Capitolo 23 ~ Esserci

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"Essendo schiavo tuo, che altro potrei fare
se non servir ore e momenti di ogni tuo volere?
Non è prezioso il tempo che io ho da spendere,
né servigi da rendere finché tu non li chieda.
Né oso io dolermi di quei momenti senza fine
mentre, mio signore, guardo l'ora in tua attesa,
né giudico esasperante l'amarezza dell'assenza
quando al tuo servitore tu hai detto addio.
Né oso domandare al mio pensier geloso
ove tu possa essere o supporre cosa stia facendo,
ma in triste schiavitù io aspetto e solo penso
quanto tu renda felice chi ti sta vicino.
L'amore è così sciocco che in ogni tuo piacere,
qualunque sia il tuo agire, non crede in alcun male."
(William Shakespeare)


ELIA

Dopo aver percorso le strade di Firenze con l'acceleratore premuto, parcheggio davanti alla villa di Giulia, quella in cui ha sempre vissuto e dove, un tempo, abbiamo condiviso dei momenti indimenticabili e a quel punto, senza dire nulla, lei, preoccupata come credo di non averla mai vista, apre lo sportello e scatta immediatamente fuori dall'abitacolo.

Corre la mia Giulia, che mia non è più, verso qualcosa che so averla terrorizzata a morte.

Si, perché seppur durante tutto il tragitto, nessuno dei due abbia fiatato e quindi io non abbia la più pallida idea di cosa siamo corsi qui a fare, so per certo che qualunque cosa le abbia comunicato sua sorella, l'ha preoccupata fortemente, tanto da necessitare di me.

Ed è con questo pensiero, che esco a mia volta dall'auto, per prendere una boccata d'aria, che stava venendo a mancare e cerco di scaricare, per quanto possibile, la tensione.

Ma mentre sono appoggiato al cofano e intento ad osservare il cielo farsi nuvoloso sopra di me, ecco che la mia ex esce di casa, più agitata di quando é entrata.

Ma ciò che attira la mia attenzione, sta volta, non è tanto lei, quanto più l'esserino che stringe tra le braccia.

Una bimba che avrà su per giù cinque/sei anni anni, che in lacrime avvolge il suo collo con le bracca.

E non posso non notare, tra loro, una certa somiglianza.

Non vorrei, perché ciò significherebbe solo una cosa, ma è più che evidente, soprattutto visto quanto è preoccupata Giulia.

La quale, con voce tremolante, mi chiede poi «Elia so che ti chiedo molto, forse troppo, visto il nostro attuale rapporto, ma ti prego, accompagnami al pronto soccorso».

Al che io abbozzo un sorriso e aprendole lo sportello, non esito a rispondere «Ehi, non dirlo due volte, salta su».
Dopodiché, una volta dentro, mi viene invece spontaneo rivolgermi alla bimba «Ehi piccola, ciao, io sono Elia, un amico della mamma e adesso ti porterò in ospedale, così qualunque cosa sia successa, vedrai che in breve tempo ti passerà e starai di nuovo bene».

Non risponde, quel piccolo ed indifeso angelo, nemmeno mi guarda, rimanendo con il volto schiacciato sulla spalla della sua splendida madre, ma non importa, io ho già premuto il piede sull'acceleratore, perché anche se non mi spiego il motivo, non desidero altro che vederle stare bene.

Spazio Autrice:
Ciao a tutti, ragazzi e ragazze e benvenuti in questo nuovo capitolo, piuttosto corto, a dir la verità cui, ma in abbiamo comunque modo di scoprire il punto di vista di Elia su quanto accaduto due capitoli fa e la sua reazione nel realizzare che Giulia ha una figlia.
Detto questo, spero vi sia piaciuto, se vi va stellinate e fatemi sapere che ne pensate.
Un bacio e ci vediamo o giovedì o tra una settimana con il prossimo 📖🖋❤.

Come Shakespeare e la sua GiuliettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora