19 - In trappola

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POV JOHANNA

Johanna stava camminando da almeno dieci minuti sulla battigia imbrunita dalla notte.
Sotto le sue infradito percepiva la sabbia a contatto con il piede, che le dava una sensazione quasi sgradevole tanto era fredda.
In contrasto con essa c'era il suono caldo e calmante delle onde dell'Atlantico... era in dubbio se esserne affascinata o averne paura.

Non si era resa conto di essersi allontanata parecchio dagli schiamazzi e dai falò; continuava a camminare e camminare senza pensare al buio pesto che la stava inghiottendo.

Probabilmente non diede peso all'oscurità perché in lei un'ombra c'era da troppo tempo e ci aveva fatto l'abitudine. E quest'ombra aveva agli occhi grigi come il cemento.
Nel preciso momento in cui confessò a Christine le sue intenzioni nella sua anima buia intravide un tenue fiammella: se ne sarebbe andata da Flanders e sarebbe partita molto presto alla volta di New York.

Quando non si riesce più a fronteggiare qualcosa, bisogna cambiarla.

Certo, il cambiamento spaventa sempre... la mente però è un paracadute pronto ad aprirsi solo se si tira il filo giusto, lasciandosi dietro l'aereo o la vita con le persone che ne fanno parte, da cui si ha fatto il salto.

Una di queste persone era sicuramente Christine.
Sperò che la ragazza mantenesse davvero il segreto... desiderava andarsene senza feste d'addio e cazzate simili.
Comunque, ammise di esserci rimasta un po' male nel vedere la bionda gettare subito la spugna, senza cercare di convincerla a non scappare.
Evidentemente la loro amicizia era solo una banale comune amicizia, niente di più.

Improvvisamente, mentre continuava la sua lunga camminata verso il nulla, un brivido le attraversò la schiena.
Una sensazione strana, come occhi che la fissavano celati sotto il manto notturno, la pervase.

Si guardò nervosamente intorno cercando il marpione di turno, quando scorse in penombra una figura imponente appoggiata a un muretto in lontananza.
Il presentimento poco piacevole aumentò quando la figura avanzò verso di lei.

Era già pronta a tramortigli le palle con una miriade di calci.

Per fortuna nel momento in cui vide il viso familiare di un certo ragazzo, tirò un sincero sospiro di sollievo.

Grazie a Dio è solo Ryan.

Il sollievo le fece rallentare un po' il battito del cuore, che dal nervosismo vissuto era accelerato notevolmente.
Il biondo aveva uno strano sorrisetto maligno stampato sulla faccia mentre le si avvicinava con passo lento ma continuo. Si ritrovarono uno di fronte all'altra a una spanna di distanza.

"Guarda un po'..." lui le sfiorò la guancia con una mano, avvicinandosi maggiormente a lei "che fortunata coincidenza, Johanna"
Quella carezza avrebbe dovuto rappresentare un gesto d'affetto o qualcosa di simile.
Avrebbe dovuto farla sentire al sicuro nel nero della notte, in un punto della spiaggia totalmente isolato.
Lei avrebbe dovuto essere grata di aver trovato l'amico e poter ritornare ai falò insieme.
Avrebbe dovuto... invece no.

Jo era il genere di persona che credeva fermamente che un presentimento fosse, già di suo, una mezza verità.

"Dio Ryan, mi hai fatto venire un colpo" la rossa portò una mano davanti al cuore, per inscenare quanto fosse spaventata per la sua comparsa dal nulla.
Quel ghigno sul viso del ragazzo però non sembrava nulla di buono.
La cosa era anche piuttosto strana, considerando quanto Ryan fosse sempre stato gentile con lei, perciò tentò di non farci troppo caso.

"Io torno dagli altri. Ci vediamo là" lo informò, girando i tacchi dandogli la schiena sperando di non essere bloccata o inseguita, ma sicuramente questa volta il suo sesto senso aveva fatto cilecca.

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