2 - Joe, Addison, Erika

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'Venduta'

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'Venduta'

Davvero?

Quella casa è un bel po' malconcia. Enormi rampicanti risalgono i muri e le grigie ragnatele sembrano appiccicate direttamente dallo scorso Halloween.

Non che io sia una ragazza schizzinosa, ma ricordare come i vecchi coniugi trattavano quella casa fino a dieci mesi fa e guardarla ora... mi mette a disagio e m'intristisce. Dopo che la signora Bennet ha avuto un ictus ed è improvvisamente morta dalla sera alla mattina, suo marito non ha retto il dolore e ha iniziato a soffrire così tanto la solitudine da parlare con troppa leggerezza di corde, sciopero della fame e 'inutilità della sua rimanente vita' che, almeno a sentire quello che dice un'altra delle mie vicine pettegole, la figlia ha drizzato le antenne e se l'è preso in casa sua in Virginia. La villetta dei due vecchi, ovviamente, è stata messa in vendita la settimana successiva.

Quell'abitazione, vista dall'esterno, da proprio l'idea che al suo interno si sia svolto qualche oscuro rito satanico.

Però, rimane pur sempre una bella casa; su due piani, salone con grandi vetrate e un ampio cortile che gira sui tre lati e che termina proprio di fronte all'ingresso secondario davanti al mio cortiletto sul retro.

A dividere il mio dondolo dall'amaca rotta e logora degli ex vicini, sono solo i tre metri di larghezza della via.

Mentre sto cercando la chiavetta che apre il lucchetto della bici, noto il camion di una ditta di traslochi parcheggiare nei pressi della casa. Poi un altro.

Quattro uomini in divisa spostano, dal retro del veicolo all'interno delle stanze, ogni sorta di oggetto. Letti, mobili, scatoloni...

Altri invece sono armati di spazzole, scope e macchinari per la pulizia.

Un trasloco a tutti gli effetti.

Poco dopo fa capolino una macchina bianca, una Jeep, che si ferma proprio dietro a uno dei due camion.

Dapprima scende una donna di mezza età, una bella signora formosa e castana, con parecchie collane, anelli e il sorriso contagioso.

Poi, impacciata, la raggiunge timida una bella ragazza bionda, che la donna sta prontamente prendendo per mano e che intuisco chiamarsi Erika.

Sicuramente è mia coetanea... e, a costo di risultare impicciona, c'è qualcosa in lei che non mi permette di distogliere lo sguardo.

La ragazza non alza mai gli occhi in direzione di uno dei facchini quando questi le rivolge la parola ma, anzi, usa i suoi capelli dorati lisci e lunghi, come fossero uno schermo, facendoseli cadere in avanti.

Per ultimo, dal lato del guidatore, esce dalla macchina un ragazzo molto alto che non vedo bene in faccia.

Si muove velocemente e tutto ciò che catturo è il suo culo che si appoggia sul cofano e poi la testa piegata verso il basso impegnata a controllare la cartina che si sta rollando fra le mani. Poi, sfilando un accendino dal taschino della maglietta, porta la sigaretta alla bocca e se la accende. Dal modo in cui lascia cadere indietro la testa e sospira con goduria sbuffando il fumo, potrei giurare di aver sentito il mugolio di piacere io stessa. Vorrei vederlo meglio, m'incuriosisse, ma gli occhiali da sole che indossa non mi permettono di ispezionarlo come vorrei.

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