11 - Confronto

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POV ARIEL

"Continuerai a fare lo stronzo ancora per molto?" essere ignorata proprio non lo accettava. Non se lo meritava.
"Ma chi ti caga" disse lui senza riguardo, mentre liberava il braccio con uno strattone.
"Eravamo quasi amici, mi pare"

Voleva distruggere questa sorta di cuscinetto paraurti che si era cucito addosso, della serie: 'No alle amiche-sì alle trombamiche'.

D'altronde, quel giovane stupido uomo, non aveva ancora imparato una delle lezioni più importanti che la vita possa insegnare: le cose, le persone, i luoghi, le conversazioni, i viaggi migliori che si possano fare sono dall'altra parte della propria comfort-zone.

Poi avrebbe anche chiuso definitivamente con lui. Prima però, voleva sentirglielo dire.

Gli occhi erano ridotti a due fessure che sembravano volerla bruciare viva erano spietati, e tutti rivolti a lei.

"Volevo solo farmi la vicina di casa, esperienza nuova" la schernì, mostrando un sorrisetto cattivo.

Certo, cattivo. E anche finto.

A farle del male ci riusciva anche troppo bene, in ogni caso.

Quelle parole dure le provocarono una fitta al centro dello stomaco, nonostante sapesse benissimo che erano tutte menzogne.
Non aveva di certo bisogno di una come lei per scopare.
Jenny, Martha o chi per loro sarebbero state ben felice di calarsi le braghe e donargli il loro fiore.
"Sono solo cazzate. Non ti mancano le ragazze con cui sfogarti"
Affondava continuamente il suo pino in così tanti boschetti diversi da far impallidire una foresta.
Peccato che non metteva mai radici.
"Tutte donne esperte e ben felici di venire a letto con te. Donne che non vogliono niente di serio, alle quali sta bene essere poi accompagnate alla porta. Come piace a te. No? Esperte, senza freni e sempre a gambe aperte per te, magari."

"Hai ragione..." le si avvicinò all'orecchio facendole aumentare il respiro "quindi, da brava, se non hai intenzione di farti scopare a breve dimmelo. Non amo le perdite di tempo."

La mano destra di Ariel prese a formicolare fortissimo, come se il sangue stesse ribollendo nelle vene.

"Era il tuo modo di dire che non sei una da scopata e via? Vuoi le coccole dopo? Una cena?" finì la sua provocazione con un sorrisetto odioso mentre se la scopava con gli occhi.

Uno schiaffo partì involontariamente e tuonò sul viso perfetto di quel bastardo.
La stessa mano subito dopo si mise a palmo aperto di fronte al cuore, in un gesto inconscio di protezione verso quel muscolo dolorante.

Se Joe avesse saputo quello che lui rappresentava per quel pezzo di carne tamburellante, probabilmente si sarebbe preso a schiaffi da solo.

Come poteva dirle una cosa del genere...
Ormai sa abbastanza di me per sapere che non mi andrebbe mai bene essere una botta e via. Per nessuno, dfiguriamoci per qualcuno per cui provo qualcosa.

Rigirandolo il coltello nella piaga.
È un bastardo e basta.

Se avesse potuto avrebbe estratto a forza il suo cuore dal petto con un cucchiaino da tè per mostrargli le crepe che lui e solo lui, le stava causando insultandola.
Ma soprattutto denigrandola, umiliandola e riducendola a un mero oggetto sessuale.
Come poteva dirle che voleva sapere quanto facile fosse...
Come?
Come poteva quando tutto quello che desiderava come una sciocca era un suo bacio, un abbraccio o un gesto d'affetto.
Come?

Poche cose l'avevano ferita nel profondo oltre questa.

Scoprire che babbo Natale era suo nonno travestito, ad esempio.
Le parole che Stephan le disse per informarla che se ne sarebbe andato e che tutto sarebbe cambiato, senza dubbio.
Sentire le sue mani addosso e non sentirsi davvero desiderata fino in fondo. Lui non la toccava, non la guardava nel modo in cui faceva Joe.

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