72 - Altalena

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POV JACK

"Dai Ariel, puoi farcela."

La mia amica guarda la busta chiusa e continua a sudare freddo mentre si morsica il labbro. È nervosa da morire.
Beh, invece io mi sento un po' offeso visto che ha ben pensato di non dirmi un cazzo.
È andata a New York da sola due giorni fa mattina e ha sostenuto l'esame di ammissione per entrare alla facoltà di medicina. Per diventare psichiatra.

È andata e tornata in mattinata. Ha preso la sua auto e senza dirmi una parola ha guidato fino New York partendo all'alba, poi ha fatto l'esame orale con i professori e all'ora di pranzo era già di ritorno.
Nemmeno Joe lo sapeva, sono sicuro di questo perché lui non l'avrebbe mai mandata là da sola.
È così protettivo nei suoi confronti che vorrei dargli un biscotto quando lo vedo.

Posso però spezzare una lancia a favore di Ariel e provare a giustificarla;
Io, ieri sera ero sbronzo a merda, mi ha accompagnato a casa dopo il turno di lavoro e me la sono dormita fino a pranzo.
Joe, sta lavorando a dei progetti complessi per lo studio di architettura in cui lavora e non usciva di casa da più di quarantottore.

Quindi, è ovvio che la testolina della mia amica sia giunta alla conclusione di arrangiarsi, non farci preoccupare.
Cazzo, come se lei non valesse la nostra preoccupazione.

Da quando ha scoperto le robe che hanno quasi combinato Johanna e Joe, una settimana fa, qualcosa è cambiato in lei. Come se non si sentisse all'altezza.
E questa cosa non mi piace per niente.

"Non mettermi fretta. Ora controllo, è appena arrivata."

Il suo concetto di 'appena arrivata' è da rivisitare.
"È un'ora e..." controllo il cellulare "dieci minuti, che la guardi. Avanti. O è positivo o negativo. Ti vorrò bene anche se sei incinta."

Sgrana gli occhi con una smorfia inorridita.
"Ehi! Non si scherza su queste cose, Jack!" Mi schiaffeggia una mano. "È solo una stupida università infondo, non puoi paragonarla a cuore leggero a una gravidanza. Quella è un dono, il corso di medicina è un'opportunità."

Roteo gli occhi al cielo. Dio, questa ragazza sarà una madre spettacolare un giorno, già lo so.
"Eh ma che cazzo, l'attesa e l'ansia mi fanno perdere di vista il vero obiettivo."
Indico di nuovo ciò che ha tra le mani.

Fa un grosso sospiro e alza in controluce la raccomandata dell'università di New York, guardandola come fosse la più grossa sfida del secolo.
Che teatralità.
"Ok. Ora la apro."

"Questo dovrei dirlo io."
Una voce familiare interrompe il momento tanto atteso, facendoci voltare verso la porta.

Dal letto di Ariel, io steso e lei seduta con le gambe incrociate, incontriamo gli occhi di Joe; lei gli manda un'occhiataccia mentre io ghigno divertito.
Lui e le sue stupide battutine del cazzo.

Ï suoi occhi verdi si girano nei miei. Mi studia per qualche secondo, poi alza le sopracciglia come se fosse sorpreso.
"Oh ma guarda un po'. Sono le nove di sera e ancora non sei sbronzo?"

Stronzo.

"Joe, non essere sgarbato. Jack sta passando un brutto periodo e ha bisogno di entrambi" la mano della mia amica fa sue e giù per la mia schiena e mi accarezza con fare materno. Questa ragazza, è un vero gioiellino. Mi avvicino a lei e le do un bacio sulla guancia.

"Sei la migliore" le dico.

"Sì lo è. Ma tu te ne stai fottutamente approfittando" Joe non scherza, il suo tono è duro mentre mi continua a guardare come se volesse trapanarmi l'anima.

Alzo un sopracciglio.
"Approfittando?"

"Joe, non è vero! Cioè ti ringrazio per avermi definito la migliore..." fa una smorfia brutta, che palesa quanto in realtà non ci crede per niente "ma lui non se ne approfitta affatto. Sono felice di dargli tutto il mio supporto. Sta soffrendo per Johanna e non è una passeggiata per lui, questa situazione."
Ecco. A questo ci crede senza batter ciglio. Lo vedo nel suo sguardo.

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