Capitolo 29 ~ Bram Stoker

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"È una di quelle donne create da Dio, da Sua stessa mano, per mostrare a noi uomini e alle altre donne che c'è un cielo dove noi possiamo entrare e che sua luce è qui in terra. Così sincera, così dolce, così nobile, così altruista - e questo io dico a voi, è molto in questi tempi così scettici e egoisti."
(Bram Stoker)


7 ANNI PRIMA

GIULIA

Perfettamente agghindati a tema, mascherati rispettivamente dalla Sposa Cadavere e da Dracula, manco fossimo usciti da un romanzo di Bram Stoker, io ed Elia siamo appena giunti alla festa a cui, qualche giorno fa, sono stata invitata, ma lui pare letteralmente un pesce fuor d'acqua.

Ero perfettamente a conoscenza della sua naturale avversione per determinati ambienti e proprio per questo, fino all'ultimo, sono stata in dubbio se portarlo con me o meno, ma mai avrei potuto pensare che potesse vivere certe circostanze così male.

Nonostante ciò, però, questa improvvisata ha uno scopo ben preciso.
L'ho portato con me per un buon motivo, ne ha bisogno dopo lo stress di questo ultimo periodo e non intendo arrendermi così presto.

Noi passeremo una bella serata, costi quel che costi.

Per cui, mentre ci addentriamo nell'improvvisata, enorme sala da ballo, allestita dentro un vecchio capannone abbandonato, gli chiedo «Allora, che ne dici? Come ti sembra?».
Nonostante si stia guardando attorno, lui però non mi risponde, quindi insisto «Elia?».

Ed è a quel punto che, seppur ancora leggermente sovrappensiero, lui si volta verso di me e risponde «Emh si, scusa... cosa?».

«Ti ho chiesto che ne pensi dell'allestimento a tema».

«Emh... devo dire, spaventosamente azzeccato... forse anche troppo» afferma, distaccato.

Al che mi blocco sul posto e gli domando «Mhh, Elia va tutto bene?».

«A dir la verità non... non proprio, Giulia...
E' difficile da spiegare ed è umiliante confessarlo proprio a te che in queste circostanze sei così a tuo agio, ma soffro di ansia sociale.
Perciò mi sto sentendo leggermente soffocare» confessa perciò, cercando di allentare il colletto del costume e improvvisamente, io non posso che sentirmi in colpa.

Voglio passare una bella serata e aiutarlo a distrarsi dal brutto periodo che sta passando, ma non se questo gli comporta del disagio.

«Ascolta, se preferisci andartene, dimmelo e lasciamo subito questa stupida festa.
L'ultima cosa che voglio è provocarti ulteriore sofferenza».

«N..no, voglio divertirmi e voglio farlo con te...
È solo che non credo di sapere come si faccia».

Lo confessa timoroso, come se fosse un qualcosa di cui vergognarsi, ma non è così e io ho tutte le intenzioni di farglielo capire.

«Lo capisco, ma ti fidi di me?».

«Giulia» mi ammonisce, preoccupato.

«Elia, ti fidi di me si o no?» insisto però io.

Quindi a lui non rimane altro che sospirare e annuire «Si... non so nemmeno io perché, ma si, mi fido di te».

«Bene e allora seguimi» esclamo perciò, sorridendo e conducendolo verso il bancone da bar, ricoperto di ragni e ragnatele.

Quando però intuisce le mie intenzioni, sconcertato Elia esclama «Ma allora tu mi vuoi proprio male!».

Non mi dire che... «Cioè aspetta, mi stai dicendo che non hai mai nemmeno bevuto?!».

«N..no, non sono a quei livelli...
Anzi, nelle calde sere d'estate, mi capita spesso di farmi una birretta con Alex, ma...».

«Oh santo Dio, sei un caso perso...
Vabbè dai, a sto punto inziamo con qualcosa di leggero, giusto per sciogliere un po i nervi» dico quindi, sospirando, per poi ordinare un Manhattan per me e uno Spritz per lui.

«Allora, che aspetti?» gli domando poi, una volta che ci consegnano i due cocktail, vedendolo temporeggiare.

«Che qualche Dio venga magicamente a salvarmi da questo supplizio?» domanda ironicamente, abbozzando un sorriso.

«Elia!» lo ammonisco.

«Ok... ok... va bene, lo faccio.
Ma sarà il mio primo ed unico cocktail della serata, sappilo» si arrende quindi lui, sbuffando.

Al che io esulto tra me e me e rispondo «E' un compromesso accettabile, ma ora mandalo tutto giù, forza» incoraggiandolo e quando finalmente il liquido passa dal bicchiere alla sua gola, non posso che gridare «Bravo! Allora, come ti è sembrato?».

«Vuoi la verità? Un vero schifo!» si lamenta.

Ma ridacchiando, io esclamo «E' un inizio!» perché inizialmente é sempre così.

Dopodiché gli afferro una mano ed affermo «E ora andiamo a ballare» per poi trascinarlo nella pista creata per l'occasione.
Mentre, in sottofondo, si odono il Re del Pop e della sua Thriller.

Peccato solo che il mio compagno di studi sia letteralmente un tronco e non si sforzi di sciogliersi.

«Elia, li muoviamo sti fianchi, oppure continuiamo a sembrare dei pezzi di legno?» esclamo quindi, sbuffando e avvicinandomi al sul corpo, per poi sfiorargli il busto, proprio a quell'altezza.

Scioccato da questo contatto, lui però ribatte «Ma veramente è quello che sto facendo».

Al che io scuoto la testa e rispondo «Elia, questo non è affatto muovere i fianchi...
Facciamo così, dammi le tue mani».

«P..perchè?» chiede, quasi preoccupato.

Io però insisto «Tu dammele» e così, quando finalmente si arrende e le allunga verso di me, io le afferro e le porto sui miei di fianchi, invitandolo a stringermeli.

Un contatto che mi causa un brivido istantaneo... una scossa che mi attraversa da capo a piedi e che sono certa, percepisce anche lui, tanto che afferma «G..Giulia che stai...».

«Shh... segui il ritmo» lo zittisco però  io, invitandolo a muoversi con me, mentre porto le mie mani sul suo petto, che scopro, con somma sorpresa, essere piuttosto muscoloso.

Sennonchè, pochi secondi dopo, proprio mentre Elia sta finalmente riuscendo a seguire il ritmo, la musica cambia totalmente e il DJ decide di passare ad un dolce lento.

«Oh... ehm forse dovremmo..».

«Smetterla? Assolutamente no.
Continua a stringermi e per una volta, lasciati andare» ribatto, bloccando sul nascere il suo tentativo di allontanarsi.
Per poi portare le mie braccia dapprima sulle sue spalle e poi attorno al suo collo, in un contatto che finora non avevamo mai avuto.

E nemmeno lo so perchè lo faccio, perchè insisto a tenerlo con me.
Occhi negli occhi, i respiri che si fondono, la pelle che entra pericolosamente a contatto.

E per un attimo, un misero attimo, siamo così vicini, che le nostre labbra quasi si sfiorano...
Ma è un momento fugace, un istante che viene magicamente spazzato via, quando la musica cambia nuovamente, riportandoci alla realtà.

Spazio Autrice:
Ciao a tutti, ragazzi e ragazze e benvenuti in questo nuovo capitolo, nel quale scopriamo cosa é accaduto alla festa dove, 7 anni prima, Giulia é riuscita - con l'inganno - a portare Elia... ma sappiate che la serata non é finita qua.
Detto ciò, se vi va stellinate e lasciatemi i vostri pareri.
Un bacio e ci vediamo o già giovedì oppure domenica/lunedí con il prossimo 📖🖋❤.

Come Shakespeare e la sua GiuliettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora