"Cos'è un ricordo? Qualcosa che hai o qualcosa che hai perso per sempre?"
(Isabel Allende)
ELIAQuando, nelle scorse settimane, mi era capitato di pensare a come sarebbe stato dirigere il mio primo spettacolo teatrale, in particolar modo, mi sono spesso soffermato su come avrei affrontato il primo incontro con il cast, non essendo stato scelto da me, ma dal mio migliore amico.
Ma non avrei mai e poi mai immaginato che sarebbe accaduto ciò, che avrei rivisto lei, Giulia... la mia Giulia, che mia non è piú.E mi ritrovo quasi subito a constatare come, nonostante siano trascorsi ormai sette anni, non sia cambiata di un centesimo.
Stessi fluenti capelli castani, stesso profondo sguardo color cioccolato, stesso fisico longilineo ed anche stesso difficile caratterino.Un'immagine, quella di lei, che mi tormenta per tutta la durata del viaggio verso casa.
Tanto che quando, dopo aver parcheggiato l'auto di mio padre - una Alfa Romeo vecchia di alcuni anni - nel vialetto, rincaso, approfittando proprio dell'assenza di quest'ultimo, mi dirigo in camera mia e inizio a guardarmi attorno, alla ricerca di vecchi ricordi, rimembranze di momenti mai del tutto dimenticati.
E con mia somma sorpresa, riscopro oggetti che avevo totalmente scordato di possedere.
I numerosi libri che, sapendo della mia passione, lei mi regalava, scrivendomi all'interno, ogni volta, una dedica diversa, le polaroid che lei mi costringeva a scattare, perchè fissata fosse l'unico modo per non dimenticare i momenti passati assieme - come se io ne fossi mai stato in grado - persino il giradischi che mi aveva regalato per Natale e sul quale - per nulla modesta - aveva fatto incidere i nostri nomi, perchè se mai fossimo diventati famosi, sarebbe potuto diventare una sorta di cimelio di coppia.
E come dimenticare il telescopio con cui, dopo essere saliti sul tetto della sua villa, spesso ci ritrovavamo ad ammirare le stelle.E più cerco tra i ricordi, più i pensieri si rincorrono veloci.
Tanto che, invece di fermarmi, scelgo di farmi del male fino in fondo, scoperchiando il vaso di Pandora.
Perciò apro l'armadio in cui, dopo la mia partenza, al tempo, mio padre aveva riposto alcuni dei più importanti ricordi della mia adolescenza, o per lo meno, quelli che non erano appesi alle pareti o appoggiati sulle mensole e inizio ad osservarli uno ad uno.Le mie pagelle, catalogate in ordine di anno, la tesi di maturità su Fellini e ancora, le foto della gita scolastica a Berlino, sia con Alex, che con lei...
Di nuovo lei, sempre presente, fin dal giorno in cui la professoressa di letteratura ci accoppiò per un compito, guarda caso, riguardante proprio Shakespeare e le sue opere.Baci, abbracci, momenti quotidiani che da allora non ho più vissuto, né tantomeno ricercato, troppo impaurito per potermi aprire di nuovo, ancora troppo innamorato per donare il mio cuore ad un'altra.
Al che, mentre sento gli occhi iniziare a pizzicare, chiudo la scatola di scatto e con la stessa rapidità con cui, poco fa, l'ho estratta, la ripongo lí dove l'ho trovata, perché la verità è che il passato deve rimanere lí dove é sempre stato, o il rischio é che faccia solo più male.
Spazio Autrice:
Ciao a tutti, ragazzi e ragazze e benvenuti in questo nuovo capitolo, in cui vediamo come Elia ha preso l'incontro con Giulia, dopo anni e come, in realtà, non l'abbia mai davvero dimenticata.
Che dire, se vi va stellinate e fatemi sapere che ne pensate.
Un bacio e ci vediamo tra una settimana con il prossimo 📖🖋❤.
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Come Shakespeare e la sua Giulietta
RomanceIN REVISIONE Elia Rossini, un nome d'altri tempi, per un ragazzo - ormai uomo - decisamente all'antica, che ai videogiochi e allo sport, ha sempre preferito una sana e coinvolgente lettura e alle serate nei locali, ampliare le proprie conoscenze cul...