Capitolo 37 ~ Se devi amarmi

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In questo capitolo sono contenute scene esplicite 🔞


"Se devi amarmi, per null'altro sia
se non che per amore.
Mai non dire:
t'amo per il sorriso,
per lo sguardo,
la gentilezza del parlare,
il modo di pensare così conforme al mio,
che mi rese sereno un giorno.
Queste son tutte cose
che possono mutare, amato,
in sé o per te, un amore
così sorto potrebbe poi morire.
E non amarmi per pietà di lacrime
che bagnino il mio volto.
Può scordare il pianto chi ebbe a lungo il tuo conforto,
e perderti.
Soltanto per amore amami - e per sempre, per l'eternità."
(Elizabeth Barrett Browning)

GIULIA

Scendo dalla mia auto e ancora piuttosto confusa, mi dirigo, in tutta fretta, verso l'ingresso del teatro, visto che quest'oggi non avrebbero dovuto esserci le prove, ma circa un paio di ore fa, ho ricevuto un messaggio da parte di Elia, in cui mi veniva comunicato che, a causa di una modifica nel copione, mi sarei dovuta presentare lo stesso a teatro entro l'ora di pranzo, ma a causa del traffico, ho tardato.

Q

uando però raggiungo, col fiatone, la platea, rimango sorpresa, anzi oserei dire scioccata.

Sì, perché invece che il resto del cast, sul palco trovo solamente una tovaglia da pic nic e un cestino di vimini, con all'interno diverse prelibatezze, tra cui, scorgo chiaramente, fragole e cioccolato, ovvero uno dei miei abbinamenti culinari preferiti.

E mentre un sorriso compare già sul mio viso, sento esclamare, alle mie spalle «Ti piace?».

Quindi mi volto di scatto e mi ritrovo di fronte proprio il mio ex, con cui, dopo il bacio di un paio di giorni fa, essendosi lui assentato dalle prove, a causa di un virus che lo ha costretto a letto, non ho più avuto modo di parlare.
Al che, dopo un attimo di confusione, rispondo «S..si, è molto bello, ma ammetto di essere comunque piuttosto perplessa.
Elia dove sono gli altri e che c'entra tutto questo con lo spettacolo?».

«Assolutamente nulla, ma non sapevo se dicendoti il vero motivo per cui ti volevo qui, saresti venuta, quindi...».

«Mi hai ingannata, ottimo» deduco e anche se in parte, ciò mi irrita notevolmente, non posso fare a meno di sentirmi pure piuttosto emozionata, nello scoprire che ha organizzato tutto questo solo per me.
Quindi, mentre lui mi raggiunge sul palco, proseguo, dicendo «Ora che sono qui, però, merito di saperlo».

E di getto, lui risponde «Che mi mancavi da impazzire e non ti ho mai, realmente, dimenticata».

Oh.

«Elia io...».

«Aspetta! Ti prego.
Prima di distruggere anche la mia più piccola speranza, concedimi, anzi concedici, questo pranzo.
Alla fine, sarai libera di dirmi tutto ciò che vuoi, te lo giuro, ma prima, almeno, goditi questa sorpresa» mi prega, come se da questa mia scelta dipendesse la sua intera vita.

Per cui io non posso fare altro che arrendermi, quindi abbozzando un sorriso, affermo «Eh va bene».
Dopodiché mi siedo sulla tovaglia, invitando, con un gesto, lui a fare lo stesso e cercando di vivere il momento con maggiore leggerezza, gli chiedo «Allora, che ha preparato quest'oggi lo chef?».

«Un piatto di pasta alle vongole, usando la ricetta di mamma» risponde lui, con voce tremolante, estraendo dal cestino due scaldavivande, contenenti proprio il piatto in questione.

E sapendo quanto l'argomento, per lui, sia tuttora delicato, io non posso fare altro che dire «Allora sono certa che sarà deliziosa...
Anche se ammetto di non vedere l'ora di assaggiare il dessert».

Come Shakespeare e la sua GiuliettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora