Capitolo 18 ~ Gabriel Garcia Marquez

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"Aveva una maniera di parlare che gli serviva più per nascondere, che non per dichiarare."
(Gabriel García Márquez)

7 ANNI PRIMA

ELIA

«Ehi».

E' da poco iniziato l'intervallo e io sono in fila alle macchinette, per prendere il mio solito cappuccino, quando vengo raggiunto da un'alquanto sorridente Giulia.

Al che, piuttosto sorpreso dal suo arrivo - visto che solitamente esce in cortile con alcune nostre compagne - dopo un leggero tentennamento, rispondo «Ehi... hai bisogno di qualcosa?».

In fondo, perché mai dovrebbe venirmi a cercare se non perché le occorre qualcosa?

«In realtà si, devo farti una proposta».

«Ora? Durante l'intervallo? Proprio mentre sto prendendo il mio consueto cappuccino?».

«Si, proprio così» annuisce, sempre più elettrizzata.

Al che io domando «Ma non potevi dirmelo due ora fa, prima di entrare, quando ci siamo intravisti in cortile?».

«Se mi fosse venuto il mente prima, lo avrei fatto, ma a dir la verità, ci ho pensato solo ora...
Vuoi continuare a sindacare o offri un cappuccino anche a me e mi segui, che ti spiego?» ribatte quindi lei, visto che nel frattempo la fila si é mossa e siamo finalmente giunti davanti alla macchinetta.

«Eh va bene» sospiro io, arrendendomi, per poi inserire le monetine nella macchinetta e prendere due cappuccini.
Dopodiché gliene passo uno e affermo «Ecco a te, ora dimmi, su».

«Beh ecco, ormai sono quasi tre settimane che lavoriamo al progetto in biblioteca e i tempi si fanno sempre più stretti, per cui stavo pensando che per ultimare il lavoro, potremmo spostarci a casa dell'uno o dell'altra, cosí saremmo più comodi e soprattutto, piú liberi a livello di orari...
Anche perchè, a dirla tutta, mi sono un po stufata di essere zittita ogni due per tre dalla biblioticaria» mi spiega quindi lei, mentre ci incamminiamo verso l'aula.

E se da un certo punto di vista - essendo diventata la biblioteca piuttosto limitante, per il progetto che abbiamo in mente - concordo con lei, dall'altro non posso proprio permettermi di farla venire a casa mia, non posso proprio permettere che scopra la verità sullo stato di salute di mia madre...
Ad esclusione dei miei familiari, infatti, solo il mio vicino di casa e migliore amico Alex, sa della sua malattia e così dovrà continuare ad essere, perché se c'è una cosa che odio, é fare pena.
Mai e poi mai vorrei essere compatito, piuttosto preferisco nascondermi, anche a costo di essere ignorato... Soprattutto se si parla di lei, che ha una vita semplicemente perfetta.

Ecco perché cerco subito di inventare una scusa «Oh emh, a me non dispiacerebbe, a dir la verità, ma vedi mio padre... mio padre non vuole che porti a casa nessuno...
Sai ci tiene particolarmente alla sua privacy e...».

«Vabbè ma mica vengo a fare festa, dobbiamo semplicemente studiare» protesta però lei, alquanto confusa.

Dannazione, é cosí cocciuta... mai una volta che si arrenda facilmente.

«Non importa.
Non é cattiveria, ma in famiglia abbiamo regole molto rigide, Giulia e non mi va proprio di discutere con i miei, quando ho un'alternativa».

«Oh emh... eh va bene, non mi permetterei mai di discutere le scelte dei tuoi genitori... se non altro perché pure mia madre, a volte, se ne esce con richieste assurde.
Ma rimane il fatto che io, in biblioteca, non riesco più a lavorare Elia, la mia creatività ha bisogno di essere liberata.
Senza contare che ho pure una mezza idea per colpire ancora di più la professoressa durante la presentazione... idea irrealizzabile in quel posto.
Quindi che ne diresti di venire tu da me?».

Io? A casa sua?

«Allora, ti va bene?
Perché a quel punto, se sei libero, potremmo vederci già oggi dopo scuola, così ti spiego questa mia nuova idea, che sono certa ti piacerà».

E che sarà mai?

Spazio Autrice:
Ciao a tutti, ragazzi e ragazze e benvenuti in questo nuovo capitolo, piuttosto di passaggio, ma comunque utile a comprendere meglio la contorta mente di Elia ed i suoi sentimenti contrastanti.
Che dire, spero vi sia piaciuto e che siate stati contenti di questo doppio aggiornamento, se vi va stellinate e fatemi sapere che ne pensate.
Un bacio e ci vediamo domenica con il prossimo 📖🖋❤.

Come Shakespeare e la sua GiuliettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora