"Il segreto dell'esistenza umana non è vivere per vivere, ma avere qualcosa per cui vivere."
(Fëdor Dostoevskij)GIULIA
Lascio la mia bambina nelle sapienti mani dei medici e torno, arrancando, in sala d'aspetto, stanca e abbattuta dalla complicata giornata, ma sicuramente, nettamente meno preoccupata di quando sono arrivata.
Rimango però piuttosto sorpresa, quando vedo seduto, mezzo addormentato, esattamente dove lo avevo lasciato circa quattro ore fa, Elia.
Al che mi avvicino e, timidamente, picchietto sulla sua spalla, ridestandolo.
«Oh emh... c...ciao.
Scusa, ma aspettandovi, mi deve essere venuto l'abbiocco.
Te piuttosto come va?» mi chiede quindi lui, imbarazzato, strizzando gli occhi e ricomponendosi.«B..bene... meglio.
Ma che ci fai ancora qui?» domando, in risposta, sedendomi al sul fianco, non riuscendo davvero a nascondere la mia sorpresa.«Come che ci faccio? Credevi forse che me ne sarei andato, senza sapere come stesse Audrey?».
«Beh si... insomma, tra controlli e tempi d'attesa, siamo state dentro il reparto pediatria per almeno quattro ore e non eri assolutamente tenuto a rimanere» annuisco, quasi con ovvietà, non aspettandomi per niente che rimanesse, soprattutto perché so quanto questo ospedale gli riporti alla mente terribili ricordi.
Ma fissandomi intensamente, Elia risponde «Lo so, ho scelto di farlo.
E comunque non ti preoccupare, verso le 20.00 sono andato al bar a mangiare qualcosina e poi ho approfittato del tempo libero per riflettere su alcune modifiche che volevo apportare alla sceneggiatura...
A pensarci, mi hai fatto quasi un favore».E so che lo sta dicendo solo per farmi sentire meno in colpa, ma seppur non funzioni granché, non posso fare altro che apprezzarlo, tanto da rispondere «Beh, comunque, grazie Elia, di tutto».
«Di nulla.
Allora, come sta?» torna poi a chiedermi lui, riferendosi ovviamente a mia figlia.Al che, dopo aver preso un respiro profondo, spiego quanto appurato dagli esami effettuati «Così così.
Fortunatamente alla testa ha preso una semplice botta e il sangue perso, è stato causato semplicemente da un piccolo taglio, ma al contempo, la radiografia al braccio ha evidenziato una frattura del radio».«Oh cavolo» esclama quindi il mio ex, realmente preoccupato.
D'altro canto, so quanto questo luogo lo coinvolga emotivamente.«Già.
Ora glielo stanno ingessando, poi me la porteranno e potremo tornare a casa.
M..ma se vuoi, te vai pure» lo incoraggio, non volendo trattenerlo oltre.
Ha già fatto anche troppo e io sto correndo già abbastanza rischi così.«Sono rimasto sino ad ora, ti pare che vi lascio adesso?» la butta sul ridere lui, quando io avrei solo voluto non ci lasciasse mai.
Improvvisamente però si fa più serio e domanda «Anche se mi chiedo dove sia suo padre...».«Elia...» lo ammonisco quindi, non sapendo proprio cosa dire.
Lui però non ha alcuna intenzione di chiudere il discorso, anzi rincara la dose «No, Elia niente.
Senti, so che sono l'ultimo con cui vorresti parlarne, ma c'è sua figlia in ospedale, come può non presentarsi? Quale uomo?».«Nessuno Elia, perché Audrey, un padre, non ce l'ha» confesso quindi, abbattuta e adirata, leggendo nel suo sguardo sorpresa, ma anche scoraggiamento.
«C..cosa?»
«Già.
Audrey ha quasi sette anni e anche se la amo con tutto il mio cuore, è nata a causa di un errore» rivelo... che poi è la verità.«Quasi sette anni?» mi domanda però lui, dubbioso e per un attimo, vorrei essermi morsa la lingua.
Poi però mi ricompongo e continuo «S..si..
Vedi quando te ne sei andato, lasciandomi sola, ho sofferto come un cane.
Ho passato interi giorni a piangere, quasi non riuscivo manco più ad alzarmi dal letto, tanto ero triste e abbattuta, finchè Krista non ha pensato di portarmi, a tradimento, ad una festa in discoteca.
Non ti nascondo che all'inizio, volevo solo andarmene di corsa, ma alla fine sono rimasta, pensando di poter affogare il dolore nell'alcool.
Peccato che poi, un ragazzo del tutto sconosciuto mi ha invitata a ballare.
Ovviamente, da cosa nasce cosa e la mattina dopo, mi sono ritrovata in camera mia, tutta sola e completamente nuda, con segni evidenti sul corpo di quanto accaduto nella notte, ma senza rimembranze del ragazzo in questione.
Non che mi importasse, a dire il vero, in fondo era stato tutto un errore dovuto all'alcool...
Un errore che però, dopo un paio di settimane, ho scoperto aver dato vita a qualcosa di bellissimo... inaspettato, ma bellissimo.
Qualcosa per cui vivere».«Audrey» deduce lui e per un attimo, mi sembra quasi di intravedere, nel suo sguardo, un pizzico di delusione, ma dura solo un momento.
Figuriamoci se possa essere dispiaciuto di non essere il padre.
«Già e ovviamente non ci ho pensato due volte a tenerla, anche senza di lui»
«Ok, ma non hai mai provato a cercarlo?
Lei non ti ha mai chiesto di lui?» insiste, provando quasi del rancore, mentre dentro di me, ferite mai del tutto rimarginate, si riaprono.«No, mai, non mi pareva giusto e non avrei saputo neanche come, non conoscendolo per niente.
Per quanto riguarda invece Audrey, a dir la verità, ogni tanto è capitato mi facesse delle domande, ma ho saputo aggirare perfettamente il problema, dicendole che purtroppo il suo papà é via per lavoro, ma prima o poi tornerà.
Perchè se c'è una cosa di cui sono certa é che qualcuno disposto a farle da padre, prima o poi entrerà nella mia vita, per non andarsene più».Un riferimento voluto, quello che faccio usando queste parole e lui lo intuisce, tanto che afferma «Giulia io...».
Ma prima che possa continuare, veniamo interrotti da un urlo inconfondibile «Mamma!».
«Tesoro! Ti hanno ingessato il braccino?» esclamo perciò abbracciando la mia bimba.
«Si, proprio così.
Adesso potrò farmi fare, al di sopra, scritte e disegni dai miei amichetti» risponde quindi lei, stranamente contenta, mostrandomi il gesso con fierezza.«Ma certo...
Allora dottore, è tutto apposto?» domando poi, dopo essermi alzata in piedi, al medico che si é occupato delle sue cure.«Si, stia tranquilla.
Ci rivediamo tra sei settimane per toglierlo.
Potete andare» annuisce quindi lui, abbozzando un sorriso.Ora sì che sono sollevata!
Quindi, grata, lo saluto e dopo aver preso in braccio la mia stanchissima figlia, mi avvio verso l'uscita, mentre Elia, a pochi passi da me, esclama «Su, andiamo, che vi accompagno».
E per un attimo, un misero secondo, non posso fare a meno di sentirmi in colpa.
Spazio Autrice:
Ciao a tutti, ragazzi e ragazze e benvenuti in questo nuovo capitolo, in cui Giulia racconta di Audrey ad Elia... ma sarà tutta la verità?
Chi lo sa.
In ogni caso, scusate ancora per il ritardo, ma spero ne sia valsa la pena.
Se vi va stellinate e fatemi sapere che ne pensate.
Un bacio e ci vediamo o giovedì o domenica con il prossimo 📖🖋❤.
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Come Shakespeare e la sua Giulietta
DragosteIN REVISIONE Elia Rossini, un nome d'altri tempi, per un ragazzo - ormai uomo - decisamente all'antica, che ai videogiochi e allo sport, ha sempre preferito una sana e coinvolgente lettura e alle serate nei locali, ampliare le proprie conoscenze cul...