9 - Compleanni a go go

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POV ARIEL

"Jo ma io ti amo! Sposami!" esclamò Ariel ridendo come una povera cretina, dopo l'ennesimo assurdo racconto di questo finto fidanzato che la sua amica tirava in ballo di continuo, per liberarsi dei clienti troppo insistenti del night.

Se davvero esistesse un Lucas, sarebbe stato creato apposta per stare insieme a lei. Se lo era plasmato a sua immagine e somiglianza.
Il pensiero la fece sorridere ironicamente.

Lei e Johanna, nonostante non fossero completamente diverse, erano diventate ottime amiche.

Ottime amiche.

Di queste creature mitologiche non aveva mai avute prima d'ora o, quelle che pensava lo fossero, si erano dimostrate talmente acide che sembrava avessero cambiato improvvisamente il Ph.

Da sempre andava più d'accordo con i maschi, perché loro se hanno da dire qualcosa te la dicono in faccia. Non quando giri il culo e te ne vai.
E comunque anche i ragazzi erano da scansionare sotto raggi X facendo una bella scrematura, se consideriamo che i più vogliono solo portare a letto l'amica o tutt'al più tastarle le tette al triste gioco della bottiglia di Capodanno.

Anche Daniel ad esempio, che lei aveva sempre considerato un amico, ci provò più volte prima di Stephan nella vana speranza di un qualcosa che mai e poi mai sarebbe capitato.

Perciò prima di usare questa parola mitologica ci pensò diecimila volte.
Trovare un'amicizia sincera e duratura era difficile tanto quanto trovare l'amore vero.

Con la rossa collega qualcosa era diverso, anche se cosa non avrebbe saputo dirlo con esattezza.

Forse il modo in cui Jo la faceva ridere, così genuinamente.
O forse il fatto che, quando si salutavano a inizio turno, Ariel si sentiva così a suo agio che oltre al bacio sulla guancia le rifilava anche un buffo leccotto.
O ancora, quando terminando insieme il turno e decidendo di bere un drink, allontanava tutti gli uomini che si avvicinavano perché "Sto parlando di sozzerie con la mia migliore amica. Perciò, aria"

Tempo addietro lesse una frase, in uno di quei giornalini da vecchiette con ricette e cruciverba sparsi qua e là, che ora iniziava a comprendere.

'La migliore amica è colei che ha la capacità di far germogliare un fiore in un cumulo di letame'

Ed era così.
Da quando si erano conosciute si sentiva molto meno sola e la solitudine dovuta alla mancanza dei suoi genitori invece di pesarle quanto un macigno di cemento, aveva il peso di un macigno fatto di pongo.

Fu proprio a lei che raccontò del suo vicino di casa e di tutto quello che era successo da quando si erano conosciuti.

L'ascoltò senza mai giudicarla. Anche quando le confessò che se si trattava del ragazzo il suo lato innocente andava a farsi fottere, prendeva il sopravvento quello di una morta di fame e il suo orgoglio tendeva a essere messo troppo da parte.
La rossa, a parte le risate che si fece, aveva espresso la sua sola opinione definendolo come "il classico Dio greco, trombatore seriale".

Ebbe modo di apprezzare questa qualità immensa di cui era dotata Johanna che, nelle donne specialmente, spesso mancava:
nascondersi dietro a una maschera di gentilezza quando sotto sotto si è tutt'altro.

Johanna si mostrava esattamente per quella che era.

"Ma secondo te..." la disincantò dai suoi pensieri "uno può davvero credere che il mio fidanzato è dell'FBI ma è sempre sotto sorveglianza perché ha l'inclinazione di uccidere senza motivo?" le domandò, riferendosi al tizio che aveva appena dileguato.

"Oddio Jo, ma te sei tremenda" rideva senza sosta, con gli addominali che iniziavano a reclamare pausa da quella sgrigna che sembrava non voler cessare.

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