Capitolo 21 ~ Isabel Allende

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"Lei è l’amore più lungo della mia vita, che è iniziato il giorno della gestazione e dura già da mezzo secolo, per giunta   è l’unico realmente incondizionato,
né i figli, né i più ardenti amanti
amano così."
(Isabel Allende)

GIULIA

«Allora Giulia, come te lo senti?» esclama Camilla la costumista, un pomeriggio di prove come un altro, indicando il vestito che indosso.

«Meglio, decisamente meglio, soprattutto per ballare» rispondo quindi io, sorridendo e ondeggiando per assicurarmi che sta volta, l'abito di scena mi calzi a pennello.

Al che, mentre, in ginocchio, continua a fermare il tessuto con gli spilli, lei afferma «Già, in effetti prima era troppo largo e il leggero strascico rischiava di farti inciampare, hai fatto bene a farmelo notare».

Dopodiché alza lo sguardo, lo dirotta oltre il palco, verso la platea e domanda «Alex, Elia, voi che ne dite?».

«Che la stilista sei tu Camilla.

Inoltre, se anche per Giulia è meglio così, per noi è perfetto» risponde quindi il moro, visto che il mio ex si é trincerato in un silenzio quasi tombale, probabilmente ancora irritato per come sono fuggita l'altro giorno, dopo aver provato assieme.

Per cui Camilla esclama «Ottimo, allora Giulia puoi pure toglierlo, così lo prendo e vado subito a sis...».

«Emh, scusate l'interruzione, ma da alcuni minuti, ti sta squillando il cellulare... forse é importante» la interrompe però un assistente di scena, rivolgendosi in realtà a me.
Per poi passarmi lo smartphone, che per provare l'abito, avevo appoggiato su una delle poltroncine della platea.

Ma ciò che mi sorprende davvero e veder campeggiare sullo schermo il termine “Sorellina”.
S

trano, considerando che non mi chiama mai mentre sono a lavoro.
È proprio il caso che risponda.

Quindi mi scuso con Camilla, promettendole di riconsegnarle l'abito appena chiusa la telefonata e attenta a non distruggere il suo precario lavoro, mi dirigo nel dietro le quinte per accettare la chiamata.
«Ehi Gin, scusa, stavo provando, tutto a posto?».

«Non proprio, Giu è successa una cosa» risponde con voce allarmante, accrescendo la mia ansia.

«Ehi, che hai? Perché hai il respiro affannato, cosa é capitato?».

«Giu, io... io non..».

«Gin mi stai facendo preoccupare».

«Ecco Giu io stavo... stavo studiando e siccome a casa si stava annoiando, ho lasciato che Audrey, intanto, andasse in bici sul vialetto.
La stavo controllando dalla finestra, te lo giuro, ma deve essere incappata in un sasso, perché ad un certo punto, è caduta».

«Cosa?!» non c'è sensazione peggiore che essere impotenti davanti al dolore di una persona cara, soprattutto se quella persona è il tuo stesso figlio.

«Si... ha sbattuto la testa e ha un dolore fortissimo al braccio.
La mamma oltretutto è ancora a lavoro, io non...».

«Ehi, calma, respira.
Fa cosí, tranquillizzala e mettile del ghiaccio sulla botta, io arrivo».
È con queste decise parole che chiudo la chiamata, ma proprio mentre mi sto voltando, per correre in camerino a cambiarmi, in realtà estremamente preoccupata, sento esclamare alle mie spalle «Ehi Giulia, è tutto apposto?».

Oh Elia, questo non é proprio il momento.

«Per niente, ho un'urgenza e devo correre a casa, ma la mia macchina è dal carrozziere» rispondo, agitata.

«Ti ci porto io» afferma perciò lui, lasciandomi interdetta.

«Cosa?».

«Hai sentito bene.
Andiamo, ti ci porto io».

🎭💖🎭

Elia non ha fiatato.

Da quando, lasciato il teatro, siamo entrati in auto, non ha emesso neanche una parola, rispettando il mio silenzio, uno stato di mutismo nel quale sono crollata a causa dell'ansia che ha iniziato ad attanagliarmi da quando ho risposto alla chiamata di mia sorella.

Ma al contempo, ha dato gas a più non posso, capendo quanta fretta avessi di arrivare a casa... un atteggiamento che mi ha sorpresa piacevolmente.

Questo però non é il momento adatto per pensarci, per pensare a lui e a noi, perchè ora come ora, c'è qualcosa che mi preme molto di più, ovvero sapere come sta mia figlia, la mia bambina, la ragione di tutta la mia esistenza, ciò che amo più al mondo.

Ecco perchè, appena lui parcheggia nel vialetto, senza riflettere più di tanto sulle conseguenze di ciò che sto per fare, apro di scatto la portiera e corro verso casa, lasciandolo ad aspettarmi all'interno dell'abitacolo.

Quando poi entro nella villa, la scena che mi si presenta davanti, mi terrorizza.

E' letteralmente un colpo al cuore.

Solo un genitore può capire cosa significhi vedere il proprio figlio con le lacrime agli occhi, dolorante e pieno di contusioni.

«Amore!» esclamo perciò, correndo verso Audrey, seduta sul divano, con mia sorella accanto.

«Mamma!» urla invece lei, appena mi vede, mentre copiose lacrime sgorgano dai suoi occhi.

«Tesoro mio, cosa hai combinato?!».

«S...sono, sono caduta e ho picchiato la testa ed il braccio» mi spiega, mentre mi inginocchio ai suoi piedi e cerco di asciugarle il viso e controllarle le botte.

«Sorellona perdonami, io...» interviene invece Ginevra, sentendosi in colpa.

Al che io appoggio una mano sul suo ginocchio e abbozzando un sorriso, la rincuoro «Shh, non è colpa tua, sarebbe potuto accadere anche con me».

Lei però non pare molto d'accordo «Forse, ma rimane il fatto che non c'eri tu Giu, c'ero io a prendermene cura.
Tu l'avevi affidata a me e io ti ho... delusa».

«Ehi, non dirlo neanche per scherzo, anzi sei stata bravissima a cercare di tranquillizzarla, tamponarle la ferita sul capo e metterle il ghiaccio sul braccio.
Ora però è il caso di andare in ospedale».

«No, mamma in ospedale no, è brutto e non ci voglio andare» borbotta Audrey, iniziando nuovamente ad agitarsi.

«E invece si, amore, ci andremo, è necessario» insito però io.
Non si scherza con ferite del genere.

Mentre Gin mi domanda «Aspetta, ma come hai fatto ad arrivare così in fretta, se la tua macchina è dal meccanico?».

«Ho chiesto un favore e spero me ne facciano un altro.
Su piccola, vieni, che andiamo» rispondo speranzosa, prendendo mia figlia in braccio e dirigendomi fuori di casa.

Spazio Autrice:
Ciao a tutti, ragazzi e ragazze e benvenuti in questo nuovo capitolo, in cui, sempre nel presente, assistiamo ad un brutto momento per Giulia, ma per fortuna Elia é stato pronto a sostenerla... ora vedremo cosa accadrà e come starà Audrey.
Detto questo, spero vi sia piaciuto, se vi va stellinate e fatemi sapere che ne pensate.
Un bacio e ci vediamo o giovedí o tra una settimana con il prossimo 📖🖋❤.

Come Shakespeare e la sua GiuliettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora