Perché tu?

Capitolo 59 - Il gioco della bottiglia (Johanna/Jack)

POV JACK

Seduta di fianco a me c'è Nicole. Di fronte invece ci sono Johanna e Ariel e vicino alla mia amica se ne sta comodo il fratello di Nicole, di cui ancora fingo di non sapere il nome.

Considerando che sta guardando Ariel come fosse una pallina Lindt che non vede l'ora di aprire in due e leccare... credo che messicano, andrà benissimo.

Non sono geloso nel senso classico della parola... ma sono comunque geloso.
Ariel è anche un po' mia, che cazzo.
Grazie a Dio, Joe finalmente ha capito che tra noi non ci potrebbe mai essere nulla... almeno con me ha abbassato l'ascia da guerra.

Lei, è l'unica a cui ho raccontato della mia uscita di qualche giorno fa con Nicole, perché so che se le chiedo di non dirlo a nessuno non si permetterebbe mai di fare diversamente.
Comunque, non è andata proprio come ho raccontato a Johanna... Niki l'ho incontrata per caso mentre ero a zonzo e mi ha invitato a prendere un caffè.
Cinque minuti, che poi si sono trasformati in novanta.

Non a novanta.
Non ancora, perlomeno.

È stata molto carina, abbiamo parlato per tutto il tempo seduti in quel tavolino e ho capito come sarebbe facile e semplice stare con lei.
Perché sì, lei con me ci starebbe per davvero.
Lo vedo da come mi guarda in continuazione. Mi fissa, mi sorride serena.
Peccato che c'è qualcosa che non mi fa dire 'È lei, quella giusta per me. È lei che amo.'

Ah già.
Forse il motivo è che io so esattamente chi è che amo, nello stesso modo in cui inizio a pensare che forse non siamo poi così giusti insieme.

Può essere che la persona che si ama più di tutte, non sia quella giusta per noi?

Può essere che la felicità stia nell'accontentarsi delle piccole cose? Di qualcuno che non ti rivoluzioni la vita, che non ti scuota l'anima? Che non ti provochi brividi in ogni parte del corpo solo perché ti fissa come fossi il suo sogno proibito?
Qualcuno che non fugga dai problemi? O non ti porti a fuggire da lei?

Ogni volta è così fra me e lei.
Io la rincorro, Jo scappa. Poi scappo io e lei mi rincorre... forse è il momento di darci un taglio.
Arrivare addirittura a farmi pesare qualche notte insonne pur di tenermi buono, sempre sul filo del rasoio, mi ha dato la batosta definitiva.

Non basta un bacio o una scopata coi fiocchi dentro un privé per cancellare ciò che provo.

Vengo preso dall'euforia dell'eccitazione e poi torno in me.

Non ne posso più... il mio cuore è colmo di tristezza e delusione. Mi sento così deluso da lei che inizio a vedere Nicole come un piccolo spiraglio di luce nella mia vita.
Ho voglia di semplicità, gentilezza, tranquillità.

Johanna è l'opposto.
Mi dice cazzate, i suoi mi odiano, è continuamente scostante, mi scopa quasi a forza e poi mi manda educatamente a fanculo.

Sì. Lei è l'unica al mondo, insieme a Joe, che può mandare a fanculo in modo quasi educato... quasi facendoti sentire dalla parte del torto. Come se fossi tu quello a sbagliato, che non capisce i suoi sentimenti.

Oggi, col senno di poi, mi sento davvero idiota ad amarla ancora con quest'intensità.

La guardo. È vestita provocante, come suo solito, con lo sguardo sfacciato e mai intimidito. È il perfetto contrario della ragazza seduta composta al mio fianco, che è pacata e pacifica... per niente appariscente. Eppure quando i miei occhi si soffermano per più di cinque secondi non lo fanno mai sulla bionda.
Maledetto me e l'attrazione che provo per qualcuno che gioca con i miei sentimenti.

Sono il primo premio da vincere per la sua fottuta gara.

Una voce acuta mi risveglia dai miei pensieri.
Una del gruppo con la testa bicolore, ricorda che per chi non assolverà l'obbligo o la verità che accetta, è prevista la penitenza.