Perché tu?

23 - Toccami

🛑Riassunto finale per chi non gradisce!

ATTENZIONE! IL CAPITOLO CONTIENE SCENE ESPLICITE ED EROTICHE. SE NON SI GRADISCE QUESTO GENERE DI ARGOMENTI...NON LEGGERE! GRAZIE

POV JACK

"Oh cazzo" sospirai, subendo il tocco per niente timido della ragazza.

"Proprio lui" mi provocò ulteriormente la rossa, mordendosi il labbro inferiore e stringendomi il pene più forte.

E questo, piano piano, diventava sempre più duro e lungo, innescando in lei la miccia del primitivo desiderio carnale...

Credetti d'impazzire di desiderio quando sentii le mani di Johanna, delicate ed esperte, sfiorarmi il membro da sopra il tessuto dei boxer.

Per non parlare dell'espressione lussuriosa che mi stava mandando letteralmente fuori di testa, quando lei indugiò con lo sguardo sopra i boxer come se avesse davanti una perfetta torta da ammirare in ogni sua sfaccettatura, ghirigoro e colore... solo dopo avrebbe assaggiato una fetta.

Se solo avessi avuto un tubetto di panna montata, il pan di spagna da farcire sarebbe stato lei.

Avrei voluto dirle di fermarsi un attimo, che volevo andare a prendere miele, gelato o marmellata per spalmarglielo in quel corpo da sogno fatto di curve peccaminose e tentatrici.

Avrei voluto, certo... peccato che lei non aveva intenzione di staccare la mano dalle mie mutande, né smettere di accarezzare la lunghezza quasi totale della mia clava, che pulsava solo per lei.

Avevo quasi dimenticato com'era la sensazione di essere stuzzicati per primi; Vicky era sempre stata piuttosto frigida e ormai mi ero abituato a pensare e prendere l'iniziativa sempre e solo io.

Non ero abituato a questo.

Non ero abituato a una donna bellissima e sexy che stava, proprio in quel momento, invertendo la posizione in cui ci trovavamo.

Ora era io, ad avere il culo spiaccicato sul lenzuolo di lino e, senza il benché minimo imbarazzo, lei mi si mise sopra a cavalcioni facendo collidere le nostre intimità.

Johanna non aveva timore, né vergogna, né pudicità.

Lei era vogliosa... calda, umida ed eccitata. Una dea.

Le sfilai velocemente il reggiseno scoprendo quei perfetti tratti, che sembravano essere stati creati direttamente sull'Olimpo.

Un'Afrodite dai seni tondi, pieni, perfettamente sodi e con dei capezzoli talmente turgidi che mi invitavano a leccarli come un cazzo di lecca-lecca.

Fu inevitabile per me arpionare quei fianchi che, a giudicare da come si muovevano facendo leggermente sfiorare i nostri frutti proibiti, sembravano fatti apposta per ondeggiare sopra il mio bacino.

La mia banana, matura e pronta da sbucciare, se fosse stata lasciata all'aria aperta avrebbe puntato dritta come una freccia nella sua pesca, succosa e morbida.

Il mio uccello era talmente rigido da farmi quasi male, i boxer probabilmente si sarebbero strappati se fossimo andati avanti così per molto tempo ancora.

La rigidità divenne assoluta quando si chinò a novanta sopra di me strisciando il seno sui miei pettorali per poi baciare ogni parte del mio viso, leccare avidamente il collo e scendere giù con la mano che esplorava ogni centimetro della mia pelle...

Fu qui che, quando lei premette ancora di più il suo pube coperto dagli slip contro il mio pacco gonfio, capii che questo era il punto di non ritorno.

E in quel momento mi vergognai quasi di me stesso ripensando a quanto aveva odiato la Johanna volgare e poco fine. Non ci avevo pensato due volte a sputarle addosso quelle sentenze che la ferirono, ma ora tutto quello che desideravo era essere spettatore di questa suo lato selvaggio da amazzone.