Capitolo 43 ~ Incontri speciali

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"Più un figlio è costato lacrime agli occhi della madre, e più caro è al suo cuore.
(Alexandre Dumas)"

7 ANNI PRIMA

GIULIA

Percorro, mano nella mano, con il mio fidanzato, il corridoio del triste e asettico edificio dove sua madre è ricoverata da ormai alcuni mesi, poiché quest'oggi, finalmente, conoscerò sia lei che suo padre, ma l'ansia mi attanaglia a tal punto che lui non può non accorgersene.

«Lo sai che sei ancora in tempo per tornare a casa se non te la senti?» afferma infatti, quasi con tenerezza, dopo essersi bloccato sul posto

«S..si, ma io me la sento eccome» rispondo quindi io, anche se mi rendo conto di non essere tanto convincente

Difatti Elia ribatte «Giu non mentirmi.
Non sto dicendo che tu non lo voglia o non ci tenga, ma siccome ti vedo agitata, non voglio tu ti senta obbligata»

Al che cerco subito di spiegarmi «Figurati, non mi sento affatto costretta e ti ripeto che desidero davvero conoscerli... è solo che qui è...»

«Difficile?» mi chiede perciò lui, abbozzando un sorriso, capendo che il problema non sono le presentazioni, ma il luogo dove avverranno, annesso, ovviamente, al precario stato di salute di sua madre

«Già... è come se tutto passasse in secondo piano e... non so, forse lei non...» confermo quindi io, realmente preoccupata di recare disturbo, ma prima di terminare, vengo interrotta da una voce proveniente dalle nostre spalle, che afferma

«Figliolo»

«Papa!» esclama quindi il mio ragazzo, voltandosi verso quello che capisco essere suo padre - e non solo perché lo ha detto lui stesso - e abbracciandolo.

Dio come si assomigliano, stesso taglio degli occhi, stesso sorriso, stessa corporatura, solo il colore dei capelli - decisamente piú brizzolati - cambia totalmente.

«Ben arrivato...
Tu devi essere Giulia invece, mio figlio mi ha parlato così tanto di te, che sento quasi di conoscerti» afferma poi, proprio quest'ultimo, rivolgendosi a me e sorridendo a trentadue denti

«Dice davvero?» chiedo quindi io, sorpresa, essendo Elia un tipo di poche parole e molto riservato

Ed infatti ecco che, ridacchiando, subito lui smentisce «Figurati, non esageriamo, non sei poi così importante»

«Ma smettila» ribatto però io, scoppiando a ridere a mia volta e dandogli una spallata, sapendo che sta scherzando

Teoria confermata anche dal padre «Non ascoltarlo, sei al centro dei suoi pensieri»

«Grazie e comunque, il piacere è tutto mio signor Rossini»

«Di nulla...
Beh che stiamo aspettando, andiamo su, che tua madre non vede l'ora di conoscerla» ci incita poi lui.
Al che Elia mi guarda come per chiedermi, un'ultima volta, conferma, perciò io annuisco, stringo nuovamente la sua mano e assieme seguiamo suo padre fino alla stanza di sua madre.

«Elia»

«Mamma» la saluta, entrando nella camera, con me al seguito

«Eccoti finalmente» continua lei, circondata da numerosi macchinari, abbozzando un sorriso, pur essendo in evidente difficoltà

Al che il mio ragazzo ribatte «Si, scusaci, c'era un po di traffico» avvicinandosi a darle un bacio in fronte

Ma lei sembra piú interessata a me «Beh, che stai aspettando? Non mi presenti la tua bellissima ragazza»

Al che Elia mi incoraggia ad avvicinarmi a loro ed esclama «Oh emh, mamma lei è Giulia, Giu lei è mia madre»

«S...salve signora» la saluto, imbarazzata

«Chiamami pure Amélie, tesoro»

«Beh Amélie, è davvero un piacere conoscerla»

«Anche per me» risponde «Mi dispiace solo...» ma é costretta a fermarsi per tossicchiare «essere poco presentabile»

«Dispiace a me, per... tutto» confesso quindi io, realmente in pena

Lei però mi mostra l'ennesimo sorriso ed esclama «Ah no, oggi è un giorno speciale, perciò niente brutti pensieri, voglio solo conoscerti meglio... scoprire chi è la ragazza che ha rubato il cuore di mio figlio»

E così glielo spiego, racconto a lei e al marito di me e di come io ed Elia abbiamo iniziato a frequentarci e stranamente, pur avendoli appena conosciuti, mi sento come se facessi parte di questa famiglia da sempre.

Quando poi termino, lei afferma poi «Beh, che dire, Giulia mi hai notevolmente migliorato la giornata, spero di vederti presto e nel frattempo, auguri per il progetto di letteratura... almeno a te servirà»

Almeno a me? Che significa almeno a me?

Vorrei tanto chiederglielo, ma Elia, come colto alla sprovvista da questa sua affermazione, frettolosamente la saluta e costringe me a fare lo stesso «Emh s..si Amélie, certo.
É stato un vero piacere, a presto».

Spazio Autrice:
Ciao a tutti, ragazzi e ragazze e benvenuti in questo nuovo capitolo, piuttosto di passaggio, ma in cui, nel passato, assistiamo al primo incontro di Giulia con i genitori di Elia.
Detto ciò, se vi va stellinate e fatemi sapere che ne pensate.
Un bacio e ci vediamo domenica/lunedí con il prossimo 📖🖋❤.

Come Shakespeare e la sua GiuliettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora