Capitolo 42 - Falò 2.0

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POV ARIEL

Ero sulla soglia di casa da almeno dieci minuti, ma il mio papà chioccia non voleva lasciarmi proprio andare a questo benedetto falò.
Si era innervosito, quando venne a sapere  all'ultimo minuto che io e Johanna avremmo dormito là, attorno al fuoco... in sacchi a pelo o tende.
Era una serata organizzata da alcune nostre colleghe e noi accettammo l'invito, ma da quello che mi avevano raccontato la spiaggia sarebbe stata zeppa di gente.

"Spray al peperoncino?" mi chiese lui.

"Papà sei veramente esagerato" roteai gli occhi al cielo.

"L'hai preso?" insistette deciso.

Feci cenno di no con la testa e lui andò a rovistare in un cassetto del mobile ingresso e poi tornò da me.

"No, non mi servirà... OH DIO!" sbuffai.

"Hai ragione, meglio due" mi mise nel borsone entrambi gli spray, facendo pat pat sulla tasca dove li aveva infilati, come a salutare due vecchi amici.
In passato l'avevo anche usato uno di quelli quando dei farabutti tentarono di fare del male a Erika, ma ora stavo andando solo a un cazzo di falò con Johanna.

Esagerato.

"Posso andare adesso?" sbuffai.

"Aspetta" sgattaiolò in cucina e tornò con un coltellino svizzero.

"Oh, Gesù" non cercai nemmeno di dissuaderlo, tanto ormai me lo aveva già inserito nel borsone.

"Sii prudente, Ariel" mi intimò con sguardo serio.

"Pruderò moltissimo" annuii prendendolo palesemente in giro, ricevendo indietro il classico gesto del 'ti tengo d'occhio' puntando due dita sui suoi occhi e poi su di me.

Mia madre scoppiò a ridere per poi schiaffeggiarsi la fronte, come a darsi della stupida da sola.
"Lenticchia!" mi si avvicinò con fare sospettoso.

"Non porterò una bomba con me, mamma" sghignazzai guardandola, ma mi ammutolii quando vidi il suo sguardo malizioso.
Oh no. Conoscevo quello sguardo... e infatti mi sventolò di fronte un pacchetto di preservativi ancora sigillato.

"MAMMA!" era fuori come un balcone quella donna e io non potei fare a meno di scuotere la testa sconfortata. Ma quale madre darebbe dei cazzo di preservativi alla figlia? Solo la mia, ovvio.

•Donna, tu sei il mio spirito guida•

"ELIZABETH!" mio padre glielo tolse di mano trucidandolo con lo sguardo.

Esatto, trucidò prima i preservativi e poi sua moglie.

"Che c'è?" chiese con fare innocente "Voglio essere mamma e non nonna" a volte scordavo che era la classica mamma super trendy e per niente all'antica. Mi sembrava di ricordare che compiuti i suoi diciotto anni, partì su un camper vecchio e smesso insieme a degli amici a proclamare pace e amore con i fiori fra i capelli. Beh, nemmeno i miei nonni erano persone particolarmente all'antica e le lasciarono tutta la libertà di questo mondo.

Io non sapevo più che dire, ero sbigottita dalla sua aria da divertiti-ora-che-sei-giovane. Parlare da sole di certe cose potevo ancora sopportarlo, ma davanti a mio padre mai.
Mai, mai, mai.

|Contegno, donna|

Infatti lui, più allarmato che mai, uscì da casa seguendomi fino all'auto e, sfortuna volle, che c'imbattemmo in Joe e Jack intenti a farsi i fatti propri, a fumare nel cortiletto di casa del primo.
Mio padre, come se avesse visto due santi, si diresse verso di loro ringraziando Dio.

Oh cazzo.

"Ragazzi, che bello vedervi" li chiamò.
Jack si mise in posizione ridicolmente eretta, Joe rimase impassibile.
"Andate al falò in spiaggia anche voi vero?"

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