Capitolo 45 ~ Che lo show abbia inizio

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"Tutto il mondo é un palcoscenico"
(William Shakespeare)


GIULIA

«Ok ragazzi, ci siamo, il pubblico ha riempito la sala e i critici sono ai loro posti.
Noi siamo tutti pronti?» esclama Alex, raggiungendo me e il resto del cast nel dietro le quinte, essendo giunta la sera della prima

«Mica tanto» risponde però "Mercuzio", nel pieno dell'agitazione, come quasi tutti noi, del resto

«Che state dicendo?! Ragazzi abbiamo lavorato a questa rappresentazione per mesi e vi ho visti sudare sangue, per rendere al meglio, per cui, anche se la maggior parte di voi non ha mai recitato in un vero spettacolo, prima d'ora, sono certo che voi siate più che pronti e che spaccherete...
Su forza, tutti ai vostri posti» tenta quindi di caricarci il regista.
Terminato il discorso motivazionale, mentre i mie colleghi si disperdono, per raggiungere i loro posti, invece di andarsene in platea, però mi blocca ed esclama
«Bene e ora che ho risolto questa, passiamo al problema maggiore, hai visto Elia?»

Confusa, io rispondo quindi «C..cosa? No, non lo vedo da un po.
Non era con te?»

«Si, prima che io mi allontanassi un attimo per salutare i miei parenti, venuti ad assistere alla prima... ora invece sembra essere scomparso» chiarisce perciò lui, preoccupato quasi quanto me

Al che, non mancando molto all'inizio, io affermo «Ok, senti, tu va in postazione, ci penso io a cercarlo»

«Ma Giulia tra poco dovrai salire sul palco»

«La mia prima scena è nella terza scena del primo atto.
Farò in tempo.
Ma non possiamo esibirci senza di lui, non sarebbe giusto» ribatto, con convinzione

Tanto che lui non può fare altro che sospirare ed annuire «E va bene, vai a recuperare quel cretino del mio migliore amico e fagli una lavata di capo da parte di mia... non è proprio questo il momento di farsi prendere, forse per la prima volta nella sua vita, dall'ansia»

«Sarà fatto» rispondo, annuendo e abbozzando un sorriso.

Dopodichè afferro la gonna del costume, che altrimenti finirebbe per farmi inciampare e corro dove sono piuttosto certa di trovarlo.

«Ehilà» neanche a dirlo, entrando nel magazzino sotterraneo, dove sono custoditi vecchi costumi e oggetti di scena, lo trovo infatti seduto su un impolverato puff, con il capo chino tra le mani

Sentendomi, lui si alza quindi di scatto e preoccupato, esclama «Giulia! Che ci fai qui? Lo spettacolo sta per iniziare» 

«Sono qui proprio per questo...
Certo, la protagonista è importante, ma uno spettacolo non può andare in scena senza il suo regista, non lo sai?» ribatto perciò io, con tono ammonitorio

«Il regista c'è, è Alex e se la cava bene anche da solo» borbotta però lui, risiedendosi

Ma io insisto «O forse sta impazzendo e ha bisogno del suo migliore amico e partner, chi può dirlo?» avvicinandomi e accovacciandomi alla sua altezza

«Non è da Alex»

«Come non è da te andare in crisi e farti prendere dalla paura, ma c'è una prima volta per tutto» ribatto, accarezzandogli teneramente una guancia

Al che, agitato, lui risponde «E' che io ho sempre odiato stare fra la gente e fin da piccolo mi sono chiuso in me stesso, preferendo estraniarmi da tutto... non so nemmeno io perché, mi sentivo semplicemente diverso, come se non appartenessi nemmeno a quest'epoca.
Ciò nonostante però, quando studiavo, presentavo un progetto, recitavo o abbozzavo la stesura di un'opera teatrale - nella speranza prima o poi di poterla dirigere - tutte le mie classiche insicurezze sparivano, mi sentivo totalmente me stesso e ogni ansia spariva...
Adesso però non è più un gioco, c'è in ballo il mio futuro e quello di tutti voi -  il tuo in particolare - e ho il tremendo terrore di sbagliare»

«Beh, una volta, una persona estremamente intelligente mi ha detto: "Ho fiducia nelle nostre capacità e so che possiamo farcela"» dico quindi io, sorridendo al ricordo

«Wow... e chi sarebbe quest'uomo così saggio?» chiede perciò lui, ridacchiando

«L'amore della mia vita» rispondo, sta volta con estrema serietà

Tanto che lui non può che prendermi una mano nella sua e affermare «Grazie Giulia, di tutto e per la cronaca, ti amo anche io»

«Lo so, ma ora basta chiacchiere. Prima ho mentito, dobbiamo assolutamente andare» ribatto però io, rialzandomi in piedi e accarezzandomi la gonna, per lisciare le pieghe

Al che, confuso, lui domanda «Che intendi?»

«Che avevi ragione tu, senza Giulietta, questo spettacolo non può funzionare» rispondo, ridacchiando, per poi prenderlo per mano e condurlo fuori, cosí che raggiunga il posto che gli spetta.

Spazio Autrice:
Ciao a tutti, ragazzi e ragazze e benvenuti in questo nuovo capitolo, in cui, tornati nel presente, assistiamo ai momenti che anticipano la prima dello spettacolo.
Detto ciò, se vi va stellinate e fatemi sapere che ne pensate.
Un bacio e ci vediamo domenica/lunedí con il prossimo 📖🖋❤.

Come Shakespeare e la sua GiuliettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora