4 - Ferite

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«Non ho bisogno di aiuto, me la cavo da sola» gli dico cercando di ritrarre la caviglia dal suo tocco, ma lui non me lo permette, anzi, mi rivolge uno sguardo che ha tanto l’aria di rimprovero

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«Non ho bisogno di aiuto, me la cavo da sola» gli dico cercando di ritrarre la caviglia dal suo tocco, ma lui non me lo permette, anzi, mi rivolge uno sguardo che ha tanto l’aria di rimprovero. Così, sospiro arresa e lascio che continui ad applicarmi una seconda noce di Arnica.

Non riesco a smettere di tremare e provo una vergogna tremenda al pensiero che lui se ne accorga.

Lo spavento c'è stato, innegabile.

Joe d’un tratto allunga la mano verso la valigetta e ne tira fuori un batuffolo di cotone impregnandolo di disinfettante per poi poggiarlo sopra la cute ferita sopra la zona della caviglia.

Oh. C’è un piccolo graffio, non me ne ero nemmeno resa conto. Nell’istante in cui appoggia il cotone sul taglio, cerco istintivamente di ritrarmi.

«AHI! BRUCIA!» grido ritraendo la gamba di nuovi.

«Non muoverti» mi ordina severo, afferrandomi saldamente.

Simpatico.

Stringo i denti mandandolo mentalmente a farsi fottere almeno tre volte, e una volta pulita la ferita prende un nuovo tampone e si siede vicino a me sul dondolo, osservandomi scrupolosamente il viso.

Quando i suoi occhi indugiano sul mio collo su un particolare punto, io porto le dita lì cercando di capire il perché di quel suo sguardo arrabbiato. Solo quando mi porto le due dita di fronte al viso noto il sangue fresco colorarle.

«Ho un atro taglio? Non lo sento.»

«No. Quel figlio di puttana ti ha spaccato il labbro così bene che il sangue sta uscendo così forte da macchiarti anche il collo.»

Sono disposta a giurare che il mio cuore ha perso un battito nel momento in cui la mano del ragazzo si posiziona alla base del collo proprio sopra alla curva del seno, esposto più del dovuto a causa della camicetta ancora mezza aperta.

Joe si immobilizza mentre mi osserva tutta la zona con intensità, per poi mordersi leggermente il labbro inferiore.

Quel piccolo e innocente gesto è così ammaliante che devo sforzarmi per distogliere lo sguardo e non fissare più quelle labbra, che sembrano invitarmi verso di loro.

Ma non guardarlo quando c’è l’ho appiccicato alla faccia è impossibile.

Lui… cazzo, è davvero bello. Proprio come lo sono i suoi strani occhi verdi oliva.

Sono certa di non averne mai visti di così particolari... rispecchiano perfettamente il loro proprietario. Mi balena il pensiero che non mi sarebbe dispiaciuto vedere quello sguardo scorrere sul mio corpo nudo e magari diventare pieno di desiderio poco prima di essere baciata e poi scopata da lui in persona. Cazzo, è un bel po’ che non ho relazioni e nemmeno rapporti, ma con lui…

Merda.

Ho appena ammesso che vorrei fare sesso con il mio vicino di casa, sciupafemmine incallito e bello come un Dio greco.

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