Capitolo 41 ~ Kalil Gibran

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Farò della mia anima uno scrigno
per la tua anima,
del mio cuore una dimora
per la tua bellezza,
del mio petto un sepolcro
per le tue pene.
Ti amerò come le praterie amano la primavera,
e vivrò in te la vita di un fiore
sotto i raggi del sole.
Canterò il tuo nome come la valle
canta l’eco delle campane;
ascolterò il linguaggio della tua anima
come la spiaggia ascolta
la storia delle onde.”
(Kalil Gibran)


7 ANNI PRIMA


GIULIA

Pochi giorni, mancano pochi giorni alla presentazione del progetto di letteratura su cui io ed Elia stiamo lavorando incessantemente da un paio di mesi e che potrebbe cambiarci la vita, ma è da un paio che lui è stranamente distaccato, quasi come se non fosse presente a sé stesso... strano, visto che quando siamo andati a teatro, a scegliere il costume, abbiamo finito per fare l'amore per la prima volta e in seguito, io l'ho anche presentato alla mia famiglia.

Si certo, anche se ha tentato, in ogni modo, di negare, mia madre l'ha leggermente terrorizzato, ma insomma, tanto da sconvolgerlo in tal modo?
Non credo proprio.

Altresì, conoscendo il suo carattere chiuso ed introverso, sono però piuttosto certa che, anche insistendo, non riuscirò a cavargli alcuna informazione.

Se non sono in grado di spingerlo ad aprirsi, quantomeno però posso farlo distrarre.

«Basta così» esclamo quindi, abbassando il monitor del computer su cui, sdraiato sul mio letto, lui era intento a lavorare

«Ma che diavolo...» tenta perciò di protestare, odiando essere interrotto

Io però lo interrompo e chiarisco «E' tardi e Gin e mia madre rientreranno tra poco dalla serata cinema, quindi ti conviene andare.. a meno che tu non voglia sorbirti un'altra dose di minacce da parte di quest'ultima»

«No! Cioè, intendo.... credo sia meglio che io vada»

«Ci avrei scommesso» ribatto, ridacchiando, avendo sortito l'effetto sperato, per poi proseguire, dicendo «In ogni caso, sai che ti dico? Vengo con te, almeno ti riaccompagno»

«Ma...»

«Niente ma, almeno torni in macchina e non in autobus come al tuo solito» dico, con fermezza, alzandomi dal letto

Come al suo solito, lui cerca però di fare il sostenuto, quasi come non gli fosse concesso accettare un aiuto «Giu non c'è bisogno, dico davvero»

«Lo so, ma è venerdì, domani non c'è scuola e io non sono affatto stanca... almeno potremo stare assieme ancora un po» lo interrompe però, costringendolo ad arrendersi

«In questo caso, andiamo».

🎭❤🎭

«Emh, Giu, lo sai che per andare verso casa mia, avresti dovuto svoltare alla precedente rotonda?»

Io e il mio fidanzato siamo in macchina da una decina di minuti, quando lui si accorge che non ho alcuna intenzione di riaccompagnarlo a casa, o almeno, non ancora

«Certo, lo so bene, ma a dispetto di quanto ti ho fatto credere, non stiamo affatto andando lì»

«C..cosa? Giu che cosa hai intenzione di fare?» mi domanda quindi, confuso

Al che, con fermezza, io rispondo «Divertirci Elia.
Passare una serata solo noi due, come finora non abbiamo ancora avuto occasione di fare, ce lo meritiamo... tu Elia... tu te lo meriti»

Come Shakespeare e la sua GiuliettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora