Capitolo 39 ~ Qualcosa é cambiato

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"Non puoi tornare indietro e cambiare l'inizio, ma puoi iniziare dove sei e cambiare il finale."
(C.S. Lewis)


ELIA

Suono o non suono? Mi faccio avanti o attendo fuori?
Questo è il dilemma, altro che essere o non essere.

Sono infatti alcuni minuti ormai che cammino, avanti e indietro, di fronte alla villa di Giulia, ma proprio non trovo il coraggio di citofonare.

Poiché, seppur sia uscito di casa con le migliori intenzioni e tutta la voglia di portarla a fare colazione fuori, per poi dirigerci alle prove assieme, temo comunque lei possa rifiutare e mi riveli di essersi pentita, di aver fatto nuovamente l'amore con me.

Mentre rifletto sulle diverse possibilità però, qualcuno decide per me.

«Se hai finito di camminare come un nomade nel deserto e osservare dentro casa mia, manco fossi uno stalker, io dovrei entrare, anzi, già che ci sei dammi una mano a portare dentro la spesa»

«S..signora De Micheli» la saluto, con voce tremolante, non vedendola da ben sette anni, dopo essere stato la principale causa della sofferenza di sua figlia, quando le avevo fermamente promesso tutt'altro

«Comaschi prego, non mi sono mai sposata e comunque, ciao Elia...» ricambia quindi lei, compiendo quasi uno sforzo «Non posso dire che è un piacere rivederti, ma il saluto non si toglie a nessuno.
Ora prendi e seguimi» prosegue poi, passandomi due sacchetti della spesa e aprendo il cancello

Al che, provando un misto di vergogna e leggero timore, io rispondo «S..si, subito» seguendola all'interno della villa

«Ecco, mettili pure sul tavolo» mi invita poi

Ma proprio mentre mi sto dirigendo verso la cucina, sento esclamare, dalla cima delle scale  «Mamma, eccoti, ma con chi... parli.
Elia?! Che ci fai tu qui, con... lei?»

Ma prima che io possa rispondere, Laura interviene e lo fa per me «L'ho trovato qua fuori che vagava come un disperato, così pensieroso, poverino e ho pensato non trovasse il coraggio di suonare, quindi l'ho invitato ad entrare»

«Emh, quello che dice tua madre è vero, ero qua fuori perché volevo... io volevo... si insomma volevo invitarti a fare colazione fuori, ma avevo timore avresti rifiutato» aggiungo poi io, chiarendo meglio la situazione, seppur provando ancora del leggero timore

«Oh.
D..davvero?» mi domanda però, comunque, lei, incredula, scendendo le scale e raggiungendomi vicino all'ingresso

Al che, imbarazzato, rispondo «S...si, se lo vuoi, ovviamente»

Fortunatamente, sorridendo, lei annuisce.
Poi, dopo essersi voltata verso sua madre, dice «Emh... mamma potresti...»

«Tenere Audrey? Certo! Alla mia dolce nipotina, ci penso io.
Tu però approfittane per pensare seriamente a quella cosa»

Quale cosa?

«Mamma, non è il momento.
Emh Elia, vado a cambiarmi e torno, tu aspettami qui» afferma, dandomi un bacio appena accennato sulla guancia, prima di voltarsi e risalire le scale

«V...va, va bene» rispondo quindi io, seppur piuttosto confuso.
Ma purtroppo per me, i strani ed inaspettati incontri di oggi, non sono ancora finiti

«Mhh, buongiorno mam...Elia?»

«Ginevra» saluto la sorella minore di Giulia, mentre, stiracchiandosi, entra in cucina

«Cosa ci fai tu qui?» mi domanda quindi lei, estremamente irritata

Ma sua madre interviene, rispondendo al mio posto «L'ho fatto entrare io, così che potesse portare tua sorella fuori a colazione.
Tu piuttosto muoviti, che tra poco devi andare a lezione»

«Lo so, lo so» risponde quindi lei, per poi avvicinarsi maggiormente a me e sussurrare «E sentiamo un po, detto tra noi, la mamma ti ha già fatto il terzo grado?»

«Emh, veramente n...»

«Giustappunto, Elia, caro Elia, sappi che anche se ora sembro particolarmente gentile e pacata, non ho dimenticato come tu, ben sette anni fa, abbia fatto soffrire la mia bambina, nonostante io ti avessi espressamente avvertito di non farlo, quindi per sta volta ti perdono, perché devo ammettere che non vedevo Giulia sorridere così da tempo, ma sappi che se ti azzardi a ferirla di nuovo, io ti taglio i...»

Avevo esultato troppo presto, infatti la signora, con in mano straccio e scopa - che per come li tiene, paiono quasi più due armi - mi da il suo avvertimento

«Mamma!» esclama quindi Ginevra, allibita

«Uffa, te e tua sorella mi rovinate sempre la festa....
Beh, comunque il senso del discorso rimane.
Vado a svegliare la mia nipotina.
Arrivederci Elia, felice di questa chiacchierata, spero anche tu.
Buona giornata»

«A...arrivederci»

Quella donna mi spaventa piú oggi di sette anni fa, ma io non scappo, non più.

Spazio Autrice:
Ciao a tutti, ragazzi e ragazze e benvenuti in questo nuovo capitolo, piuttosto di passaggio, ma in cui vediamo come Elia ha affrontato il nuovo incontro con la madre di Giulia, dopo tutti quegli anni.
Se vi va stellinate e fatemi sapere che ne pensate.
Un bacio e ci vediamo domenica/lunedí con il prossimo 📖🖋❤.

Come Shakespeare e la sua GiuliettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora