35 - Bruciarsi

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POV JOHANNA

IN.CRE.DI.BI.LI.
Gli uomini erano incredibili.

Non mi sarei mai abituata al loro modo di fare e Jack non faceva affatto eccezione, anzi.

Se ne stava lì, bello come il sole, a fare il galantuomo. Secondo lui dovrei raccontargli della mia vita amorosa dopo che ci siamo lasciati in quel modo... sì sì, come no.

"Cosa provi per questo Derek?" nei suoi occhi riuscivo a intravedere lo stesso sgomento che ho provato io un anno fa, e questo invece di rattristarmi mi faceva sentire solo più rabbia.

D'accordo, se proprio ci teneva, gli avrei detto qualcosa... ma non troppo.

"Non puoi aver davvero pensato che avrei messo la mia vita in pausa per te" scossi la testa mentre osservavo le sue nocche diventare bianche; quel volante dava l'impressione di potersi sbriciolare da un momento all'altro.

I miei occhi scattarono sul suo viso, nel quale la mascella si indurì, accentuando gli zigomi.

"Quindi ti sei fatta il fidanzatino" mi prese palesemente per il culo con tanto di sorrisino sarcastico.

Dio! Quanto lo odio.

"Vaffanculo, Jack. Lasciami in pace.
Io ti ho dimenticato ormai" chi cazzo era lui per parlarmi con quel tono di biasimo?

Un coglione, ecco chi era.

Fermò la macchina e non capii immediatamente dove eravamo. Il mal di testa mi aveva offuscato le funzioni basi del cervello, ma riuscii comunque a riconoscere la grande cancellata di casa mia.

Stavo per scendere dall'auto con un diavolo per capello, quando un clic mi fece capire che non avrei potuto aprire la portiera.

"Apri" a quel ragazzo piaceva proprio intrappolarmi, poco importava fosse una stanza da letto o l'abitacolo della sua macchina.

D'un tratto girò il busto verso di me e ci ritrovammo vicini... i nostri respiri si mescolavano alla perfezione. Cercai di non pensare al profumo della sua pelle che mi distruggeva dentro al ricordo di quanto amavo accarezzarla e toccarla.

"Johanna..." mi prese una ciocca di capelli e iniziò ad attorcigliarsela intorno all'indice e io automaticamente schiusi le labbra per far entrare più aria possibile "lo so che non mi hai dimenticato per he un amore come il nostro non si dimentica in un anno"

Il dito finì sul mio labbro inferiore premendo con vigore sensualità, come a voler mandare via il rossetto rosso che mi colorava le labbra. I suoi occhi grigi seguirono attentamente quel movimento, gli stessi occhi che poco dopo si spostarono sul mio collo e poi più giù, fino alla curva del petto.

Un leggero brivido mi attraversò la schiena, come se il suo sguardo producesse una scarica elettrica a contatto con le mie forme.

Oddio, fa caldo. Non manca l'aria qui dentro?

Odiavo i sussulti incontrollati, ma soprattutto odiavo come reagivo davanti a un semplice e innocente tocco.

Lui, che conoscevo troppo bene, se ne era sicuramente accorto. Maledizione.

"Tu non lo vuoi ammettere, ma il tuo corpo parla per te" la sua mano grande conteneva tutta la mia guancia, ora in fiamme, anche se non capivo per quale motivo stavo avvampando peggio del mio compagno delle medie e il suo alzabandiera durante l'interrogazione. Sicuramente ero del colore di una fragola matura e questo, non era affatto da me e mi mise ancora più a disagio.

La timidezza, non era intrinseca nel mio modo di essere.

"Il tuo corpo risponde al mio tocco" la mano, dal labbro, scivolò lungo il mio collo provocandomi un ulteriore brivido... che lo fece sorridere.

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