Capitolo 30 ~ Stephen King

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"[...] Lasciate che vi dica una cosa, amici miei: sempre meglio un amore bizzarro che nessun amore."
(Stephen King)


7 ANNI PRIMA

ELIA

E' un attimo, un colpo d'ali, un battito di ciglia, il DJ ingaggiato per la festa mixa, portando nuovamente il ritmo della musica a velocizzarsi ed ecco che il lento che io e Giulia stavamo ballando, improvvisamente si interrompe, portandomi a distaccarmi di scatto, come scottato.

Dio, cosa stavo facendo?!

É stato un momento magico, di quelli mai vissuti prima, inutile negarlo, ma mai e poi mai sarei dovuto arrivare a questo punto, mai e poi mai avrei dovuto spingermi così oltre.

Paranoie, le mie, di cui si accorge subito anche lei «Elia.. tutto... tutto apposto?».

Al che io scuoto la testa e balbettando le rispondo «N..no, sono solo molto stanco, è meglio che torni a casa». 

Soffocato, ecco come mi sento in questo momento, in questo posto, in mezzo a tutta questa gente, a me così estranea.

«C..cosa? Ma è passata si e no un'oretta da quando siamo arrivati» ribatte però lei, confusa.

Lapidario, io quindi affermo «Già e fidati, è passato anche troppo...»
La sua espressione dispiaciuta, mi fa però aggiungere «Scusa Giu, ci ho... provato».
Dopodiché, senza attendere la sua risposta, mi volto e fuggo tra la folla, fino ad uscire, finalmente, da quell'improvvisato locale e dirigermi a passo svelto verso la macchina di mio papà.

Quello che però mi sorprende, mentre sono a pochi passi da essa, è sentire urlare alle mie spalle.

«Elia! Fermo... se te ne vai tu, me ne vado anche io».

Al che mi volto e andandole incontro, domando «Che...che significa?» ma in realtà, proseguo senza attendere che mi risponda «Giulia non ce n'è bisogno, dico davvero...
E poi sono certo che troverai qualcuno di migliore con cui passare la serata... qualcuno che non ti sia d'impedimento e ti faccia divertire davvero».

Dopodichè, senza darle il tempo di ribattere, entro in auto.

Lei però mi sbalordisce nuovamente, perchè correndo, mi raggiunge, riuscendo ad entrare nell'abitacolo, proprio prima che io metta in moto.

«Forse, ma io desidero passarla con te» sussurra poi, imbarazzata, rispondendo alla mia precedente osservazione.

«Beh, in questo caso, ti ci porto io a vedere un posto realmente horror... altro che questa festicciola» esclamo perciò, per la prima volta stranamente contento di questo suo lato estremamente testardo.
Dopodiché abbozzo un sorriso, giro la chiave e metto in moto.

🎭💖🎭

«Io sarò un tipo un po esuberante, ma Elia, tu sei pazzo!»

E' passata circa mezz'ora da quando Giulia è montata in auto, lasciandomi di stucco e io ho trovato il coraggio di prendere in mano la situazione e gettare - come si suol dire - il cuore oltre l'ostacolo, una volta ogni tanto e finalmente siamo giunti a destinazione, in uno dei luoghi più spaventosi che io abbia mai visto.
Un vecchio casale, risalente ai primi del novecento, abbandonato da non so quanti anni, ma assolutamente visitabile, non essendoci alcun tipo di divieto o impedimento, isolato nel nulla e secondo le leggende locali, appartenuto ad un serial killer.

Giulia però non sembra esserne affatto contenta.

«Ma come, non volevi festeggiare Halloween?» le chiedo quindi, ridacchiando.

Come Shakespeare e la sua GiuliettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora