Capitolo 49 ~ Il momento giusto

103 7 0
                                    

"Non desidero una rosa a Natale più di quanto possa desiderar la neve a maggio: d’ogni cosa mi piace che maturi quand’è la sua stagione."
(William Shakespeare)


GIULIA

Dicembre è giunto già da un paio di settimane, ne mancano altrettante al giorno di Natale e quest'oggi, qui a Firenze, ci siamo svegliati sotto una leggera coltre bianca, che non vedevamo da tempo.

Tornata da scuola, mia figlia mi ha quindi, ovviamente, pregata perché uscissimo, in fretta e furia, a giocare, avendo al fortuna di possedere un piccolo giardino, ma a noi si è presto aggiunta un'altra presenza, che ha reso quella che doveva essere la semplice costruzione di un pupazzo, una specie di guerra di palle di neve.

«Amore, vedi qualcosa?» domando infatti a mia figlia, nascosta dietro ad uno dei muri esterni della casa

«No mamma, tu?» ribatte però lei, dopo aver dato un'occhiata verso il giardino

Al che io guardo dal lato opposto, verso la strada, ma come Audrey, sono costretta a negare «Mhh... no, no, assolutamente niente.
Chissà dove si sarà nascosto».

Ci siamo infatti divise da lui alcuni minuti fa, ma ora non abbiamo idea di dove Elia sia.

«Qui, cucù» esclama però, in quell'istante, proprio quest'ultimo, con tono compiaciuto, sbucando dalla discesa che porta alla cantina e iniziando a colpirci

«Ahh» urliamo quindi, in un primo momento, noi.
Ma poi, non avendo alcuna intenzione di arrendermi senza lottare, io esclamo «Figlia, all'attaccoooo!»
Al che, assieme, io e Audrey iniziamo a colpirlo a nostra volta, ma una sua palla, mi arriva dritta in faccia. Sconvolta, perciò esclamo «Mi hai colpita!»

«Ah si? Ops» ribatte perciò lui, ridacchiando gongolante, ma non fa quasi in tempo a gioirne, che Audrey lo colpisce a sua volta «Ma...?!»

«Ops» ammicca poi lei e cavolo, se si assomigliano!

Quindi, rallegrata, io commento «E brava la mia bimba!»

«Abbiamo vinto, abbiamo vinto!» gioisce invece lei, saltellando, visto che lei é "sopravvissuta" all'attacco

Dopodiché io quindi mi volto ed esclamo, in direzione di Elia «Già, quindi, per punizione, questa sera rimani qui e cucini tu la cena»

«Eh va bene, tutto ciò che desiderate» risponde perciò lui, sorridendo teneramente, perché questa é tutto fuorché una punizione e lo sappiamo bene entrambi.

🎭❤🎭

«Quando dorme è proprio un angelo» commenta Elia, seduto sul divano al mio fianco e indicando mia figlia con lo sguardo, visto che - dopo aver particolarmente apprezzato la cena da lui cucinata - poco fa, mentre vedevamo un film d'animazione tutti assieme, Audrey é crollata tra le mie braccia

«Già, il problema sorge quando è sveglia» ribatto perciò io, buttandola sul ridere, anche se ammetto che lo sguardo di assoluta devozione che le rivolge, mi tocca e non poco.
Poi però, accarezzandole le ciocche dorate, proseguo, affermando «Ecco perché é meglio portarla subito a letto» e una volta in piedi, con lei in braccio, mi dirigo verso la sua cameretta, per metterla a letto.

Quando però, dopo averle rimboccato le coperte, esco dalla stanza, senza che abbia neanche il tempo di richiudere la porta alle mie spalle, Elia, fermo ad aspettarmi in corridoio, mi passa il cappotto e senza dire una parola, mi afferra una mano e mi conduce, tramite l'apposita scala, sul tetto.

«Te lo ricordi ancora?» gli domando perciò, una volta che ci siamo seduti sulle tegole

«Ovvio, non ricordi quanto amassi salirci?»

«Certo che lo ricordo! Come potrei dimenticarlo? Mi chiedo solo perché tu abbia deciso di uscire, con questo...»

«Torniamo ad essere ufficialmente una coppia Giulia»

Freddo...

«Cosa?!» chiedo, incredula

Ma lui insiste «Hai capito benissimo, ormai sono alcune settimane che ci vediamo, sia in segreto, che più apertamente, per far abituare Audrey alla mia presenza, non c'è più alcun motivo di aspettare.
Abbiamo già perso fin troppo tempo, ti rivoglio con me e lo voglio subito»

«Elia io... io non so... non so cosa dire»

«Di semplicemente di si, che vuoi tornare ad essere ufficialmente la mia fidanzata... perché non vi è nulla che io desideri di più» confessa, emozionato

E forse me ne pentirò, lo so ma... «E va bene... si Elia, lo voglio» rispondo, mentre, sorridendo a trentadue denti, lui adagia dolcemente le labbra sulle mie.
Poi, non contenta, con un impeto di coraggio, gli propongo anche un'altra cosa «Anzi, perché tu e tuo padre non passate il Natale qui con noi?»

«Il nostro primo Natale di nuovo assieme?» chiede conferma lui, alquanto sorpreso

«Già, che ne dici?»

«Che ti amo Giu e che non vedo l'ora».

Spazio Autrice:
Ciao a tutti, ragazzi e ragazze e benvenuti in questo nuovo capitolo, in cui, dopo dei teneri momenti "in famiglia", Elia e Giulia sono tornati ufficialmente assieme.
Se vi va stellinate e fatemi sapere che ne pensate.
Un bacio e ci vediamo domenica/lunedí con il prossimo 📖🖋❤.

Come Shakespeare e la sua GiuliettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora