22 - Restare

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POV JOHANNA

"Restare?" Johanna non poteva credere alle sue orecchie, ma i suoi occhi brillavano di speranza.

"Resta per me, Johanna" fu la semplice richiesta di Jack che la guardava con un trasporto mai visto prima.

"No" l'orgoglio era ancora lì, a salutarla dall'interno del suo cuore. Non sarebbe rimasta. A meno che non le avesse dato un valido motivo per rimanere e farlo per un 'Resta per me' non era un motivo sufficiente...

Non era un motivo e basta.
Era un'imposizione che profumava di arroganza.

"Come scusa?" le domandò il ragazzo, con i lineamenti improvvisamente duri.

Si aspettava che si sarebbe messa in ginocchio a ringraziare Dio solo per una frase buttata là, senza un motivo a giustificarla?

"Dammi una ragione per rimanere"
Il cuore tremava, ma la voce era ferma e risoluta.

L'aveva salvata dall'aggressione, l'aveva chiamata 'piccola', l'aveva accompagnata lui stesso a casa di Christine e poi l'aveva di nuovo scaricata per correre dalla sua ragazza ossigenata.
Dimostrandole di nuovo che era la sua seconda scelta.

La sera del falò il suo 'non posso', gettato addosso come un sasso appuntito, le fece più male di qualsiasi pallonata in faccia, di qualsiasi appellativo usato sul suo modo di essere o sul fatto di avere profondamente sbagliato a giudicare un mostro vestito da angelo.

Jack non era rimasto per lei e lei ora non sarebbe rimasta per lui.

"Cosa vuoi che ti dica Jo?" continuò guardandola con le sue pietre grigie, che balzavano a intermittenza fra i suoi occhi marini e le sue labbra lucide.

Non avrebbe sopportato oltre la tristezza che si stava facendo spazio in lei.

"In questo caso..." era a dir poco sconfortata.

Gli occhi le pizzicavano e si sentiva troppo vulnerabile di fronte a lui ma, proprio questa vulnerabilità, servì a renderla ancora più certa della sua scelta di andare dai suoi nonni a New York.

Lo amava come una pazza... più di prima.
Ma doveva scappare.

Voleva solo andarsene.
Dimenticare lui e tutto quello che lo riguardava.
Dimenticare Ryan...

Mollò la presa sul trolley e afferrò la mano di Jack, ancora chiusa in un pugno, cercando di aprirla per rimpossessarsi della chiave della porta.

Jack in uno scatto afferrò il polso di Johanna, che si ritrovò immobilizzata tra il muro e lui. La guardava sfidandola... come a dirle prova a scappare ora con quei dannati bellissimi occhi da cui, se fosse stato possibile, sarebbero uscite saette e elettricità.

In un attimo le sue labbra la intrappolarono in un bacio mozzafiato, capace di parlare senza vocaboli.
In grado di stordirla da farla sembrare totalmente incapace d'intendere e volere.

Ben presto i mille sentimenti impazziti che si mescolavano dentro di lei da tempo, la portarono a rispondere a quel bacio passionale. Le loro lingue si intrecciarono in una danza libidinosa e i sospiri desiderosi provenienti dal ragazzo la accendevano come un petardo a capodanno.

E non fu la stretta vogliosa sulla sua natica, né il modo in cui le aveva appoggiato una mano sul seno a rovinare tutto.

No... fu piuttosto quello che disse staccandosi dalle sue labbra.

"Dio, ti farò mia subito o impazzirò" ansimò sul suo collo mentre glielo tempestava di baci.

Di colpo tutto si ridimensionò.
Tutto ciò che aveva sperato si dissolse, come una nuvoletta di fumo sotto vento.

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