Capitolo 16 ~ Dannata gelosia

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"La gelosia nasce come un puntino invisibile, vicino al petto, poi a poco a poco cresce e prende tutto il cuore.
Certi giorni la senti che avanza e avanza con incredibile furore.
Non basta tutto il corpo a contenerla."
(Fabrizio Caramagna)


GIULIA


«Giu hai preso tutto?».

«Si, sorellina».

«Non mi fido, ne sei proprio certa?».

«Si, ne sono sicura».

«Ok, però muoviti, sennò...».

«Gin, per l'ultima volta, ho capito che é tardi e ti serve tutto l'occorrente... Arrivo presto, devo solo fare prima un salto in pasticceria.
A dopo».

Oggi ho finito le prove in anticipo e visto che sono giorni che mia sorella e mia figlia vogliono mangiare messicano, ne ho approfittato per andare a fare una piccola spesa, così da prendere anche tutto l'occorrente per preparare una tipica cena tex-mex.
Prima di rincasare però devo fare un salto in pasticceria e non in una qualsiasi, ma nella migliore di tutta Firenze, tanto che vado ad acquistarvi dolci e gelati sin da quando ero piccola.

Questi ultimi soprattutto, visto che se potessimo, sia io che mia figlia ci nutriremmo, tutto l'anno, solo di quello...
Non scherzo, lo mangeremmo sempre, anche in pieno inverno, durante una nevicata.

«Giulia, ciao!
Bentornata!».
Non per niente, infatti, i proprietari ormai mi trattano come se fossi una di famiglia e quando arrivo, mi accolgono sempre con grande gioia.

Al che, sorridendo, dopo aver chiuso la porta a vetri alle mie spalle, io mi avvicino al bancone ed esclamo «Ciao Fabrizio, come va?».

«Tiro avanti...
Ma dimmi, cosa posso fare per te quest'oggi?» mi domanda, in risposta, il gelataio.
Un uomo sulla settantina, ancora piuttosto vispo e pimpante, che ben quarant'anni fa ha fondato questo locale, dapprima come semplice gelateria e poi, dopo essersi sposato - essendo sua moglie Angelica un'abile cuoca - trasformandolo a tutti gli effetti in una pasticceria.

«Oh emh, vediamo...
Vorrei una vaschetta quattro gusti per Audrey» rispondo perciò, dopo averci riflettuto su, osservando oltre la vetrinetta davanti a me, i vari gusti.

«In questo caso, trattandosi di quella biricchina della tua bambina, non possiamo, innanzitutto, esimerci dal metterle un po cookie e cioccolato, che sono i suoi gusti preferiti» afferma quindi il gelataio, prelevando i due gusti con l'apposita paletta e riempiendo, con essi, metà della vaschetta.
«Tu invece cosa vorresti?» prosegue poi.

Bella domanda, c'è così tanta scelta!
«Mhh, oggi ho voglia di frutta, quindi frutti di bosco e poi... vediamo... ma si, menta».

Una selezione, la mia, per lui alquanto soddisfacente.
«Ottima scelta Giu, ecco a te» dice infatti, dopo aver completato la vaschetta con gli ultimi due gusti, porgendomela.
Dopodiché afferma «Vuoi altro?».

«No, io...» sono sul punto di rispondere che sono già in ritardo, quindi é meglio che vada, quando dall'altro lato del locale, sento una voce femminile gridare «Ehi Giulia, ciao!».

Cosí, incuriosita, mi sporgo rapidamente oltre il bancone, notando, tra le nuche dei vari clienti, anche una mano che si agita in continuazione.

Quando però realizzo di chi si tratta, quasi non ci credo.

«Camilla?!».

«Si, certo che si!
Non mi avevi già riconosciuta dalla voce?» risponde la costumista dello spettacolo, elettrizzata...
E si, in effetti, considerando quanto essa é stridula, ammetto che potevo anche arrivarci.

Ma rispondo comunque «N..no, veramente...».

Lei però mi interrompe nuovamente, affermando «Vabbé dai, ordina qualcosa e vieni a sederti con noi».

«Noi?».

Sono confusa.

«Emh, ciao Giulia».

Ora invece sono decisamente basita, perché assieme alla biondina, nascosto dal menù del locale, aperto davanti al suo volto e fino a quel momento, passato totalmente inosservato, scopro esserci Elia e la cosa, seppur mi dolga ammetterlo, non mi lascia affatto indifferente.

In ogni caso, mi avvicino ulteriormente al tavolo e mostrando un sorriso di circostanza, lo saluto «Elia, anche tu qui?».
Dopodiché mi volto nuovamente verso il proprietario del locale e in un impeto di follia, affermo «Emh Fabrizio, ho cambiato idea.
Fammi una cioccolata calda, che mi fermo ancora un po».

Poi, quasi con noncuranza, essendo ormai partita per la tangente, mi siedo assieme a loro e so che non dovrei, che è un gesto stupido, insensato e per nulla da me - visto che sono stata la prima a voler mantenere le distanze tra di noi - ma non posso farne a meno, non considerata la presenza di Camilla.

E parlando del diavolo, qualche secondo dopo, è proprio la costumista a domandarmi «Come mai anche tu qui?».

Al che io ribatto «Oh beh, forse dovrei essere io a chiederlo a voi, visto che personalmente, io ci vengo fin da quando sono piccola, essendo la mia pasticceria preferita di tutta Firenze».

«Dai! Non lo sapevo...
Comunque, a dir la verità, è stata un'idea di Elia, io non ci ero mai venuta prima».

Ovvio che è stata una sua idea, ma solo perché anni fa gliel'ho fatta conoscere io!

«Ah e così è stata una tua idea?»
Chissà chi te l'ha fatta conoscere» commento infatti, piccata.

E ovviamente lui intuisce la mia frecciatina, tanto da rispondermi «Una vecchia amica e anche se i dolci francesi, assaggiati negli ultimi anni, non sono niente male, devo ammettere che aveva proprio ragione, questi sono i più buoni al mondo».

Dannazione! Quando ci si mette, sa essere proprio un ruffiano.

Ma con me non attacca, non più. «Certo, capisco...
Questa tua vecchia amica ha decisamente buon gusto».

«Concordo.
Elia grazie davvero di avermi fatto conoscere questo posto, sono certa che ci verrò spesso» ci interrompe Camilla, ignara di tutto.

E vorrei davvero ignorare il fatto che fossero qui assieme, tutti soli e ancor di più, vorrei che questo non mi infastidisse, ma purtroppo non è così, mi fa ribollire il sangue, tanto che esclamo «Emh, cambiando argomento, da quando siete così intimi?» indicandoli con lo sguardo.

Al che Elia tenta di rispondere «Ma veramente noi...».

Camilla però lo interrompe prima che possa terminare... dev'essere un suo modus operandi «Parliamo spesso dopo le prove e ci fa piacere passare del tempo assieme».

«Ah si? Che bello.
Quando un team è così complice, lo spettacolo non può che essere un successo» commento perciò io, ironicamente, per poi bere un sorso della cioccolata, che si é finalmente intiepidita.

Lei però sembra cogliere la palla al balzo «Eh già, la nostra complicità è innegabile, non è vero Elia?».

«Già Elia, non lo trovi anche tu?» lo incalzo quindi io, volendo metterlo alle strette...
Non so nemmeno io perché.

«Ma veramente...».

Se non fosse che, prima che lui possa finire il discorso, veniamo nuovamente interrotti e stavolta non da Camilla.

«Emh ragazzi scusate, ma oggi non é giornata...
Sarà la ventesima telefonata che ricevo dalla "direzione cultura e sport del comune", per alcune faccende burocratiche da sbrigare prima della prima...
Piuttosto, che mi sono perso?»

Ops, dannata gelosia!

Spazio Autrice:
Ciao a tutti, ragazzi e ragazze e benvenuti in questo nuovo capitolo, in cui torniamo nel presente e scopriamo un nuovo lato di Giulia, decisamente piú geloso, anche se probabilmente, immotivatamente.
Come proseguirà quindi questa uscita, lo scopriremo.

Detto ciò, vi prego di scusarmi per l'ampio ritardo, ma in questi giorni, sono stata un po impegnata e al contempo, quando ho potuto, essendo festa, ne ho approfittato per rilassarmi.

Fatta questa premessa, spero il capitolo vi sia piaciuto, se vi va stellinate e fatemi sapere che ne pensate.
Un bacio e ci vediamo domenica con il prossimo 📖🖋❤.

Come Shakespeare e la sua GiuliettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora