Capitolo 19 ~ Vecchi ricordi, nuove emozioni

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"Rilega la tua vita come se fosse un libro, ritaglia le parti rovinate e sostituisci le pagine sgualcite con nuove storie da raccontare."
(Angela Randisi)

7 ANNI PRIMA

GIULIA

«Eccoci qua, benvenuto nella mia umile dimora» annuncio, aprendo la porta della mia abitazione, una piccola ma deliziosa villetta, situata in un quartiere piuttosto tranquillo e immerso nel verde, visto che il mio compagno di classe, dopo un lieve tentennamento, ha accettato la mia proposta di continuare a lavorare al progetto, a casa dell'uno o dell'altra, seppur non abbia ben compreso come mai non sia possibile farlo nella sua.

«E' molto carina, sai?» commenta perciò proprio quest'ultimo, varcando la soglia e guardandosi attorno.

Al che io abbozzo un sorriso e rispondo «Non mi posso lamentare» per poi proseguire spiegandogli «Era la villetta dei miei nonni, ma qualche anno fa, purtroppo loro sono morti e avendola, mia madre, ereditata, ci siamo trasferite» lasciando, nel frattempo, cadere la borsa sulla cassapanca vicino all'ingresso e invitando lui a fare lo stesso con il suo zaino.
Dopodiché mi dirigo verso il salotto e intanto gli domando «Tu invece vivi in un palazzo?».

Lui annuisce e afferma «Si, proprio cosí» poi però mi chiede, a sua volta «Una domanda, siamo soli?».

«Oh emh... si.
Mia madre lavora in un ristorante e oggi aveva il turno all'ora di pranzo, quindi tornerà nel pomeriggio, mentre la mia sorellina è a mangiare da un'amica e non rincaserà prima di cena» rispondo quindi io, lasciandomi cadere, in modo scomposto, sul morbido divano, mentre lui si accomoda, elegantemente, sulla poltrona di fronte.

Le domande però non sono finite «Vedo dalle foto che è molto piccola, quanti anni avete di differenza?».

«In realtà quelle foto risalgono a qualche anno fa, quindi non é piú tanto piccola, ma comunque ci separano quattro anni.
Difatti lei ha iniziato quest'anno le superiori... pensa che va all'artistico, nel nostro stesso plesso».

«Dai! Anche il mio migliore amico Alex va lí» commenta, sorridendo.

Al che, ridacchiando, io esclamo «Allora saprò a chi rivolgermi, se dovesse avere bisogno di una mano».

«Ne sarà ben contento...
Da come ne parli, tu e tua sorella dovete essere molto legate, non é vero?»

È così curioso e interessato alla mia vita da scioccarmi in positivo, visto che queste domande non me le ha mai fatte nessuno dei ragazzi che ho frequentato in precedenza... non che tra me ed Elia ci sia qualcosa...

«Da morire... quello che ci è capitato in passato ci ha... segnate e se possibile, unite ancor di più... io, lei e mia mamma»

«E tuo padre?» mi chiede, toccando così un nervo ancora scoperto.

«Oh emh, é lui... é lui la causa della nostra sofferenza...» rivelo, con voce tentennate.
Parlarne fa ancora male.

Al che, dispiaciuto, lui si affretta a dire «Oh scusa, io non... non volevo metterti in difficoltà.
Fai come se non ti avessi chiesto nulla».

«No, non è questo, è solo che io... si insomma io... non parlo di lui da un po... da tanto, in realtà.
E' una storia che appartiene al passato e che non mi piace più rivangare» lo tranquillizzo perciò io, abbozzando un sorriso.

Lui però si sente palesemente in colpa «Si certo, lo capisco...
Fai finta di...»

Al che decido di fidarmi e dopo averlo interrotto, mi apro con lui «Ma sai che ti dico? Se c'è una cosa che abbiamo in comune, è che entrambi amiamo la storia passata, per cui...
Mio padre se n'è andato, ci ha lasciate molto tempo fa, quando io avevo otto anni e mia sorella quattro...
Ci ha lasciate per una donna molto più giovane di mia madre, ci ha lasciate, dimenticandosi per sempre di noi».

«C..cosa?».

È comprensibilmente scioccato, chi non lo sarebbe?

«Lo so, è assurdo e ancora più assurdo è che tu sei la prima persona con cui ne parlo, al di fuori di mia madre» commento, io stessa scioccata di averlo detto proprio a lui, quando non ne ho mai parlato nemmeno con le varie amicizie strette nel corso degli anni, é solo che il suo interesse mi ha ispirato fiducia.

«Ma come ha potuto abbandonare le sue figlie?» insiste Elia, sempre più sconvolto, alzandosi dalla poltrona, per venire a sedersi al mio fianco.

Per cui, in un misto di delusione e rassegnazione, io rispondo «Me lo sono chiesta per molto tempo io stessa e alla fine sono giunta alla conclusione che evidentemente non ci amava abbastanza».

«Considerando il rapporto che abbiamo io, mio padre e mia madre, non oso immaginare come un genitore possa abbandonare i propri figli, senza più farsi vivo, ma per quel che vale, mi dispiace tanto» afferma perciò il ragazzo, per poi appoggiare, quasi senza pensarci, una mano sulla mia guancia e asciugare le lacrime, che neanche mi ero resa conto avessero iniziato a sgorgare dai miei occhi.

«Grazie... grazie davvero Elia» rispondo quindi io, quasi commossa, adagiando, a mia volta, la mano al di sopra della sua, che intanto mi sta teneramente accarezzando la gote.

E il momento si fa all'improvviso più intenso, i nostri sguardi si intrecciano e il mio cuore prende a battere più forte.

Ma altrettanto improvvisamente, mi squilla il cellulare.

Al che, imbarazzati, ci distacchiamo all'istante, poi io mi alzo repentinamente dal divano e mentre mi dirigo in cucina, rispondo, scoprendo però che si tratta semplicemente della pubblicità di una compagnia di luce e gas.

Ma quando, una volta riagganciata la chiamata, torno in salotto, realizzo che Elia è tornato ad essere il freddo e chiuso ragazzo di sempre e l'unica cosa che mi dice è «Dai su, abbiamo perso fin troppo tempo, mettiamoci al lavoro».

Il fatto è che, stranamente, non ne sono per nulla felice.

Spazio Autrice:
Ciao a tutti, ragazzi e ragazze e benvenuti in questo nuovo capitolo, in cui non solo scopriamo dei tristi dettagli sull'infanzia di Giulia, ma assistiamo anche ai primi veri approcci tra lei ed Elia... peccato che lui sia il solito ghiacciolo.
Detto questo, spero vi sia piaciuto, se vi va stellinate e fatemi sapere che ne pensate.
Un bacio e ci vediamo o giovedí o tra una settimana con il prossimo 📖🖋❤.

Come Shakespeare e la sua GiuliettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora