Capitolo 1 ~ La Divina Commedia

300 17 0
                                    

"Firenze S. Maria Novella è festa
Per lui che va, per lei che resta
Per un amore che ritornerà"

ELIA

Il treno sfreccia veloce, attraverso la campagna toscana ed ogni tanto, io butto un occhio al di là del finestrino, per osservare il panorama che mi circonda, un paesaggio che mi è mancato da morire: colline, corsi d'acqua, filari di viti e uliveti, mandrie di mucche e di cavalli, in un mix di colori che scaldano il cuore.

Al contempo però, non riesco proprio a smettere di leggere il libro che ho tra le mani, perchè non vi è nulla che mi appassioni e intrattenga di più, di una sana lettura.

Ah, il mio caro Dante, quale miglior occasione per rileggere alcuni tratti dell'Inferno, che il ritorno nella mia città natale, che poi è anche la sua, un luogo che per lungo tempo è stato, per me, il Paradiso in terra, ma da cui sono dovuto scappare.

«Siamo in arrivo nella stazione di Firenze Santa Maria Novella, siete invitati a scendere»

Ecco appunto, neanche a farlo apposta, siamo arrivati, per cui chiudo la prima cantica della Divina Commedia, la ripongo nella mia borsa a tracolla e scendo dal treno, mentre, nei miei auricolari - per pura coincidenza o forse no - passa proprio la canzone, che di questa stazione porta il nome.

Ah Firenze, mia bellissima Firenze, quanto mi sei mancata.

Sono passati sei anni da quando l'ho lasciata, per andare a studiare a Parigi, tornando giusto giusto per le feste, per cui, ora che la rivedo, dopo mesi di lontananza, non posso fare altro che guardarmi attorno con ammirazione, finché un taxista non richiama la mia attenzione.

«Vuole un passaggio?» mi chiede, in particolare.

«Si, grazie» rispondo perciò, accorgendomi di essere leggermente in ritardo, per poi entrare nell'abitacolo.

Fortuna che almeno il viaggio non dura granché, visto che casa mia, anzi di mio papà - un palazzo storico, in zona "Le Cure" - è piuttosto vicina alla stazione.

«Papà... papà sono a casa... papà dove sei?» esclamo poi, entrando con il duplicato delle chiavi che conservo da quando me ne sono andato, guardandomi attorno, alla sua ricerca.

Che strano, aveva detto che mi avrebbe aspettato, prima di attaccare al lavoro, ma forse ho capito m...

«Mannaggia!»

«Papà! Papà che è successo?»

«Elia, figliolo, quando sei arrivato!?» domanda, quando - dopo aver udito il suo grido - mi precipito nel bagno, mentre il suo capo sbuca da sotto il lavandino.

«Poco fa...
Pensa che ti ho anche chiamato, ma mi sa che eri troppo preso e non mi hai sentito.
Piuttosto, mi vuoi dire che è successo?» rispondo quindi, sconvolto nel vedere sparsi a terra una serie di tubi ed attrezzi e soprattutto, un'enorme pozza d'acqua.

«Emh, diciamo solo che cercando di riparare il lavandino, ho finito per romperne il tubo...
Anzi, mi sa proprio che mi conviene andare a cambiarmi» risponde, indicandosi i vestiti completamente fradici.
«Tu, nel frattempo, va pure in camera tua a sistemarti... abbiamo tempo»

Al che io rispondo «Va bene papà, sta solo attento a non scivolare...
Ah e comunque, mi sei mancato» per poi voltarmi e dirigermi verso la mia stanza.

Quando poi, una quindicina di minuti dopo ci ritroviamo in cucina a bere un caffè, il classico espresso all'italiana, che, in tutti questi anni, poche volte ho potuto bere, io mi soffermo a guardarlo con attenzione, essendo passati mesi da quando ci siamo visti l'ultima volta, trovandolo decisamente meglio di come l'avevo lasciato, visto che dalla perdita di mamma era uscito distrutto.

Ma le nostre chiacchiere vengono interrotte dallo squillo del mio cellulare.
Al che lo estraggo dalla tasca dei pantaloni e rispondo: «Pronto»

«Amico, che fai? Arrivi e non avvisi?»

«Hai ragione Alex, scusa, stavo chiacchierando con mio padre e ho perso la cognizione del tempo»

«Figurati, lo capisco... va tranquillo.
Volevo solo chiederti conferma per domani»

«Ovvio che ti confermo...
Non vedo l'ora di dirigere la mia prima opera teatrale e ancor più, di farlo nel teatro della famiglia del mio migliore amico»

«Perfetto, siamo in due.
Allora a domani»

«A domani».

Spazio Autrice:
Ciao a tutti, ragazze e ragazzi e benvenuti finalmente nel primo capitolo, nel quale iniziamo a conoscere Elia.
Quindi, se vi va, stellinate e fatemi sapere che ne pensate.
Un bacio e ci vediamo tra una settimana con il prossimo 📖🖋❤.

Come Shakespeare e la sua GiuliettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora