32 - Casa stregata

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POV ARIEL

"ARIEL! SANTA MADONNA!" Johanna con occhi sgranati e spaventati, gridava come una matta, mentre si teneva alla maniglia del finestrino dell'auto.

"Siamo in ritardo Jo!" ero arci stufa di sentirmi dire che guidavo male. Che palle.

"Ok, va bene. Ma vorrei arrivare viva al luna pa... UN DOSSO! ARIEL PIANO!"

Quando ebbi l'incidente insieme a Joe ed Erika, lui ne fece una tragedia consigliandomi di passare al monopattino; ora la rossa si teneva una mano sul petto, come se fosse veramente spaventata dal fatto che avevaMo appena superato un dosso a una velocità un tantino elevata.

"Dio. La prossima volta col cazzo che guidi tu" sospirò la rossa, rassegnata.

"Addirittura!"

"Ariel, ti prego, i dossi bisogna prenderli piano o sfasci la macchina"

"E dai... non l'ho preso così forte" sapevo che la mia amica aveva ragione, ma il mio orgoglio da neopatentata ne risentiva.

"Non così forte? Le tette mi sono arrivate fino alla luna!"

Esagerata.

"Comunque..." cambiai argomento, sperando di non essere più additata come pirata della strada "i miei sono arrivati due giorni fa. Hanno portato un cagnolino con loro" quando vidi quella palla di pelo nero corrermi incontro mi stupii non poco... mia madre non lo voleva vedere nemmeno col binocolo un essere vivente munito di unghie e denti vicino ai suoi mobili etnici e vintage.

Tranne sua figlia.

"Almeno non sei più sola in quella grande casa" Johanna, diede voce al suo pensiero.

Ero certa che mi avessero preso un cagnolino perché sapevano quanto fossi sola... anche se, a dirla proprio tutta, Addison ed Erika mi andavano a trovare spesso e io andavo spesso dalle mie vicine a cena.

"Ah sì sì, peccato che in due giorni è già scappato di casa tre volte" io e mio padre avevamo il brutto vizio di lasciare il cancelletto di legno aperto e lui era fuggito. Per fortuna l'avevano recuperato dei vicini di quartiere... che ansia.

"Come l'hai chiamato questo adorabile fuggiasco?" chiese la rossa divertita, per poi farsi improvvisamente seria "ARIEL, UN DOSSO"

Roteai gli occhi al cielo e rallentai, quasi fino a fermarmi e sorpassai leggiadra l'ostacolo, accontentando le paranoie della mia amica.

"L'ho chiamato Sirius"

"Sirius... Black?" domandò confusa la rossa.

"Esatto. Visto che ha preso casa mia per la prigione di Azkaban da cui fuggire" il mio ragionamento non faceva una piega. Incontestabile.

Tra una chiacchiera e una risata arrivammo al luna park itinerante. Faceva freddo, l'autunno sembrava esserci stato per venti giorni, per lasciare spazio all'inverno.

"Saranno arrivati?" chiese Jo, scendendo dalla mia macchina dicendo qualcosa sottovoce tipo mai più nella vita.

Chiusi la macchina e guardai dritta davanti a me.

Wow.

Spettacolare.

Il luna park era macchiato di diversi colori... tanti puntini colorati erano i giubbotti delle persone che se la ridevano felici, svolazzando a destra e manca, passando dall'omino dello zucchero filato a quello dei waffles, per finire poi sugli autoscontri o la ruota panoramica, che spiccava con le sue luci.

Il tutto sulla meravigliosa spiaggia invernale di Noyack Beach, avvolto nell'oscurità serale.

"Eccoli!" Jo si sbracciava salutando Stephan e Daniel che ci venivano incontro.

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