomo..c-credo spagnolo" farnetica staccandosi da lui, che le tiene peró strette le mani. "Stavo passeggiando e ho notato un centro benessere da nome Paradise, proprio come" lui la interrompe con sguardo perso "il centro di salute e benessere Paradise ad Incheon" la guarda. Y/n annuisce lentamente e dopo una rapida occhiata attorno a sè lo prega di tornare in Hotel. Ovviamente Sun acconsente e l'accompagna, tenendo bene a portata di mano la pistola. Conosceva bene suo fratello e sapeva di cosa fosse capace. Non si stacca da lei neanche un secondo "forse non dovevo portarti qui" borbotta una volta raggiunto l'ingresso. Y/n gira lo sguardo perplesso su di lui e, piazzandosi di fronte gli dice "no. Dovevo venire e lo sai anche tu. Ho rischiato di finire nei guai, si" sospira "ma almeno ora sappiamo dove sono e come si muovono" continua a scrutarlo, cercando di trovare nei suoi occhi approvazione o accordo. Dopo un po' Sun cede e annuisce "non posso darti torto. Ma guardare com'eri tremante e spaventata mi ha fatto passare la stella cadente, non so se mi spiego."Y/n lo guarda stranita "una stella cadente?"
Mentre i due si avviavano verso la camera di lei, intenta ad ascoltare l'effimera spiegazione sul come per "stella cadente" intendesse un fascio di ripensamento, Marcos e Jun tornano dov'erano.

𝐏𝐄𝐑𝐂𝐇𝐄' 𝐂𝐈 𝐒𝐈𝐀𝐌𝐎 𝐈𝐍𝐂𝐎𝐍𝐓𝐑𝐀𝐓𝐈✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora