Capitolo 32 ~ Voglia di te

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“Ti voglio dire,
che ti voglio
dire, che ti
voglio dire, che
voglio dirti, che
ti voglio dire,
che ti voglio.”
(Timur Kibirov)


7 ANNI PRIMA

GIULIA

Io ed Elia ci siamo baciati...
Sembra incredibile, lo so, tanto che se qualcuno, anche solo un mese fa, mi avesse detto che sarebbe accaduto, non solo non ci avrei minimamente creduto, ma probabilmente gli avrei persino riso in faccia, eppure è successo ed è stato, semplicemente, meraviglioso.
Un'emozione così unica e speciale, che é impossibile da definire a parole.
Una sensazione mai provata prima e non mi nascondo, quando dico che di ragazzi, ne ho baciati parecchi, nel corso degli ultimi anni.

Tanto che al sol pensiero di rivederlo, dopo un giorno trascorso senza neanche sentirci - credo entrambi troppo scossi dagli ultimi eventi, per riuscire ad affrontare la questione - non posso fare a meno di perdere un battito, ma mentre mordicchio nervosamente il tappo della penna e rivolgo uno sguardo vacuo, fuori dalla finestra della classe, costringo me stessa a tornare alla realtà, perchè sapendo quanto è chiuso e riservato lui, se dessi troppo a vedere la mia contentezza, probabilmente fuggirebbe a gambe levate.

Così, quando, pochi minuti dopo, lo vedo varcare la soglia dell'aula, per quanto mi sia difficile, distolgo lo sguardo, concentrandomi sul libro appoggiato sul mio banco e aperto su una pagina totalmente a caso.

Continuo ad evitarlo anche per tutto il resto della giornata, sia durante le lezioni - facilitata dal fatto che siamo seduti ai lati opposti della classe - sia nell'intervallo, anche se si rivela più complicato del previsto.

Una volta usciti da scuola però, non ce la faccio più, così saluto in modo sbrigativo le mie compagne e invece che andare verso il parcheggio, a prendere la mia auto, mi dirigo verso la fermata dell'autobus che lui prende per tornare a casa, non avendo una macchina propria, peccato che, nonostante siamo praticamente soli, ad esclusione di un paio di ragazzini di prima, lui non sembri affatto felice di vedermi, non quanto mi sarei aspettata, almeno.

«Che ci fai qui Giulia?» esclama infatti, con un tono scortese.

«C..come che ci faccio qui? Volevo parlare» ribatto quindi io, con voce tremolante, mentre la contentezza lascia spazio alla confusione.

Le sue parole però, non aiutano di certo «Parlare...
Giusto, adesso che siamo soli e non ti devi vergognare, vuoi parlare».

«Emh, non ti seguo...».

«Non mi segui? Eppure mi pare così palese la situazione...
Giulia ti vergogni di me, l'ho capito.
Il nostro bacio è stato un mero errore, dovuto alla foga momento.
E' chiusa qui... anzi non è nemmeno iniziata.
Amici come prima».

Le sue parole mi gelano, ma ciò che mi fa più male é percepirlo ferito come poche volte mi è capitato, per giunta a causa di un pensiero totalmente errato.

Al che, incredula, mi affretto a ribattere «Cioè aspetta, tu pensi che per me il nostro bacio sia stato un errore?».

E borbottando, lui risponde «Non lo credo, lo so... è evidente.
Lo hai dimostrato quest'oggi, ignorandomi per tutta la giornata».

E a quel punto, il dispiacere si trasforma in ilarità, tanto che senza accorgermene, scoppio a ridere.

Il risultato però è di farlo innervosire ancora di piú «Ridi pure?!
Dannazione, sapevo che non dovevo fidarmi... lasciamo perdere va» dice infatti, per poi voltarsi, intenzionato ad andarsene.

Per cui smetto di ridere, gli prendo rapidamente una mano e intrecciando le mie dita nelle sue, affermo «Sei uno sciocco».

«Anche?» ribatte, scostandosi e incrociando le braccia al petto.

Al che io sospiro e abbozzando un sorriso, rispondo «Si, perchè il solo motivo per cui ti ho ignorato, è che pensavo che considerato il tuo carattere, vedermi troppo presa, troppo coinvolta, ti avrebbe fatto scappare a gambe levate, ma non mi sono pentita assolutamente di nulla e non potrei mai vergognarmi di te».

«C..cosa?».

Niente, con lui non bastano le parole, servono i fatti.
Così mi alzo sulle punte, gli lego le braccia al collo e di slancio, schianto le mie labbra sulle sue.
E dopo un primo momento di resistenza, lui ricambia, stringendomi, nel mentre, la vita.

«Così ti è più chiaro?» sussurro poi, lanciandogli un'occhiata maliziosa.

Ma balbettando, lui risponde «N..no, mi sa che mi serve un ripasso».

«C'è una prima volta per tutti» rispondo quindi, ironica, per poi abbozzare un sorriso e adagiare nuovamente le mie labbra sulle sue.

Spazio Autrice:
Ciao a tutti, ragazzi e ragazze e benvenuti in questo nuovo capitolo, nel quale, di nuovo nel passato,  vediamo come Elia e Giulia si sono messi insieme.
Detto ciò, se vi va stellinate e lasciatemi i vostri pareri.
Un bacio e ci vediamo domenica/lunedí o già giovedí con il prossimo 📖🖋❤.

Come Shakespeare e la sua GiuliettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora