Capitolo 38 ~ Agatha Christie

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"L'amore di una madre per sua figlia non conosce legge, non ha pietà, osa tutto e schiaccia spietatamente tutto ciò che incontra sul suo cammino.
(Agatha Christie)

7 ANNI FA

ELIA

Dopo esserci rivestiti, ancora su di giri per quanto appena accaduto, io e Giulia lasciamo il teatro e più carichi che mai, ci dirigiamo verso casa sua, pronti a riprendere il lavoro da dove lo avevamo lasciato.

Una volta parcheggiato, giunti davanti alla porta, prima che lei possa infilare la chiave nella toppa, io però la volto e la schianto contro di essa, per darle un ultimo appassionato bacio.

Non so spiegare cosa mi prenda, quale istinto carnale mi assalga, ma non resisto dal cercare nuovamente un contatto.

«Elia... Elia aspetta, fammi almeno aprire» esclama però lei, tra un bacio e l'altro, ridacchiando e tentando di infilare la chiave, pur continuando a rimanere voltata.

Ma quando finalmente ce la fa ad aprire, alle sue spalle sentiamo qualcuno - non troppo velatamente - tossicchiare e subito dopo pronunciare «Ciao tesoro, bentornata... devi forse dirmi qualcosa?».

Colta in flagrante, Giulia quindi si distacca all'istante e voltandosi, esclama «M..mamma?.

Al che quest'ultima - capelli lisci e neri come la pece e occhi penetranti che virano sul grigio - ribatte «No, il fantasma formaggino... certo che sono io! E chi altri sennò?».

E mentre io, intimidito, me ne sto in disparte, la la mia ragazza, confusa, insiste «É che non mi aspettavo di trovarti già a casa... non avresti mica dovuto essere al lavoro?».

«Si, ma non mi sono sentita tanto bene, quindi sono tornata a casa» chiarisce perciò sua madre, per poi domandarle «Tu piuttosto dov'eri?».

Una domanda che porta, immediatamente, entrambi ad arrossire.

Tanto che, furbescamente, Giulia tenta di ignorarla, chiedendole a sua volta «Beh, ma ora stai meglio?».

Un tentativo che però, purtroppo, non ha l'esito sperato «Si, ho preso una tachipirina e ora va decisamente meglio, ma non tentare di cambiare il discorso» risponde infatti sua madre, rivolgendomi, nel contempo, un'occhiataccia.

Al che, sentendomi tirato in causa, mi faccio coraggio e decido di intervenire io stesso «Emh, se posso, molto piacere signora, sono Elia».

«Piacere Elia.
Solo una cosa, evita di chiamarmi signora, in fondo non mi sono mai sposata e attualmente sono gioiosamente single» risponde quindi lei, abbozzando un sorriso e stringendomi la mano che le avevo porto.

«Mamma!» la ammonisce perciò Giulia, sconvolta.

«Che vuoi? É vero!
Tu piuttosto hai qualcosa da dirmi, si o no?».

«Si» afferma, sospirando, la mia ragazza «Avrei preferito dirtelo con più calma, senza tutta questa pressione, ma come avrai intuito da te, Elia è il mio fidanzato».

«Dici davvero?» domanda però sua madre, quasi incredula, mentre io stringo la mano di Giulia.

«S..si, perché?».

«Non ci credo, Dio sia lodato!».

Ok, questa si che è una reazione inaspettata.

«Mamma!» esclama infatti la mia fidanzata, scioccata.

«Che c'é? E' la verità, tesoro.
Finora non mi avevi mai presentato un ragazzo definendolo "il tuo fidanzato", quanto più un amico o al massimo una frequentazione.
Era ora che ti trovassi qualcuno da poter definire tale» chiarisce quindi la donna, realmente contenta.

Come Shakespeare e la sua GiuliettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora