25 - Brividi

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POV ARIEL

I raggi del sole invasero prepotentemente la mia camera da letto, arrivandomi dritti in faccia accecandomi a palpebre chiuse.

Scocciata presi un cuscino di quelli decorati con mille paillettes e me lo spalmai sul viso, sperando di ritrovare il tanto amato buio.

"Ahi, cazzo" non avevo però considerato che le paillettes, altro non erano che piccoli aggeggi infernali inventati, da chissà quale maniaco, apposta per sembrare carta vetrata sul viso.

Mi alzai e mi diressi allo specchio, notando i tanti segni circolari che marcavano il mio viso di un bel rosso vivo.

"Fanculo"

•Buongiorno anche a te, principessa•

Non era affatto un buongiorno. Odiavo, con ogni fibra del mio corpo alzarmi presto la mattina a causa del sole in faccia... che, con ogni probabilità, mi aveva distrutto una cornea.

|Veramente sono le undici passate, ma sorvoliamo|

Perché diavolo in America non fabbricavano quegli strani oggetti avvolgibili che i miei mi dissero di aver visto alle finestre delle case europee? Che strazio. Sicuramente erano più comodi quelli rispetto alle persiane;

Decisi di andarmi a fare una bella doccia ustionante, cercando di far prendere una miglior piega alla giornata.

~~~

Mezz'ora dopo

Con ancora l'asciugamano messo a turbante per tamponare i capelli bagnati, risposi al telefono che suonava da almeno un minuto.

"Mamma?"

-Ciao lenticchia, come stai? Ti ho svegliato? Hai mangiato? Il lavoro va bene? Ogni tanto controlli le scadenze delle medicine, vero? Ho una notizia da darti, sei pronta?-

Momento, momento, momento. Troppe domande tutte insieme, catalogare.

"Bene, no, no, sì, no, pronta"

-Fra qualche giorno torniamo a casa io e tuo padre-

La giornata finalmente stava vertendo nel senso giusto, alleluia.

"Quando?" sorrisi felice al pensiero che non sarei stata più sola per un po'.

-Non lo so. Di preciso non so dirtelo. Ma torniamo insieme a qualcuno...- dalla parte opposta del telefono, oltre che del mondo, sentii risate che celavano un non-te-lo-dirò-maaaai.

"Dai mamma! Sono curiosa!"

-Lo vedrai da te... AH, SÌ STO ARRIVANDO!- mia madre urlò alla cornetta del telefono perforandomi un timpano.

Perfetto, ho già fuori uso vista e udito. Meraviglioso.

-Ci sentiamo tramite messaggio, lenticchia ok?-

"Mamma smetti di chiamarmi lenticchia, è ridicolo" la ammonii con un sospiro pesante, ma ormai mia madre aveva già chiuso la telefonata.

Io era stufa di ripeterle che il puntino delle dimensioni di una lenticchia nell'ecografia del suo primo mese di gravidanza era proprio questo: un puntino, in un'ecografia...

Questo soprannome era assurdo, soprattutto che adesso ero già più alta di lei.

Il cellulare suonò di nuovo.

"Ma cos'è? Una cospirazione?" le parole mi uscirono fuori esasperate e risposi di getto, senza controllare chi mi stava chiamando.

"Sì?"

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