Capitolo 48 - Verità rivelate

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​POV JOE

Le prime luci dell'alba si scontrano prepotenti contro i miei occhi chiusi.
Che fastidio.
Li strizzo... non ricordo nemmeno dove sono i primi dieci secondi dopo il risveglio.
Anzi, di solito prima di prendere il caffè non riconosco nemmeno suoni e persone attorno a me.

Però sento un peso sopra il mio braccio e qualcosa di morbido solleticare il mio petto.
Apro gli occhi e la visione di Ariel ancora addormentata e accucciata su di me, mi risveglia. Definitivamente.

I ricordi della notte appena passata mi tornano in mente e anche un'altra parte del mio corpo se ne ricorda.

Ho l'alzabandiera mattutino più prepotente che mai, cazzo.

Difficile non averlo, con questa ragazza fra le braccia che sorride nel sonno.
La sua gamba sovrasta una delle mie, il suo viso è parzialmente contro il mio petto e la sua mano è poggiata a uno dei miei pettorali.

Dorme beata... e io mi perdo a guardarla anche se non dovrei.
Non riesco a farne a meno, di solito non ci dormo mai con quelle che mi scopo... ma questa è una situazione e un luogo diverso dal solito.

Il suo seno è coperto dal piumone che tiene fin sotto al mento, lasciando scoperte solo le gambe.
È bella anche di prima mattina, nonostante il trucco colato e i capelli spettinati.

Beh, se fossero in ordine mi sarei quasi offeso.

Le sue labbra sono più rosse del solito... anche quello è colpa mia e me ne compiaccio.
Mi viene un'incontrollata voglia di sentirle di nuovo su di me... voglio baciarla.
Voglio accarezzare quelle guance rosee perfette e morbide.
Voglio sentire l'odore della sua pelle, marchiarla con i miei baci.

Mi trattengo perché non voglio svegliarla, ne approfitto per studiarla un altro po'.

Modalità guardone attivata.

La sua pelle candida la sento sotto le mie dita che sono a contatto con la sua schiena accaldata. Senza volerlo gliela sto accarezzando lentamente, ma non appena me ne rendo conto m'interrompo.

Che diavolo sto facendo? Dannazione.
Io non accarezzo le donne, non lo faccio. Le scopo e poi ciao ciao. I grattini non fanno per me... eppure la mia mano si muove in automatico.

Non devo. Non devo.

Non con lei.

Perché fra tutte le ragazze che posso avere ho questa cazzo di ossessione malsana proprio per lei? Non devo.

Perché deve essere proprio l'amica di mia sorella a farmi pensare alle sue labbra e al fatto che non mi fa incazzare il pensiero di essere diventato un cuscino umano?

Lo so, quando usciremo da questa stanza tutto tornerà come prima e, su questo, non c'è dubbio alcuno... non metterò a rischio la salute di Erika e, al momento, questa è l'unica certezza della mia vita.
Oltre al fatto che vederla stiracchiarsi è la cosa più carina che mi sia capitata ultimamente.

Mi spettino i capelli con una mano, sconfortato da quello che la mia testa irrazionale pensa senza avere il mio consenso.

"Joe?" la bella addormentata apre un occhietto e quando mi vede già sveglio intento a guardarla, mi sorride imbarazzata.

No, ma no cazzo!
Non ricominciamo con la storia dell'imbarazzo, per favore. Ho scoperto che questo suo lato da bimba innocente mi manda fuori di testa.
Questa ragazza occupa un po' troppo i miei pensieri e non va bene.

"Joe, che ora è? Ho l'aereo..." si alza appena sollevando le spalle, in cerca di un orologio sulla parete che però non trova.

"Siamo in orario. È presto" la rassicuro. Credo proprio che abbiamo prenotato lo stesso volo.
Si rilassa e si ributta giù. stropicciandosi gli occhi per poi stirarsi ancora come una gattina.

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