Capitolo 11 ~ Ritratto della mia bambina

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La mia bambina con la palla in mano,
con gli occhi grandi colore del cielo
e dell’estiva vesticciola: "Babbo
-mi disse – voglio uscire oggi con te"
Ed io pensavo: Di tante parvenze 
che s’ammirano al mondo, io ben so a quali
posso la mia bambina assomigliare.
Certo alla schiuma, alla marina schiuma
che sull’onde biancheggia, a quella scia
ch’esce azzurra dai tetti e il vento sperde;
anche alle nubi, insensibili nubi
che si fanno e disfanno in chiaro cielo;
e ad altre cose leggere e vaganti”.
(Umberto Saba)

GIULIA

Elia Rossini, che tu sia dannato!

Siamo solo al terzo giorno di prove e già non ce la faccio più.

Posso fingere di ignorarlo e che non me ne importi nulla, ma la realtà è ben diversa, la verità che mi interessa più di quanto dovrebbe, perchè ancora oggi, quando mi guarda, mi sento trapassare, il mio corpo viene percorso da mille brividi e il mio cuore perde un battito.

E non vorrei, perchè questo progetto è la cosa migliore che mi sia capitata dalla nascita di Audrey, la mia rivincita contro tutte le difficoltà a cui la vita ed Elia stesso, mi hanno sottoposta e la mia prima vera opportunità di farmi valere nel campo in cui ho sempre sognato di poter lavorare, ma è più forte di me, quando si parla di lui, la mia corazza si sgretola.
Non so resistere, non l'ho mai fatto.

E il tutto peggiora quando quel cretino del mio collega, nonché interprete di Romeo, mi fa inciampare proprio tra le sue braccia, poiché basta un misero contatto per farmi prendere fuoco... tanto che sono quasi immediatamente costretta a scostarmi.

Al che, quasi risentito, con freddezza, lui afferma «Fate più attenzione, non vogliamo mica una Giulietta zoppa».

Dopodiché scende dal palco e a testa bassa, torna nuovamente a sedersi accanto ad Alex, facendomi quasi sentire in colpa, quando sono l'ultima persona ad averne.

E improvvisamente, ecco che il rancore torna a bussare prepotentemente e il pensiero corre alla mia bambina, automaticamente.
Lei che é così piccola, eppure così matura ed intelligente.

Tanto che quando, una volta terminate le prove, torno a casa e la raggiungo nella toilette, mentre è intenta a fare il suo consueto bagnetto, nota subito il mio malumore.

«Ciao tesoro, stai facendo il bagnetto?»

«Mh mh» annuisce «E guarda, ho pure una nuova compagna!» dice poi, mostrandomi la bambola di una sirena.

«Wow, ma è bellissima e dimmi, a scuola com'è andata?».

«Benissimo.
Stiamo imparando a scrivere e la maestra dice che sono già molto brava, sai?».

«Certo che lo so.
In fondo, tale madre tale figlia» rispondo, sorridendo e bagnandole delicatamente la nuca, per poterle lavare i capelli.

«Si, ma mamma, te stai bene?».

«Certo amore, perchè?» tento di dissimulare.

«Non so, sei strana... sembri un po' triste» insiste però lei.

Al che io abbozzo un sorriso e rispondo «E' solo un po di stanchezza, amore, tranquilla...
Anzi, sai che facciamo? Stasera, alla faccia della zia e della nonna, ceniamo solo io e te, nel nostro lettone e intanto ci guardiamo Frozen, che ne dici?»

«Che non vedo l'ora».

Pericolo scampato...
Tutto pur di evitare che soffra quanto ho sofferto io.

Spazio Autrice:
Ciao a tutti, ragazzi e ragazze e benvenuti in questo nuovo capitolo, piuttosto di passaggio, ma con comunque un tenero momento mamma e figlia.
Che dire, se vi va stellinate e fatemi sapere che ne pensate.
Un bacio e ci vediamo tra una settimana - o forse anche prima - con il prossimo 📖🖋❤.

Come Shakespeare e la sua GiuliettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora